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Roma

Civitavecchia: quella sede "non adatta" per un Commissariato di Polizia

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Tempo di lettura 4 minuti Nei fatti quest’area, con viabilità psichedelica, appare un territorio abbandonato dal Comune

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di Chiara Rai

CIVITAVECCHIA (RM) – Viabilità nel caos e una situazione paradossale a Civitavecchia proprio sul lungomare nella centralissima zona marittima vicino al porto. Prima di arrivare a largo Marco Galli, percorrendo la SS1 via Aurelia, ci sono due strade sulla sinistra per chi arriva da Roma.


Residenti, domiciliati e zona "blindata" Si tratta di via Guglielmotti e via Malta che all’interno si congiungono a formare un ferro di cavallo con via Pirgi. Praticamente si tratta di un isolato che è stato letteralmente “blindato” dalla Polizia per “motivi di sicurezza”, piene di stalli “gialli” riservati esclusivamente alla Ps. Le persone che risiedono in quell’area non hanno la possibilità di avvicinarsi al portone con l'auto e scaricare la spesa o i bagagli o fare piccoli traslochi, se non preventivamente autorizzati, rischiando delle tempestive contravvenzioni, anche nei giorni più impensabili come alla vigilia del capodanno.

 

La  sede del Commissariato di Polizia si trova, di fatti, in un luogo che non esitiamo a definire “infausto”. "Ci sono addirittura due sbarre mobili, in via Malta e via Guglielmotti, che  spesso rimangono chiuse, – dichiara un residente del luogo – a volte anche con il lucchetto, – prosegue il residente – e vigilate da “guardiani” privati che non sono altro che  gli esercenti che monitorano chi entra e chi esce, decidono gli orari di carico e scarico merci e chi passa e chi no".


Ristoratori guardiani dei varchi Insomma il grosso problema sarebbe dato dall’anarchia dei ristoratori, che secondo quanto detto dai residenti, farebbero il brutto e il cattivo tempo improvvisandosi addirittura buttafuori a tutte le ore. Gli ostaggi appaiono quindi i residenti e i domiciliati che vivono all’interno di questo “fortino” dove a farla da padrone sarebbero quindi, come già detto, i ristoratori: “Si piazzano con una sedia su via Guglielmotti e decidono chi entra e chi esce. Delimitano il “loro territorio” mettendo biciclette in mezzo alla strada – dice ancora il residente –  per delimitare la circolazione che non gli permette di lavorare, insomma quell’isolato è il loro mondo e se non vogliono non si può passare  neppure per scaricare la spesa”. Risultato è un caos sia per i residenti che per gli operatori di polizia, perché parliamo di una struttura, quella della polizia di viale della Vittoria che conta 110 dipendenti e che offre servizio non solo a Civitavecchia ma a ben nove Comuni del circondario. 


Una sede di Ps "poco sicura" A confermarci quest’ultimo numero è il primo dirigente di polizia Giovanni Lucchesi, proveniente dalla Dcpp (Direzione centrale della polizia di prevenzione). Originario di Siracusa, in passato Lucchesi ha prestato servizio in città come Venezia, Firenze e Forlì, prima di arrivare a Roma nel 1991. Insomma un uomo pratico e di esperienza che ci racconta in poche parole che la sede del Commissariato li dove si trova non è sicura, non ha spazi adeguati e che è già stato scritto al Ministero degli Interni per far presente queste problematiche.

 

Un Far West intorno al Commissariato “Qui è un vero e proprio Far West – esordisce Lucchesi – i dissuasori mobili sono stati messi per motivi di sicurezza  al fine di impedire il caos lungo il perimetro della sede di Ps. Per i residenti e domiciliati sono stati ripristinati due stalli per il carico e scarico merci dal viale della Marina, all’imbocco del bar 40. Poi è chiaro che valutiamo i casi in cui ci sono persone disabili che hanno bisogno di arrivare in prossimità delle abitazioni e allora in quel caso vengono autorizzati senza problemi”. Non a caso Lucchesi ha scritto al sindaco di Civitavecchia lo scorso 28 settembre rappresentando proprio la situazione di disagio e malcontento dei residenti delle tre strade (Guglielmotti, Malta e Pirgi) “esclusi da qualsivoglia possibilità sia di accesso temporaneo che di sosta” reiterando la richiesta di valutare la possibilità di destinare 4 posti auto nelle immediate vicinanze, previa concessione di apposito permesso da attribuire agli inquilini degli stabili che insistono nelle strade perimetrali del Commissariato. I parcheggi sono stati individuati in viale della Vittoria dopo lo spazio per disabili.

