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8 anni faon
Ivan Galea
NEMI (RM) – L’idea è quella di lanciare una raccolta firme nel più breve tempo possibile dove tutti i cittadini di Nemi possano esprimersi per tentare di fornire un “no” morale in Consiglio Comunale alla realizzazione del Piano Integrato i Corsi. Questa l’idea lanciata sabato da Vairo Canterani che ha promosso con Nemi per Sempre e Italia Nostra l’incontro per informare i nemesi che la lottizzazione ai Corsi è passata grazie alla sentenza del Tar che ha fatto anche da perno al successivo “ribaltone” di parere da parte del Parco Regionale dei Castelli Romani. Infatti il Parco, prima era contrario, ed ha fatto da apripista anche al “no” della Regione, e poi ha dato parere favorevole. Quello organizzato è stato un dibattito partecipato e anche acceso dato il clima di campagna elettorale che ha iniziato ad instaurarsi. Nascono nuove realtà che ancora non si palesano come “Ricomincio da Nemi” che sembrano destare molta attenzione. Simpatico l’intervento, al proposito, di Luca Bellini che quando Carlo Galzignato ha chiesto se in platea sedesse qualche candidato sindaco, si è girato verso Carlo Cortuso dicendogli di avergli fatto tana: il dominio “ricomincio da nemi” è stato proprio acquistato dal marito del segretario Pd. Una domanda e volutamente una provocazione alla quale non ha risposto nessuno. Ma come dice Galzignato, tanto c’è la registrazione che testimonia tutto.
Ma l’intervento di Vairo Canterani è stato pressoché illuminante: prima l’idea della raccolta firme poi ha illustrato un passaggio importantissimo: “Su alcuni terreni interessati dal Piano integrato i Corsi grava una ordinanza di rimessa in pristino per costruzioni abusive emessa dal Comune di Nemi verso la quale i privati hanno fatto ricorso al Tar che si pronuncerà a marzo – dice Vairo – ma l’avvocato del Comune non si è presentato a difendere gli interessi dell’Ente. Questi abusi sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica la quale ravviserà eventuali reati penali. La domanda è questa: si può dare esecuzione al piano integrato quando pende una ordinanza di rimessa in pristino per opere abusive e c’è di mezzo la Procura della Repubbllica?".
Fondamentale al via libera al Piano Integrato, secondo i relatori dell’incontro, è stato il ruolo che ha avuto il Comune di Nemi il 22 dicembre 2015 quando ha prodotto una memoria con cui ha rappresentato fondamentalmente rappresentato che il parere negativo che aveva espresso il Parco regionale dei Castelli Romani si basava su una motivazione erronea “perché investe (solo) profili di natura urbanistica che esulano” dalla sua competenza; – e che in ogni caso, non era dato comprendere le ragioni per le quali il Parco aveva ritenuto la zona priva delle “caratteristiche richieste per le zone territoriali omogenee del D.M. 1444/68”.
Dunque l’ente Parco ha dato per buone queste motivazioni e ha espresso così parere favorevole. Un comportamento psichedelico perché sotto l’epoca di Peduto fu detto no, con Orciuoli fu detto sì, con Caracci è tornato il no e poi dopo il Tar è tornato il sì. Ma non solo perché di fatto il Parco non ricorrerà al Consiglio di Stato per opporsi: “Non ci sono i fondi” ma soprattutto appare chiaro che non c’è la volontà. E le parole per l’Ente Parco da parte dei membri di Italia Nostra non sono state edificanti: si è realizzato che è venuta a mancare la funzione principale del Parco che è quella di tutela del verde: “Ultimamente – ha detto Medici – è più forte la volontà espansionistica dei Comuni che la resistenza del Parco. Si dicono dei No che poi diventano sì non appena c’è un po’ di pressing”.
Ad intervenire anche Elisabetta Mannoni che ha fatto capire, con parole semplici di una cittadina della piazza, cosa significa per il territorio la realizzazione del Piano Integrato i Corsi.
Il professore universitario Franco Medici, membro di Italia Nostra ha cercato di fornire le motivazioni per le quali il progetto dei Corsi, sebbene non venga realizzato in un area ad alto rischio idrogeologico e di frane, sia pressoché “inutile” e devastante” dal punto di vista ambientale: “Si tratta di migliaia di metri cubi di cemento in una zona che non favorisce certamente lo sviluppo e rilancio del centro storico”.
Dello stesso avviso anche l’architetto Carlo Testana che ha spiegato nei dettagli l’iter che hanno seguito i privati, in accordo con Il Comune, per l’approvazione del Piano ai Corsi: “Ora non c’è più nulla da fare, ai Corsi si costruirà nonostante le nostre lunghe battaglie per dire No”.