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Castelli Romani

Castelli Romani, immigrati: per Piazzoni (PD) non c’è emergenza

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Sull’emergenza immigrazione nell’hinterland della Capitale ma anche al livello nazionale la deputata PD Ileana Piazzoni ha inteso fare il punto a seguito di un incontro con il Prefetto di Roma.

 

E’ vero che nei Comuni dei Castelli Romani potrebbe a breve verificarsi “un’emergenza migranti”?
Non c’è nessuna emergenza. C’è la necessità di gestire ordinatamente un fenomeno strutturale, con scadenze e procedure che si ripetono annualmente. Il nostro sistema di accoglienza per rifugiati o richiedenti asilo si fonda sul corretto funzionamento dell’accoglienza diffusa su tutto il territorio, la rete SPRAR, che coinvolge il Ministero dell’interno, l’ANCI, gli enti locali e la rete del terzo settore presente a livello territoriale. Solo quando ciò non avviene la Prefettura emette un bando per coprire l’insufficienza di posti disponibili, sondando la disponibilità di privati ad aprire strutture, in quei Comuni che si sottraggono all’accoglienza.

 

Parliamo di numeri allarmanti?
Assolutamente no, le quote sono individuate a livello regionale in maniera proporzionata rispetto alla popolazione e al territorio. La situazione cambia però a seconda che vi sia adesione o meno alla rete SPRAR. Aderendo a quest’ultima il rapporto tra rifugiati o richiedenti asilo da accogliere e popolazione residente è di 6 persone per i comuni sino a 2.000 abitanti; di 2 persone ogni 1.000 abitanti per i comuni capoluogo sede di Area Metropolitana (date le fisiologiche maggiori concentrazioni); negli altri comuni sopra i 2.000 abitanti la logica di ripartizione segue un rapporto variabile ma sempre non oltre le 3,5 persone ogni mille abitanti: numeri molto gestibili, se ogni ente locale facesse la sua parte. Diversa è la questione dei centri di accoglienza straordinari (CAS): dovendo la prefettura coprire il fabbisogno mancante, i criteri utilizzati sono relativi ad esso: nei comuni sopra i 10.000 abitanti può essere vagliata la disponibilità fino a 400 posti, in quelli tra 3.000 e 10.000 abitanti possono essere richiesti fino a 200 posti, nei comuni sino a 3.000 abitanti fino a 100 posti. Numeri molto più ampi, quindi, rispetto a quelli previsti per la rete SPRAR. Segnalo tuttavia che le cifre non sono la questione centrale.

 

Se non è rilevante l’aspetto numerico, qual è il centro del problema?
Aderire alla rete SPRAR significa soprattutto garantire un’accoglienza diffusa in piccoli nuclei, favorendo l’integrazione nel tessuto sociale e garantendo servizi essenziali. Significa inoltre che gli enti locali si rendono partecipi e responsabili del processo di accoglienza e integrazione, principalmente attraverso il sistema della co-progettazione, coinvolgendo tutta la rete sociale presente sul territorio. Aderire alla rete SPRAR è un dovere di solidarietà umana, nei confronti di persone in fuga da guerra e miseria, ed è anche un dovere di solidarietà territoriale. Ma oltre a questo, non aderendo ci si mette inevitabilmente nelle condizioni di subire il ricorso all’accoglienza straordinaria, che non va demonizzata perché ci sono moltissimi esempi di progettazione e integrazione molto positivi, però può anche declinarsi in grandi strutture poco inserite nel contesto
territoriale, con tutte le problematiche conseguenti.

 

Quanti sono i comuni che aderiscono allo SPRAR in Provincia di Roma?
Potremmo dire che si contano sulle dita delle mani. Arriviamo quasi a 10 considerando i progetti SPRAR sul nostro territorio ma di pertinenza del Comune di Roma. Sono invece appena una quindicina i comuni in cui sono presenti strutture di accoglienza straordinaria. Su di un territorio di oltre 120 comuni (per carità alcuni molto piccoli, quindi esenti), capiamo bene che in molti non stanno facendo la loro parte, mettendo in difficoltà gli altri.