 

Un'area prima pedonale, poi Ztl e ora di nuovo pedonale Nel 2015 il sindaco Cozzolino da infatti parere favorevole alla richiesta del dirigente di Ps che chiedeva l’installazione di dissuasori mobili su via Guglielmotti e via Malta al fine di interdire la circolazione dei veicoli per motivi di ordine e sicurezza pubblica (nota del 16 febbraio 2015). Il personale di Ps, si legge nella nota, può chiudere e aprire i dissuasori su richiesta.  A giugno di quest’anno è stata revocata sia la Ztl in via Guglielmotti, via Pirgi, via Malta e largo dei Tirreni: l’area che nel 2002 era pedonale e nel 2014 Ztl, viene di nuovo  trasformata in pedonale consentendo transito ai veicoli di polizia emergenza e soccorso con facoltà per i veicoli di venire autorizzati dalla polizia locale purché abbiano ottenuto nulla osta del commissariato.

 

L'ultima delibera del Comune e il calvario dei residenti L’ultimo atto del Comune apporta ulteriori cambiamenti ma purtroppo sembra ancora non andare a vantaggio dei cittadini : si tratta di una deliberazione di giunta mediante la quale viene istituita una nuova regolamentazione della circolazione  in via Guglielmotti, Malta, Pirgi, largo dei Tirreni, via Duca D’Aosta, Rampa dei Saraceni, largo Galli, lungomare Tahon de Revel (tratto Rampa dei Saraceni e via Stegher). Ulteriori restrizioni e circolazione a orario con l’istituzione della Ztl nei giorni feriali dalle  dalle 06 alle 16 e nei giorni festivi area pedonale dalle 0-24. Insomma altri cambiamenti che da circa due anni interessano questa zona dove prima non esistevano sbarre mobili, e c’era possibilità di parcheggio anche per gli inquilini. “Da sempre è stato così – commenta un altro residente – la mia famiglia  ha parcheggiato la macchina vicino casa per 70 anni. Ora questo calvario sembra non finire mai”.


Abbandono e incuria
Nei fatti quest’area, con viabilità psichedelica, appare un territorio abbandonato dal Comune: ci sono pozzetti a cielo aperto , come quello in quello in via Guglielmotti che grazie alla bontà d’animo di un residente è stato tappato alla meno peggio. Le caditoie vengono utilizzate come ricettacolo per gli scarti alimentari. L’incuria e degrado sono facilmente riconoscibili come le povere palme sul lungomare che non appaiono curate: la maggior parte sono secche. Possibile che non si riesca a trovare una soluzione idonea alla pacifica convivenza di polizia e residenti? Quest’annosa situazione dovrebbe essere risolta dal Comune di Civitavecchia, altrimenti rischia di rimanere un Far West dove a dettare legge sono solo le attività commerciali. Gli stalli ripristinati a Bagno 40 non sono sufficienti a coprire le esigenze di chi risiede nel “fortino” blindato e vorrebbe, come giusto che sia, poter arrivare sotto casa, scaricare i propri effetti personali o quello che sia e poi allontanarsi come giusto per trovare un posto dove poter parcheggiare. Quest’ultima ricerca sarà certamente più difficile perché i posti restano comunque pochi.  Intanto i residenti hanno presentato una petizione per denunciare la situazione delle due strade  inaccessibili e rese “private” dalle condizioni appena denunciate. Nessuna risposta è arrivata e intanto il caos e le assurdità la fanno da padrone.

Castelli Romani

Frascati, scuola Tudisco: sicurezza a rischio, senza palestra e con strutture degradate

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Forza Italia, Lega, Noi Moderati, UdC e Io Amo Frascati interrogano il Comune di Frascati sui fondi per riqualificare la scuola. Le famiglie chiedono interventi urgenti per garantire un ambiente sicuro e attività fisica adeguata agli studenti

La Scuola Primaria Tudisco di Frascati, situata nella località di Cisternole, ospita circa 100 alunni distribuiti su sei classi. Costruita negli anni ’70, l’istituto ha visto nel corso degli anni un solo intervento di ristrutturazione, avvenuto tra il 1997 e il 2000.
Tuttavia, ad oggi, la struttura versa in condizioni che sollevano preoccupazioni, sia in termini di sicurezza che di fruibilità. I problemi principali riguardano lo stato degli infissi, in legno e ormai “ammalorati” al quale si aggiunge l’assenza di una vernice protettiva che possa evitare, per quanto possibile, ulteriori danni.

foto inviate da alcuni genitori degli alunni

La porta d’ingresso, in legno e non complanare, presenta lacune strutturali, non adattandosi correttamente al pavimento con tutte le conseguenze in caso di pioggia.

foto inviate da alcuni genitori degli alunni

Anche il funzionamento delle maniglie e dei meccanismi di apertura delle porte, sia interne che esterne, è inadeguato e richiede interventi urgenti.

