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ROMA, GIOCO D'AZZARDO: VIRGINIA RAGGI ATTESA AD UNA GRANDE SFIDA

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Tempo di lettura 2 minutiDopo le promesse della campagna elettorale, il neo sindaco di Roma ora è chiamato a passare dalle parole ai fatti

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Redazione

Roma – Il Lazio è la seconda casa italiana per quel che concerne il gioco d'azzardo. Solo la Lombardia la batte in quanto a volume di gioco. Ogni anno, i laziali spendono 5.206.000 per il gambling con una spesa pro capite annua di 944 euro. Andando a studiare gli apparecchi di intrattenimento, si può notare come l'80%  dei giocatori laziali prediliga new slot e vlt, mentre il 18% si concentra su scommesse e i classici ‘Gratta & Vinci’. Il 2%, invece, punta sugli altri giochi regolati dall'Aams. Se si analizzano i dati relativi alle singole città, Roma balza in testa per quel che concerne il numero di slot attive sul territorio, circa 300 dislocate tra centro storico e hinterland. A queste vanno aggiunte le cinquantamila apparecchiature ludiche, che rappresentano il 20% delle apparecchiature di gambling su territorio nazionale.

La pressione di Codacons su Virginia Raggi Con queste premesse non stupisce che il neo sindaco di Roma, Virginia Raggi, abbia trovato subito sulla sua scrivania, la questione gambling. Neanche il tempo di insediarsi che, il Codacons le ha mandato una diffida al fine di regolamentare le sale slot presenti sul territorio della capitale. Il presidente dell'associazione, Carlo Rienzi, per spiegare l'iniziativa ha affermato: “Fino ad oggi si sono moltiplicate in modo selvaggio e senza alcuna regola con il solo permesso della Questura e con l’avallo dei sindaci l’hanno preceduta e che hanno sempre sostenuto di avere alcuna competenza in merito” .
La Raggi, già in campagna elettorale aveva affermato che, tra i primi atti della sua amministrazione ci sarà la presentazione del regolamento sulle sale slot. Ora è chiamata a passare dalle parole ai fatti.

Il regolamento mai applicato A dire il vero, un regolamento per controllare il gioco d'azzardo esiste già, ma non è stato mai applicato. Nel 2013, infatti, il consigliere Pd, Dario Nanni, presentò una delibera per regolamentare il gambling. Il provvedimento prevede il censimento di tutti gli apparecchi da gioco autorizzati sul territorio comunale e ne regolamenta tra le 13 e le 23 l'orario delle attività. Il numero degli apparecchi installati  dovrebbe essere parametrato alla superficie disponibile nei locali. In pratica,  esercizi fino a 25 mq avranno un solo apparecchio, mentre quelli che raggiungeranno i 50 mq ne potranno installare due. Con superfici superiori ai 100 mq non sarà possibile installare più di quattro slot. Bar e esercenti assimilati dovranno rispettare parametri più restrittivi. In tutti questi locali dovrà essere esposto un cartello che indichi il divieto di utilizzo delle apparecchiature ai minori di 18 anni e dovranno essere esposte locandine e manifesti che dissuadano dal gioco.Benché tale regolamento sia stato protocollato agli uffici competenti lo scorso anno, ad oggi non è ancora entrato in vigore. Inoltre, il provvedimento risulta carenti in alcuni punti. Non vi è traccia di strumenti volti a contrastare la liberalizzazione e la diffusione delle sale gioco, non vi sono controlli efficaci sui minorenni e, soprattutto, non vi è alcuna normativa sul gioco online, vera piaga sociale italiana.

La grande sfida della Giunta Raggi Virginia Raggi, si troverà, quindi, ad affrontare un problema di non facile soluzione. Secondo una ricerca compiuta dal CeIS nel 2015, il 18% dei giovani romani si indebita con il gioco d'azzardo. Riuscire a regolamentare questo fenomeno che sta sempre più prendendo la forma di una piaga sociale, soprattutto per le fasce deboli e l’infiltrazione della criminalità organizzata nella Capitale, sarà una delle sfide più grandi della sua amministrazione.