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Roma

Castelli Romani, emergenza immigrati e Sprar: polemiche in diretta tra i sindaci a confronto

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Tempo di lettura 5 minutiIl bando SPRAR 2016-2017 per l’ampliamento del Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati si è concluso con appena 4.300 nuovi posti, contro i 10 mila per i quali c’erano i fondi

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di Ivan Galea


CASTELLI ROMANI (RM) – Nella trasmissione OFFICINA STAMPA di giovedì 16 febbraio 2017 si è parlato di progetti Sprar, Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati ai quali i Comuni hanno la facoltà di aderire per gestire in maniera equa la distribuzione di migranti sul territorio.


A causa della carenza di candidature da parte dei Comuni, il bando SPRAR 2016-2017 per l’ampliamento del Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati si è concluso con appena 4.300 nuovi posti, contro i 10 mila per i quali c’erano i fondi. A novembre 2016 risultano finanziati 652 progetti affidati a 555 enti locali titolari di progetto coinvolgendo in totale oltre 1.000 comuni. A tale proposito, di recente, Il prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione ha detto che: “I Comuni che accolgono nell’ambito di un progetto SPRAR il numero di persone previsto dal Piano (di riparto, ndr) saranno tenuti esenti da altre forme di accoglienza”.


Ospiti della trasmissione condotta da Chiara Rai il Sindaco di Ciampino Giovanni Terzulli, il Sindaco di Marino Carlo Colizza, il Sindaco di Genzano Daniele Lorenzon, il consigliere della città Metropolitana di Roma pr Fdi e assessore ai Lavori pubblici di Lanuvio Andrea Volpi. Diverse per alcuni le reazioni rispetto ad una problematica che andrebbe gestita magari con un tavolo di concertazioni tra Enti Locali del territorio.


Il sindaco di Ciampino ha detto che la città già accoglie circa 80 ospiti e che problemi finora non ce ne sono stati, tant’è che potrebbero arrivarne ad accoglierne anche 150 su una popolazione di circa 39 mila abitanti: “Gabrielli aveva lanciato una richiesta ai Comuni di accogliere un numero di migranti per ogni città – ha detto Terzulli – e noi lo abbiamo fatto accogliendoli nella struttura dell’ex ostello. L’accoglienza da parte nostra non è stata operata in maniera esterna ma abbiamo preso in carico noi direttamente la gestione con la municipalizzata Asp in collaborazione con la Croce Rossa seguendo direttamente i migranti sul territorio”. Per Terzulli difficoltà più grossa è legata al campo nomade che ricade ai confini con Ciampino.

Il sindaco di Marino Carlo Colizza ha parlato della situazione sul territorio marinese e della volontà di cambiare il metodo di accoglienza di migranti:
“Accogliamo già dei migranti sul territorio – ha detto – ma con bandi privati e di fatto è una situazione gestita in maniera diretta dalle cooperative. Il nostro progetto è quello di voler superare la gestione affidata direttamente alle cooperative in favore di una gestione comunale creando una distribuzione di ospiti in maniera equa sul territorio ed evitando così che queste persone vengano concentrate in un solo centro. È importante che la gestione del migrante e dei fondi siano in capo all’Ente Locale e tche non passi più il messaggio che i fondi dati al migranti siano tolti al territorio. Queste persone – ha aggiunto Colizza – devono essere messe in condizioni di essere integrate con una tolleranza che certamente i piccoli numeri favoriscono”.

 

Per l'assessore ai Lavori Pubblici di Lanuvio e consigliere Metropolitano Andrea Volpi, che ha dichiarato di aver partecipato ai recenti incontri con il Prefetto, non c’è la volontà di “prestarci a questo ricatto e sentirsi dire che se i migranti non vengono accolti attraverso lo Sprar allora decidono gli altri per noi. C’è una questione sociale che dobbiamo affrontare – ha continuato Volpi – e non ci sentiamo di dire ai cittadini che sono in lista di attesa per una casa che dobbiamo destinare le case per accogliere i migranti. In questo modo non facciamo altro che creare una disparità sociale. I dati del 2016 ci dicono che sono 200 mila cittadini stranieri che chiedono accoglienza in Italia. Ora va di moda parlare di accoglienza diffusa: ma che significa? Dobbiamo pensare alla formazione, al lavoro per persone che in Italia sono di passaggio”.