foto inviate da alcuni genitori degli alunni

Un’altra criticità è legata all’impianto elettrico, che necessita di una revisione sostanziale così come l’impianto idrico soggetto a continue perdite con bagni che risultano non idonei per i più piccoli, i quali faticano a raggiungere il rubinetto, correndo il rischio di cadere nel tentativo di arrampicarsi.

foto inviate da alcuni genitori degli alunni

L’assenza di una palestra costringe gli studenti a effettuare attività fisica all’aperto, ma solo nelle rare giornate di bel tempo, poiché l’area verde esterna non è adeguatamente attrezzata per questo scopo.

foto inviate da alcuni genitori degli alunni

In risposta a queste problematiche, è stata presentata, in questi giorni, dopo numerose segnalazioni da parte dei genitori degli alunni, un’interrogazione all’amministrazione comunale di Frascati, al fine di conoscere le misure che si intendono adottare per risolvere le criticità strutturali e le tempistiche di intervento.

foto inviate da alcuni genitori degli alunni

Forza Italia, Lega, Noi Moderari, UdC e Io Amo Frascati chiedono “di conoscere, si legge nel testo dell’interrogazione, se esistono dei finanziamenti per la palestra e l’ eventuale stato del finanziamento e come si intende intervenire affinché gli alunni possano svolgere attività motoria”.
La comunità scolastica e le famiglie degli studenti auspicano che le istituzioni si facciano carico di queste necessità e che venga avviato un percorso di riqualificazione della Scuola Tudisco, affinché gli alunni possano crescere e apprendere in un ambiente sano e stimolante.

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Castelli Romani

Scandalo a Nemi, il sindaco Bertucci e sua moglie al centro di un esposto

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Accuse di irregolarità nei lavori all’appartamento del primo cittadino

Un caso che ha il sapore dello scandalo si abbatte sul piccolo comune di Nemi. Al centro della vicenda, descritta in un esposto dettagliato presentato da un cittadino originario di Nemi e indirizzato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, ci sono accuse gravi nei confronti del sindaco Alberto Bertucci e di sua moglie.

Secondo quanto riportato, i coniugi avrebbero realizzato interventi edilizi su un immobile nel centro storico del paese arbitrariamente, senza il consenso dei proprietari delle parti comuni dell’edificio quale facciata, tetto e sottotetto.

L’edificio nel quale sono situati gli immobili del sindaco Alberto Bertucci hanno importanti parti in comune con altri immobili parimenti contenuti nello stesso edificio, dove, per altro, insiste un’attività commerciale.

L’esposto narra di lavori condotti dai Bertucci senza nessun accordo preventivo con i comproprietari e senza alcuna dichiarazione che l’intervento edilizio avrebbe interessato le parti comuni dell’edificio negli atti depositati per le pratiche edilizie che hanno interessato gli immobili. E cosa ancor più grave, si presume, senza tutte le necessarie autorizzazioni.

Questi lavori hanno comportato la demolizione di parti comuni del tetto e della facciata dell’edificio, nonché di una canna fumaria a servizio da sempre dell’attività commerciale e risalente agli anni ’50. Il tutto sempre riconducibile alle parti di proprietà di terzi.
I lavori hanno comportato la realizzazione di un balcone, interventi sui solai senza nulla osta del genio civile, oltre che di canne fumarie che, secondo quanto affermato, sarebbero di esclusiva proprietà dell’esponente. Nonché, addirittura l’annessione alla proprietà Bertucci del sottotetto, ex parte comune dell’edificio.

Ma c’è di più: pare che l’amministrazione comunale, che dovrebbe essere la prima a vigilare sul rispetto delle normative edilizie, non sia intervenuta d’iniziativa per fermare i lavori come avvenuto, invece, per numerose situazioni d’immobili ricadenti nel territorio di Nemi.

Un comportamento che, se confermato, getterebbe un’ombra molto pesante sulla gestione del Comune da parte del sindaco.

Gli atti allegati all’esposto, che la nostra redazione ha avuto modo di visionare, mostrano chiaramente come i lavori siano stati eseguiti “senza alcun accordo” tra le parti coinvolte, in violazione delle regole urbanistiche che disciplinano le modifiche agli edifici storici.

Le foto ante e post operam, allegate all’esposto, evidenziano chiaramente la trasformazione degli spazi e i danni subiti dalle parti comuni dell’immobile. Particolarmente grave è l’accusa relativa alla demolizione delle canne fumarie. Due di queste, poste sul tetto dell’edificio, sono state smantellate senza preavviso e una sola di esse è stata ripristinata. Tuttavia, il documento sottolinea come quella rimasta demolita fosse funzionale all’attività commerciale all’interno dello stabile e di esclusiva proprietà del denunciante. Questa demolizione ha generato un atto amministrativo a carico del locale.

