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Cronaca

Milano: un corteo per dire no al genocidio in Birmania

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Tempo di lettura 2 minuti La coda umana che è iniziata a Piazza della Repubblica, protetta da uomini della Polizia Locale e dei Carabinieri, è stata composta di padri, bambini e donne coperte dal velo.

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MILANO – Nel pomeriggio di Sabato, Milano si è trasformata nella piazza ideale per mostrare a tutta la nostra scossa penisola cosa vuol dire integrazione. Un gruppo di circa 200 stranieri islamici si sono riuniti in corteo per “bloccare il genocidio” che si sta consumando in Birmania. Le vittime del silenzioso sterminio al quale il popolo islamico milanese cerca di dar voce sono gli islamici della minoranza rohingya (150mila persone) per mano della maggioranza buddista rakhine, religion, quella buddista, professata dall’ 89% dei 55 milioni di birmani. La coda umana che è iniziata a Piazza della Repubblica, protetta da uomini della Polizia Locale e dei Carabinieri, è stata composta di padri, bambini e donne coperte dal velo. Gli slogan principali, inneggiati in arabo ed in italiano, sono stati contro la procrastinazione della violenza verso i bambini ed in favore di uno stato di pace e di sicurezza.

É immediato comprendere il clima surreale che si respirava tra le vie milanesi: persone avvezze ormai alla discriminazione che hanno levato un inno di pace verso un paese cosi lontano. Nello stesso giorno in cui il sindaco di Lampedusa, Totó Martello, afferma con voce sicura come quei 180 immigrati dell’hot spot (centro di prima identificazione) siano la causa precipua delle “minacce, molestie e furti” che hanno condotto l’ isola sicula al collasso con la complicità dell’ex sindaco, premio Unesco per la pace, Giusi Nicolini. Martello ha chiesto infine l’intervento diretto del ministero dell’interno, presieduto da Marco Minniti, il quale il 3 settembre alla festa de Il Fatto Quotidiano ha, per primo, introdotto il binomio “immigrazione ed integrazione”. Un grandioso esempio di quest’ultimo è raccontato da Dacia Maraini che si è recata a Pescasseroli, dove l’Associazione Mamma Africa procura beni di prima necessità e le bici utili a quei migranti che come Bubbacar, Sulay e Gibril vogliono lavorare, mantenersi ed integrarsi.

A tal proposito è doveroso, se non umano, citare lo Ius Soli che sembra essere stato dimenticato dalla classe politica italiana e che dovrebbe al contrario tornare in auge. Il decreto legge è più volte oggetto di accesi dibattiti anche se in dettaglio poco conosciuto e compreso. Questa nuova proposta di legge, definita “temperata”, prevede che può diventare italiano solo chi è nato in Italia da genitori stranieri di cui, almeno uno, sia in possesso del permesso di soggiorno Ue. Il ragazzo che compie, in seguito, la maggiore età può scegliere se rinunciare alla cittadinanza acquisista oppure confermarla. Un’idea non nuova che molti dei nostri partners europei hanno già largamente introdotto e che porterebbe in primis un sorriso a quei bambini che sabato, al corteo Milanese, avevano accompagnato a mani congiunte i loro piccolo amici di diversa provenienza e religione ed, in secundis, un altro monito alla politica di disuguaglianza trumpista dopo quello più incisivo già espresso da una piccola americana che ad una delle tante manifestazioni di protesta scriveva “she is my best friend, she is very nice” riferendosi alla sua compagna di origine araba.

Oggi più che mai, bisognerebbe essere solidali e disposti all’accoglienza ed all’integrazione , dato che, come ricorda il sopravvissuto romano ad Auschwitz Piero Terracina “il clima di antisemitismo che si respira in questo periodo è paragonabile a quello degli anni 30”. Le istituzioni, a partire dalla scuola, hanno l’onore e l’onere di spiegare ai giovani la differenza sostanziale che intercorre tra immigrazione, terrorismo e proselitismo ed il compito di far presente come gli adepti adolescenti ingaggiati dall’ISIS provengano dalle periferie europee e non da oltre frontiera.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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