Sul tema è intervenuto anche il sindaco di Genzano di Roma Daniele Lorenzon che come attitudine ad affrontare il problema si è posto vicino al sindaco di Marino: “Vorrei soffermarmi su due concetti particolari: la sicurezza e l’ordine pubblico da una parte e l’integrazione. Di fatto sono uno conseguenza dell’altro. Se il rifugiato viene accolto in un certo modo la cittadinanza può considerarsi tutelata. Con Marino – ha detto Lorenzon – stiamo elaborando un progetto Sprar che preveda una clausola sociale per favorire la stessa cittadinanza e in particolare i disoccupati ad aderire a questi progetti. La sicurezza si tiene quando c’è un’amministrazione solida ad abbracciare questo progetto. Il ricatto, di cui parlava Volpi e che non condivido, si verifica nel momento in cui non c’è l’amministrazione solida a mantenere questo progetto”.


Come detto, sulla stessa lunghezza d’onda è stato il sindaco di Marino Carlo Colizza: “La proposta che noi abbiamo ipotizzato è il modello di diffusione effettiva che postula il fatto di stipulare contratti di locazione con i privati che hanno casa, magari una seconda casa sfitta dove inserire all’interno delle famiglie di migranti. L’assessore Volpi parla di sottrazione delle case a danno degli italiani: è un falso problema! Possiamo dare un reddito agli italiani su case che non adoperano e al contempo accogliere persone. In questa maniera non viene sottratto nulla ai cittadini, mentre affidare case comunali ai migranti è un modo per far sentire scavalcati i cittadini italiani e questo non deve succedere. Noi intendiamo prevedere un soggetto gestore che coincida con il Comune stesso e non con una cooperativa: questa è la novità di questo nuovo progetto di Sprar che Marino propone insieme a Genzano. In questa maniera tutti i gettiti provenienti dall’osptalità finiscono al territorio. Noi – conclude Colizza – facciamo una critica al modello: perdente dal punto di vista dell’ospite e dei cittadini che non hanno la percezione di un vantaggio ma hanno la percezione di non vedere rispettati i loro diritti. L’Ostello è stata data una destinazione turistico culturale e non per i migranti. Il Comune di Marino vorrebbe che gli ospiti gestiti siano convertiti in un altro modello


Andrea Volpi è poi tornato a ribadire che i numeri ripartiti non sono corretti: perché non sarebbero stati presi in considerazione i dati dell’emergenza casa o dei servizi sociali: “Fateci assumere due vigili in più o avere due carabinieri in più visto che il problema è comunque la sicurezza – sostiene il consigliere metropolitano e assessore lanuvino – Dateci la possibilità di intervenire sulla sicurezza. Il tema della programmazione non esiste perché poi succederà che ci sovraccaricheranno sempre di più. Cerchiamo di trovare una soluzione tutti insieme. Per una scelta politica non ci sentiamo di affittare degli appartamenti quando ci sono italiani in difficoltà. Con Berlusconi l’emergenza immigrati non c’era”.


Intanto il sindaco di Albano Laziale Nicola Marini, tramite un video realizzato per OFFICINA STAMPA, ha detto che il Comune non ha nella propria disponibilità strutture pubbliche sul territorio che possano accogliere migranti: “Monitoreremo soggetti privati che possano essere in grado di accogliere”.


Per il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli, anch’esso intervenuto con un video realizzato per la trasmissione, ha detto sostanzialmente che Lo sprar è la scelta migliore per il Comune che, in questa maniera, diventa parte diretta della gestione: “Non bisogna subire questo fenomeno. Dopo un anno di esperienza – ha detto Stefanelli – posso dire che aderire è stato una scelta giusta e lungimirante. Il consiglio che do ai colleghi sindaci è di è non subire la presenza di questi rifugiati gestiti da cooperative e prefettura ma gestirli direttamente tramite il Comune”.

Sull’intervento del sindaco di Minturno è intervenuto Andrea Volpi: “Qui non dobbiamo gestire niente e subire niente – ha detto – la cosa più razzista che si possa fare è trattare degli esseri umani come delle persone che rimangono chiuse in una struttura :mangiano, dormono e non possono fare altro. Non è questo il trattamento che va riservato a degli esseri umani”.


Sul tema è intervenuta anche l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Velletri Giulia Ciafrei:
“A Velletri – ha detto – ci sono due centri di accoglienza: un Cas che ospita donne e famiglie e uno Sprar che ospita uomini e famiglie. Siamo in prosecuzione del bando Sprar ma c’è ancora molto da lavorare per la cultura d’integrazione sul territorio che stiamo cercando di superare grazie all’aiuto delle associazioni di volontariato e della Caritas”
Tutti gli ospiti sono stati d’accordo però nel sviluppare una rete tra Comuni che sia efficace: è importante ragionare tutti insieme a un progetto vero e proprio.