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Roma

Immigrati a Nemi: ecco perché il problema non è aderire o meno allo Sprar

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Tempo di lettura 3 minuti Il punto sul tema accoglienza profughi e le dichiarazioni di tutti i candidati a sindaco di Nemi

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di Chiara Rai

 

NEMI (RM) – Per i Comuni d’Italia accogliere rifugiati è diventato più un obbligo e che una scelta. Il problema è dovuto al sovraffollamento d’immigrati e alla mancata equa distribuzione nei Comuni in base al numero di abitanti e capacità di accoglienza. Le Prefetture hanno affidato una grossa responsabilità ai Comuni e sarebbe illogico tentare di evadere il problema non affrontandolo. Le amministrazioni locali hanno dunque dovuto affrettarsi a dichiarare se vogliono far parte del progetto Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) che garantisce una distribuzione di richiedenti asilo sul territorio attraverso un sistema più che proporzionale oppure se far parte della lista dei Comuni che non aderiscono ma che subiscono passivamente le decisioni prese dall’alto senza coordinazione e concertazione.

 

Non si apre uno scenario positivo per i Comuni che non aderiscono allo Sprar perché già in questo mese di aprile si aprirebbe il bando per l’assegnazione dei migranti nelle strutture private come alberghi o altre locations ricettive, che potrebbero in futuro decidere di destinare la loro struttura all’accoglienza dei migranti, senza limiti imposti, se non quelli della capienza degli immobili. Dunque la decisione che il Comune deve prendere è di prevedere e concertare una accoglienza di immigrati con Prefettura oppure lasciare tutto al caso e rischiare di vedersi invadere il territorio per decisioni prese direttamente dalla Prefettura.

 

Attraverso il progetto Sprar si parla di numeri ragionevoli: 2,5 rifugiati ogni mille abitanti per i capoluoghi di provincia e di 3,6 per ogni mille per gli altri Comuni. Il Comune di Nemi, come tanti diversi altri comuni d’Italia, ha deciso di aderire allo Sprar e quindi di concertare con la Prefettura l’accoglienza di immigrati senza nascondersi dietro un’inerzia che potrebbe rivelarsi pericolosa. Non sappiamo bene ancora quale struttura sia stata messa a disposizione per accogliere i rifugiati ma comunque sarà un numero proporzionale rispetto gli abitanti.  La questione importante è capire se la struttura ipotizzata a Nemi per l'accoglienza di migranti sia a norma e in sicurezza. 


Inutile dire che il tema migranti porta comunque polemiche anche se non ci sono poi tante vie per risolvere la questione. Il sindaco Alberto Bertucci ci ha fatto sapere che sta seguendo la questione: “L'Amministrazione Comunale – ha detto il primo cittadino – è in contatto direttamente con il prefetto Basilone per tutte le valutazioni del caso al fine di tutelare al massimo l'intero territorio di Nemi". Dunque, di fatto, l’amministrazione ha dimostrato di essere parte attiva in un progetto di accoglienza che dovrebbe evitare sorprese e grandi numeri di migranti che un territorio come Nemi non può tollerare. C’è un problema però: le strutture e questa è una incognita ancora da comprendere.


Sul tema si sono espressi anche gli altri due candidati a sindaco di Nemi in lizza per le imminenti amministrative dell’11 giugno. Per Carlo Cortuso, candidato con Ricomincio da Nemi sostenuto dal Pd, “il problema a Nemi non è tanto aderire o meno allo Sprar: piuttosto il vero nodo sta nel fatto che il sindaco non abbia palesato il progetto di accoglienza che si vuole proporre e che dunque, tale programma, non sia stato concordato e verificato con i cittadini, con il rischio non solo di perdere una grande opportunità di crescita sociale ed economica sprecando risorse dei contribuenti senza trarne vantaggio collettivo, ma andando inevitabilmente incontro alla manipolazione delle informazioni e prestando il fianco a propagandisti xenofobi di bassa lega”. Per Carlo Cortuso è invece importante coinvolgere la cittadinanza, renderla cosciente del fenomeno offrendo dati oggettivi e verificabili ed occorre interpellarla per ricercare soluzioni virtuose per il benessere comune: “Questa buona pratica – conclude il candidato di centrosinistra – rientra nel concetto di democrazia partecipativa che vogliamo porre al centro del nostro Metodo politico: il Cittadino deve conoscere quali sono le condizioni reali in cui ci si trova ad operare una scelta, quali sono le possibilità e raggiungere la massima consapevolezza e la piena partecipazione nelle decisioni più importanti che riguardano il proprio territorio. Basta con le ordinanze calate dall’alto, vogliamo rendere tutti partecipi e responsabili delle proprie sorti e di quelle dei propri cari”.

 

Di altro avviso è il candidato sindaco Stefano Tersigni, il quale non è affatto favorevole all’adesione al progetto Sprar in quanto ritiene che Nemi non sia un territorio in grado di poter far fronte all’accoglienza: “La Giunta del Sindaco uscente Bertucci – ha detto Tersigni – ha aderito allo Sprar e se dovesse rivincere le elezioni, Nemi dovrà accogliere un numero imprecisato di immigrati. Purtroppo la nostra cittadina non ha le strutture giuste per poterli ospitare. Deve anche essere considerato il fatto che Nemi vive di turismo e si arrecherebbe così un danno non indifferente alle attività commerciali presenti sul territorio e più in generale a tutti i cittadini per motivi di sicurezza. Un paese di 2000 anime è per ovvi motivi impossibilitato ad accogliere i rifugiati. Non è assolutamente un discorso basato su principi di intolleranza ma una questione di buon senso". 

Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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