 

Quando è possibile aderire alla rete SPRAR?
Ci sono due scadenze fisse annuali, fine marzo e fine settembre. Ma non basta manifestare la propria adesione attraverso una semplice delibera. Ciò non è sufficiente e non esime dalla possibilità che possa aprirsi nel territorio comunale, nel frattempo, un centro di accoglienza straordinaria. E’ necessario presentare un progetto valido e consono alla normativa vigente. Vi sono diversi comuni che hanno manifestato volontà di aderire attraverso atti ufficiali ma poi non si sono concretamente adoperati nella progettazione. Tergiversare non è di certo un modo serio di procedere. Esistono tantissimi esempi virtuosi su tutto il territorio nazionale da cui trarre spunto, soggetti con cui confrontarsi. La politica deve prendersi le proprie responsabilità e guidare i processi complessi che attraversano la nostra società, non subirli e non averne paura. Costruire solidarietà, tessere la tela della coesione sociale è il compito più difficile ma anche il più bello di un amministratore locale.

 

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Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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Frascati, rabbia e disgusto per gli atti di vandalismo e per gli incidenti al patrimonio cittadino

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Non è davvero un bel momento per quella che un tempo era la “Perla dei Castelli Romani”: la città di Frascati.
Venerdì mattina la sindaca, Francesca Sbardella, dalla propria pagina facebook, metteva in evidenza lo “scenario” al quale si erano trovati gli operai che stanno eseguendo i lavori di ristrutturazione nella storica Villa Torlonia

le tristi immagini del cantiere di “Villa Torlonia”

“Non so se prevale più la rabbia o il disgusto per un atto vandalico che non ha alcuna giustificazione, le sue dure parole e poi aggiunge, stiamo lavorando, non senza difficoltà, per rendere di nuovo la nostra villa un luogo bello e accogliente e poi arriva il deficiente (o i deficienti di turno) che non sa come passare il tempo e si diverte a rovinare il lavoro degli altri.”

il cantiere di “Villa Torlonia”

E sono di ieri le immagini ancora più crude e dolorose che la consigliere Emanuela Bruni, già assessore alla Cultura della città Tuscolana mostra, sempre dalla sua pagina facebook, sullo scempio perpetrato ai danni alla palla di sperone che adorna da decenni l’ingresso del parcheggio in via Del Grande

l’ingresso al parcheggio in via Del Grande

“VANDALISMO, NONCURANZA E ASSUEFAZIONE AL PEGGIO. Ennesimo bene storico, tutelato e che insieme a tanti altri rendeva bella questa città, DIVELTO E ABBANDONATO“.
Si legge tristezza, amarezza e dolore nelle parole della consigliere Emanuela Bruni, membro tra le altre cose del cda del MAXXI, Museo nazionale delle Arti del XXI secolo che aggiunge:

la “palla” divelta che ancora oggi è in loco

“La palla evidentemente divelta dalla colonna d’ingresso del piazzale ha fatto un volo di più di 10 metri e si suppone, per fortuna, non abbia fatto danni a cose e persone. La palla con i frammenti a 2 giorni dal fatto è ancora in loco. Nessuno che sia andata a rimuoverla pur essendo un evidente reperto storico della cittadinanza”.

il commento di una cittadina al post della consigliere Bruni

Una due giorni che davvero mostra gravi lacune al sistema di sorveglianza della città di Frascati che rischia di perdere parti importanti di un patrimonio storico e culturale unico nel suo genere.
Quello che colpisce, in entrambi i post, è il messaggio conclusivo, davvero significativo:
“È stata sporta denuncia e gli inquirenti sono già a lavoro per acquisire le immagini della videosorveglianza”, scrive la sindaco Sbardella.
“Non serve aggiungere altro se non che questa città sta ogni giorno di più divorando la sua bellezza, il suo patrimonio e la sua ricchezza! Di tutti: cittadini e turisti!” Chiosa nel suo post la consigliere Bruni.

