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di Alberto De Marchis
ANGUILLARA (RM)
– Divieto di uso potabile, per la preparazione di alimenti (reidratazione e cottura di cibi) e per l'igiene dentaria delle acque provenienti dall’Acquedotto di Ponton dell’Elce ad Anguillara. Questo quanto ordinato dal sindaco Anselmo lo scorso 7 dicembre a tutela della salute pubblica. Il provvedimento sindacale si è reso necessario in quanto i prossimi 12,13 e 14 dicembre verrà effettuata la manutenzione periodica dell'impianto di dearsenificazione di Anguillara dell'acquedotto di Ponton Dell'Elce e sarà quindi necessario fermare il macchinario al fine di effettuare il lavaggio chimico delle membrane osmosiche. Gli addetti alla manutenzione procederanno quindi a by-passare l'impianto e l'acqua fornita alla popolazione non sarà pertanto potabile.
Al contrario, non si trova traccia sull'Albo Pretorio storico del Comune, per gli anni dal 2010 al 2015, di ordinanze a tutela della salute pubblica che vietavano l'uso potabile dell'acqua durante le operazioni di manutenzione degli impianti di dearsenificazione e defluorizzazione.
Difatti risulta la gestione operativa per gli impianti di Anguillara, – Colle Sabazio e Ponton Dell'Elce – in carico a una ditta, riferita al periodo che va dal 2010 al 2015. Eppure, non si trovano le ordinanze di non potabilità riferite ai periodi di intervento manutentivo sugli impianti. Forse all'epoca gli addetti alla manutenzione operavano senza spegnere i macchinari? Oppure ci si è "dimenticati" di tutelare la salute pubblica?
Intanto, lo scorso mese di novembre, i nuovi amministratori di Anguillara hanno inoltrato alla Procura della Repubblica di Civitavecchia gli atti dai quali si desumerebbe la mancanza di emissione di apposite ordinanze di divieto di utilizzo dell’acqua pubblica, nonostante le comunicazioni della ASL con la quale, in ragione delle analisi condotte e dei parametri fuori norma riscontrati, si richiedeva di dichiarare la assoluta non potabilità delle acque provenienti dai pozzi.
Una situazione che appare gravissima quella finita in mano alla magistratura, che ora, anche alla luce di questi ulteriori interrogativi, potrebbe pesare come un macigno su coloro che avrebbero dovuto tutelare la salute dei cittadini di Anguillara.
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