Questi interventi edilizi operati dai coniugi Bertucci sono stati constatati dall’esponente circa un anno fa. Prima avrebbero smantellato il manto di copertura a tegole e poi proceduto a demolire il tetto stesso.

Ancora più grave, si legge nell’esposto, che “le opere edili portate avanti dai coniugi Bertucci avevano scalzato le altezze del tetto di circa 2 metri”

Non si tratta solo di un problema edilizio, ma di una questione morale. Se le accuse dovessero essere confermate, l’operato del sindaco Bertucci rappresenterebbe un clamoroso “abuso di potere”. Un sindaco dovrebbe essere l’esempio di legalità e trasparenza, e non protagonista di condotte che vanno contro la legge e danneggiano il patrimonio comune.

Il documento presentato alla Procura chiede che vengano effettuate tutte le verifiche del caso, al fine di accertare eventuali illeciti penali e, qualora se ne riscontrasse la presenza, procedere con le azioni legali del caso.

Una denuncia che potrebbe sfociare in un vero terremoto politico per il comune di Nemi. La nostra redazione ha avuto accesso non solo all’esposto, ma anche a una serie di immagini esclusive che documentano lo stato dell’immobile prima e dopo i lavori effettuati dai Bertucci.

Le immagini confermano senza ombra di dubbio le trasformazioni descritte e la portata dei lavori che, secondo l’esponente, hanno alterato la struttura originaria dell’edificio. Se confermate, queste accuse metterebbero il sindaco Bertucci di fronte a una situazione estremamente delicata, non solo dal punto di vista giudiziario, ma anche da quello politico e morale. Un “padre di famiglia” e primo cittadino che viola le leggi che lui stesso dovrebbe far rispettare rappresenta un esempio devastante per l’intera comunità.

Mentre la vicenda si sviluppa e gli organi competenti conducono le indagini, i cittadini di Nemi attendono con ansia di sapere la verità. Se le accuse dirette ai coniugi Bertucci si riveleranno fondate, ci troveremmo di fronte a un caso che minerebbe profondamente la fiducia nelle istituzioni locali e nella figura del primo cittadino.

La Procura della Repubblica è stata chiamata a fare chiarezza, e ora la palla è nelle mani della giustizia. Noi de L’Osservatore d’Italia continueremo a seguire da vicino questo caso, con la speranza che venga fatta piena luce su un episodio che rischia di travolgere l’amministrazione comunale di Nemi.

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Castelli Romani

Ariccia, investe e uccide la moglie durante una manovra con l’auto

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Un drammatico incidente si è consumato nel pomeriggio di ieri ad Ariccia, in via dei Lecci. Un uomo di 74 anni, mentre faceva retromarcia con la propria auto, ha investito e ucciso accidentalmente la moglie, una donna di 66 anni. La tragedia si è verificata in un attimo: l’uomo non si è accorto della presenza della moglie dietro al veicolo, e il destino ha voluto che un semplice errore si trasformasse in una fatalità.

Subito dopo l’incidente, la donna è stata trasportata d’urgenza in ospedale, ma purtroppo è deceduta poco dopo a causa delle gravi lesioni riportate. Sul luogo dell’incidente sono prontamente intervenuti i carabinieri della stazione di Ariccia e la polizia locale per i primi rilievi.

Secondo le prime ricostruzioni fornite dagli inquirenti, l’uomo, in evidente stato di shock, non avrebbe avuto la minima consapevolezza che la moglie si trovasse così vicino all’auto. “Erano una coppia affiatata, sempre insieme,” racconta un vicino di casa che li conosceva da tempo. “Non posso immaginare il dolore che starà provando ora. È stato solo un tragico incidente, ma il peso di questa disgrazia lo porterà per tutta la vita.”

Le indagini
Al momento, il veicolo è stato sequestrato e sono state avviate le indagini per omicidio stradale colposo, come previsto dalla legge in casi di incidenti mortali. La Procura di Velletri si sta occupando del caso e la salma della donna è stata messa a disposizione della magistratura per gli esami necessari.

Un amico di famiglia, visibilmente commosso, ha dichiarato: “Li ho visti crescere insieme, affrontare ogni momento con forza e affetto reciproco. Questa tragedia è come una pugnalata al cuore per tutti noi che li conoscevamo. Non ci sono parole per descrivere quanto siamo affranti.”

Il dolore è palpabile anche tra i residenti della zona, molti dei quali descrivono la coppia come un esempio di legame solido e affettuoso. “Si aiutavano sempre l’un l’altro,” riferisce una conoscente. “Non so come riuscirà ad andare avanti senza di lei.”

L’intera comunità di Ariccia si stringe attorno all’uomo, in un abbraccio silenzioso che cerca di colmare il vuoto lasciato da questa immane tragedia.

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