il ramo dell’albero caduto nel parco dell’Ombrellino

E se ci aggiungiamo la denuncia, sempre dalle pagine di facebook, della segretario della Lega di Frascati, Anna Maria Bracci, del ramo di albero caduto nel parco pubblico dell’Ombrellino diventa una “tripletta” che davvero deve far riflettere sulla necessità di aprire con urgenza un tavolo sulla sicurezza del patrimonio cittadino di Frascati.

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Monte Compatri, abbattimento leccio centenario di piazza Mastrofini: malcontento e polemica scoppiano sui social

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C’è ironia e rabbia tra le pagine dei social sul leccio che, nei prossimi giorni, sarà abbattuto a Monte Compatri proprio sotto il balcone di Palazzo Borghese, sede del Comune.
Un albero centenario che fa da sempre cornice allo splendido Monumento ai Caduti che chiude la bellissima prospettiva di piazza Marco Mastrofini.

Anche in questo caso una battaglia di post che riempie le pagine delle opposte fazioni politiche locali che non perdono occasione di confrontarsi.

La questione è venuta alla luce il 17 giugno con un post dell’ex sindaco ed oggi consigliere comunale, Marco de Carolis, che con grande segno di sensibilità scriveva: “… il leccio posizionato davanti al Monumento ai Caduti, proprio sotto le finestre dell’Ufficio del Sindaco, non sembra godere di buona salute e sembra che stia morendo nell’indifferenza generale … per molti la morte di una pianta potrà sembrare poca cosa, soprattutto visto il selvaggio disboscamento cui abbiamo assistito durante la scorsa primavera …” e rincuorava la dose parlando di “un disinteresse per il patrimonio naturalistico”.
Oggi (ieri per chi legge nds) dando seguito all’ordinanza firmata dal sindaco Francesco Ferri numero 23 del 1 agosto 2023 “Messa in sicurezza alberatura leccio Monumenti ai Caduti” la ditta incaricata ha iniziato il taglio della pianta secolare tra lo sbigottimento di molti cittadini monticiani.

nella foto Palazzo Borghese, il Monumento ai Caduti ed il Leccio ormai secco

Nell’ordinanza si specifica che “… a seguito di affidamento incarico agroforestale, sulla stabilità e verifica fitostatica di n. 1 pianta di specie leccio radicata presso l’area del Monumento ai Caduti , in p.zza M. Mastrofini, è stato constatato lo stato di seccaggine e la necessità di provvedere all’abbattimento della pianta …” al fine di garantire la sicurezza di persone e cose.
Primo atto, in attesa delle successive autorizzazioni per il taglio definitivo della pianta ai sensi dei pareri previsti di cui all’art. 21 del Decreto Legislativo n. 42 del 2004 in cui si prevede che “L’ esecuzione di opere e lavori di qualunque genere su beni culturali è subordinata ad autorizzazione del soprintendente”.

il post del consigliere ed ex sindaco di Monte Compatri, Marco de Carolis

Ma ad oggi non vi è stata, da parte della amministrazione e neanche da parte dell’Ufficio Stampa comunale, nessuna comunicazione in merito ai motivi ed alle cause che hanno portato alla “seccaggine” dell’albero di Leccio ma nell’ordinanza, senza che venga allegata, si cita
una “relazione e tomografia” redatta da un agronomo contrassegnata dal protocollo 20187 del 9 luglio 2024 e protocollo 22525 del 1 agosto 2024.
Nel mentre provvediamo alla pubblicazione di questo articolo abbiamo inviato, tramite pec, la richiesta all’amministrazione comunale di poter visionare tali documenti al fine di darne evidenza ai tanti cittadini monticiani che chiedono di comprendere quali siano stati i motivi che hanno portato alla “morte” di questo centenario “cittadino monticiano”.

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