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Redazione
FROSINONE – Dopo le ultime inchieste sui rifiuti nel Lazio, che hanno visto nei giorni scorsi molte aziende e gestori indagati con l'accusa di declassificare in modo illecito lo status di rifiuti da pericolosi a non pericolosi, modificandone il codice CER e gestendoli a costi inferiori di quelli corretti, emerge che una delle aziende coinvolte ha addirittura illecitamente inserito il logo di Legambiente nel proprio sito come se l'associazione ne fosse partner. Dura e determinata la risposta degli ambientalisti: "Abbiamo diffidato l'azienda Saf dall'utilizzo del nostro logo sul sito della società chiedendone l'immediata rimozione -dichiarano Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio e Stefano Ciafani direttore generale di Legambiente- mai abbiamo concesso l'uso del logo tantomeno siamo partner in alcun modo dell'azienda che ha evidentemente tentato di speculare con il buon nome dell'associazione. Continueremo invece a seguire le vicende giudiziarie appena emerse, sostenendo a piena forza il lavoro degli inquirenti e delle forze di polizia. Visto il tentato coinvolgimento in maniera illegittima della nostra associazione da parte di soggetti implicati dell'inchiesta, valuteremo quando sarà il momento, anche la costituzione come parte civile in eventuali processi, contro chi, in barba alle regole e al rispetto di ambiente e salute dei cittadini, ha gestito illegalmente i rifiuti nel Lazio, millantando addirittura una partnership con Legambiente, associazione dove ogni attivista, circolo o volontario, lavora incessantemente da anni e continuerà a farlo per scardinare i vecchi, illegali e feroci metodi di smaltimento dei rifiuti".
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