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Roma

Anguillara, Pro Loco: catering indigesto e alcuni "conti" che non tornano

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Tempo di lettura 4 minuti Le norme regionali che regolamentano il funzionamento delle Pro Loco sono particolarmente rigide.

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di Silvio Rossi

ANGUILLARA (RM) – Non si placano le polemiche sulla Pro Loco di Anguillara Sabazia, in particolare dopo l'esclusione delle associazioni locali dall’ultima edizione della Sagra del Pesce. Su una nota pubblicata dalla Pro Loco di Anguillara sul social Fb si legge: “Le motivazioni che hanno spinto la Pro Loco, per quest’anno, ad affidare la gestione del cottio ad un catering esterno sono state dettate dall’esigenza di conoscere e far conoscere alla cittadinanza quelli che sono gli incassi (fino ad oggi solo ipotizzabili) di una manifestazione storica…”.  Viene affermato dunque il concetto che per riuscire a conoscere gli incassi di una manifestazione occorra affidarsi a un catering esterno? Non c’è bisogno certo di essere organizzatori di eventi, per comprendere lo spessore di quanto affermato. Basta andare in una qualsiasi delle manifestazioni che vengono realizzate durante le quattro stagioni a Roma, come nei paesi più piccoli, dove l’ente organizzatore, specialmente quando coesistono nell’evento più soggetti, gestisce la cassa per tutti, e vengono rilasciati dei buoni, con cui gli avventori si presentano ai vari stand. È un sistema semplice, efficace, adottato ovunque. Perché ad Anguillara non si è riusciti ad utilizzarlo per conoscere esattamente quanto venduto da ogni singola fraschetta? Era poi così necessario affidarsi a un catering esterno escludendo le realtà locali? Quanto fatto con questa società lo si sarebbe potuto fare anche con le associazioni cittadine, anche perché risulta improbabile che un catering sia venuto fino ad Anguillara, abbia lavorato per due giorni, senza ottenere un compenso.
A questo ci si chiede: in base a quale criterio è stato scelto questo catering? Quanto è stato retribuito? Ne sono stati contattati altri? Le associazioni che gli anni passati hanno organizzato le fraschette sono state interpellate per prestare lo stesso servizio del catering alla stessa cifra, o sono state completamente ignorate?

 

Dal 2015 lo status di Pro Loco e prima? Inoltre sul sito istituzionale della Pro Loco di Anguillara, nella sezione “notizie”, c’è scritto che: “la Pro Loco di Anguillara Sabazia informa che opera nella massima legalità ed è iscritta: all'Albo Regionale – Pro Loco del Lazio – iscrizione n. 179”. Ciò che però, sulla pagina non compare, è la data di iscrizione all’Albo. Un dettaglio certamente non trascurabile, che getta alcune ombre su quella che è stata la gestione della Pro Loco. Consultando infatti l’Albo Regionale, scopriamo che l’associazione di Anguillara è iscritta solamente a partire dal 2015  con buona pace della Legge Regionale n. 13 del 2007, che all’articolo 15 comma 7 recita: “La denominazione pro-loco è riservata esclusivamente alle associazioni iscritte all’Albo”. Principio ribadito anche dall’allora Provincia di Roma (ora Città Metropolitana), che nel 2009 ha redatto un disciplinare dove viene richiamata la disposizione regionale. Stando quindi alla Legge, come è stato possibile che la Pro Loco di Anguillara abbia tranquillamente operato fino al 2015 senza essere iscritta all’Albo? Come è stato possibile che nel 2007 sia nata un’associazione cittadina, denominata “Pro Loco Anguillara Sabazia”, se le norme in questione riservano tale denominazione esclusivamente alle associazioni iscritte all’Albo? Perché mai il Comune di Anguillara ha concesso contributi e nel 2014 ha approvato una convenzione con un’associazione che, stando alle carte ufficiali, si è iscritta all'Albo dopo 8 anni di attività?

 
Un chiarimento auspicabile dal sindaco Sulla questione si auspica, a scanso di qualsiasi ragionevole dubbio, un chiarimento da parte del sindaco: i contributi concessi dal Comune di Anguillara alla Pro Loco, nel periodo 2007/2015, prima dell’iscrizione all'Albo, possono comunque essere ritenuti regolari? E se così non fosse, è ipotizzabile un danno erariale per contributi concessi ad una Pro Loco locale che secondo la normativa non poteva essere riconosciuta come tale?

 

Metodo democratico di accesso ai cittadini Occorre precisare anche che le norme regionali che regolamentano il funzionamento delle Pro Loco sono particolarmente rigide. Una Pro Loco iscritta all’Albo, deve redigere uno statuto che sia rispondente a una serie di indicazioni dettate dalla Legge regionale, tra cui garantire il metodo democratico di accesso ai cittadini. Entro il 15 aprile di ogni anno, poi, la Pro Loco deve inviare la relazione descrittiva ed economico/finanziaria sull’attività svolta nell’anno precedente e in programmazione per l’anno in corso. Visitando il sito della Pro Loco di Anguillara non si trova traccia né dello statuto, né tantomeno una sorta, seppure schematica, di bilancio o rendiconto delle entrate e spese. Alla faccia del metodo democratico! Ma nonostante tutto nella nota  della Pro Loco si legge anche: “Tra qualche giorno pubblicheremo il rendiconto ufficiale in totale trasparenza”. Bene, ottima iniziativa, anche se, sarebbe stato opportuno provvedere in tal senso anche negli anni passati quando la Pro Loco, se Pro Loco si poteva chiamare, organizzava eventi per conto del Comune.  Del passato si trovano solo determine comunali che elargivano alla stessa associazione  migliaia di euro come contributo per l’organizzazione dei vari eventi.


Onestà, legalità e trasparenza I cittadini, soprattutto in questo periodo storico dove vanno molto di moda parole d'ordine come "onestà" o "legalità" , meritano dunque di sapere, in nome della trasparenza, quanto è stato incassato negli anni passati dagli eventi gestiti dalla Pro Loco considerando la somma dei contributi pagati dalle associazioni, delle eventuali vendite di beni/oggetti, dei contributi elargiti da parte del Comune. E di questa cifra, sapere quanto è stato investito per la valorizzazione del territorio di Anguillara Sabazia. Perché non è molto chiaro quanto sia stato incassato e quanto speso per un’opera qualsiasi: una panchina, la sistemazione di due aiuole, la riparazione di qualche cartellone turistico. Guardando lo stato in cui viene tenuto il magazzino affidato dal Comune alla Pro Loco (a titolo gratuito?), la risposta la possiamo solo immaginare.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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