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MARINO: LA GOTTO D'ORO APRE ALL'INNOVAZIONE IN VITICOLTURA

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Tempo di lettura 3 minuti Luigi Caporicci, presidente della storica azienda di vini, darà il benvenuto a tutti gli ospiti

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Red. Cronaca

Dalla Gotto d'Oro / Marino (RM) – La prestigiosa cantina Gotto d'Oro apre all'innovazione in viticoltura e organizza un seminario dove si parlerà delle nuove varietà resistenti alle malattie per l'ambiente e per l'economia. Il convegno, organizzato dalla Gotto d'Oro in collaborazione con Vivai Cooperativi Rauscedo, si terrà il prossimo giovedì 14 luglio alle 16.30 presso il Salotto del Vino Gotto d'Oro in via del Divino Amore 347 a Marino dove Luigi Caporicci, presidente della storica azienda di vini, darà il benvenuto a tutti gli ospiti. Sono quindi previsti gli interventi del prof. Raffaele Testolin docente all'Università degli studi di Udine che tratterà "la creazione di varietà resistenti alle malattie". A seguire il dott. Eugenio Sartori direttore dei Vivai Cooperativi Rauscedo affronterà il tema "Il potenziale mercato e la valenza economica dei nuovi vitigni resistenti alle malattie". Sarà poi quindi il momento della degustazione di microvinificazioni sperimentali e a seguire è previsto un buffet con le eccellenze del territorio.

Le due malattie più comuni della vite, che rendono necessario un regolare utilizzo di prodotti fitosanitari, sono la peronospora e l’oidio, tanto che sono necessari ad oggi dai 6 ai 16 interventi fitosanitari all’anno (in funzione delle condizioni climatiche e ai prodotti utilizzati) per contenerne lo sviluppo, dato che un infezione acuta potrebbe portare alla perdita totale della produzione. Il fenomeno è così importante tanto che nell’Unione Europea il 65% dei fungicidi attualmente impiegati in agricoltura vengono utilizzati nei vigneti, che rappresentano solamente il 3.3% delle superfici investite. Mediamente per 12 trattamenti ettaro si impiegano 26 chilogrammi di fungicidi.

Le varietà di vite resistenti ai funghi (in brevePIWI) trovano la loro origine negli incroci effettuati tra le varietà di vite da vino e le varietà di vite americane resistenti alle malattie fungine. La maggioranza delle varietà, che ancora oggi vengono erroneamente chiamate ibrido, produttore diretto o varietà interspecifica, furono sviluppate dal 1880 al 1935 in Francia.

L’Università di Udine e il suo Istituto di Genomica Applicata (IGA) ed i Vivai Cooperativi di Rauscedo
, hanno creato nuovi incroci, sia a bacca bianca che a bacca nera, resistenti a peronospora, a oidio o ad entrambi, con ciclo più lungo e maturazione più tardiva, quindi idonee anche ai climi più caldi. I costitutori hanno provveduto all’iscrizione di 10 varietà che presentano la stabilità dei caratteri e positive attitudini agronomiche. La selezione è stata fatta per resistenza (peronospora e oidio), caratteri agronomici (ricercando la vigoria media, produttività media, grappolo tendenzialmente spargolo, produzione di 3-5 kg/pianta) e caratteri enologici.

I nuovi vitigni bianchi selezionati sono tutti resistenti alla peronospora e all’oidio.
La struttura dei vini è interessante. Buone le produttività delle uve, paragonabili a quelle delle varietà tradizionali. La presenza di alcool metilico è sempre molto al di sotto del limite europeo. Nelle nuove varietà a bacca rossa, la produttività è media o medio/bassa: buona, anche in questo caso, la resistenza alla peronospora e all’oidio. Evidenziano pure una certa resistenza alla botrite e anche al freddo. Tutte le varietà hanno un contenuto di alcol metilico inferiore al limite europeo.

Il loro pedigree è cosmopolita e deriva dalle migliori varietà di viti resistenti
ottenute in Ungheria, Serbia, Germania, Austria, Francia, incrociate con vitigni tradizionali di pregio come Sauvignon, Merlot, Cabernet e Friulano”, e sono state ottenute con i metodi della selezione genetica assistita. In pratica le varietà resistenti derivano da incroci condotti in maniera classica: il polline di una varietà è stato utilizzato per impollinare il fiore di un’altra varietà e le piante ottenute dai semi sono state selezionate in base alle caratteristiche ricercate. A questo livello è intervenuto il laboratorio a coadiuvare (e velocizzare) il processo classico di selezione: solo quelle piante che presentano i marcatori per i geni responsabili delle resistenze oppure in grado di produrre molecole tossiche per il fungo sono state selezionate per ulteriori cicli di incrocio e per i test più lunghi, in pieno campo. Una collaborazione tra alta tecnologia genetica e breeding classico, che ha permesso in questi anni di analizzare i circa 16.000 incroci, da cui sono poi derivate le seguenti 10 selezioni recentemente iscritte nel Registro nazionale delle varietà di vite: Cabernet Eidos n., Cabernet Volos n., Fleurtai b., Julius n., Merlot Kanthus n., Merlot Khorus n., Sauvignon Kretos b., Sauvignon Nepis b., Sauvignon Rytos b., Soreli b..

 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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