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Roma

NEMI, PROCESSO SCUOLABUS: TEST DEL PM DAVANTI AL GIUDICE

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Tempo di lettura 6 minuti Assenti ingiustificati la signora Pacchia Tiziana e il maresciallo Capo dei Carabinieri Fabio Adinolfi

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di Chiara Rai
Nemi (RM)
– Il prossimo 25 ottobre 2016 alle ore 12 verranno ascoltati i due test dell’accusa (che oggi non si sono presentati all’udienza) nel processo sull’acquisto dello scuolabus di Nemi, una storia che risale al 2010 e nella quale sono imputati Giampaolo Miglietta quale responsabile all’epoca del procedimento e dell’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi, l’allora vicesindaco Alberto Bertucci, Mauro Cesaretti titolare della ditta Car Ind Srl e Riccardo Schiaffini, allora titolare della ditta appaltatrice dei trasporti presso il Comune di Nemi.

 

Un caso destinato probabilmente alla prescrizione. Oggi, 5 luglio 2016, sono stati ascoltati i test del Pm (l’accusa). Sul banco dei testimoni Cinzia Cocchi e Vincenzo Galluccio oltre a tale Fabrizi responsabile commerciale della Romana Disel, una delle 4 ditte che hanno partecipato alla gara per l’acquisto del pulmino poi revocata in autotutela a seguito del sequestro del fascicolo da parte delle forze dell’ordine, sequestro che è avvenuto dopo l’esposto contro ignoti presentato dall’allora sindaco Cocchi che aveva rilevato delle anomalie e irregolarità, confermate dal segretario Galluccio, nell’espletamento della gara per lo scuolabus.

 

Gli avvocati della difesa. Ad assistere Miglietta l’avvocato Fabrizio Aliotta, Bertucci Giada D’Eletto, Schiaffini Marco Fagiolo, Cesaretti Franco Di Boi.

 

La testimonianza di Cinzia Cocchi Il 10 febbraio scorso sono state ammesse le prove. Cinzia Cocchi ha giurato di dire tutta la verità di fronte al Giudice Alessandra Ilari. Ha premesso di essere stata sindaco dal 2009. Ha spiegato sommariamente come sono andati i fatti: a seguito dell’aggiudicazione di un finanziamento provinciale di circa 48 mila e rotti euro è stato dato mandato a Miglietta responsabile dell’ufficio Tecnico del Comune di Nemi di esperire la gara. “Periodicamente – ha detto Cocchi – chiedevo di essere informata sulla questione dello scuolabus e mi rapportavo sia con il mio vicesindaco Alberto Bertucci, in quanto essendo assessore alla Scuola seguiva da vicino la vicenda, sia con Miglietta ma ricevevo risposte fumose e mai le stesse. Ho continuato a domandare ma non ho ricevuto risposte chiare fino al punto di essere stata costretta ad inviare una lettera scritta con richiesta d’informazioni scritte che sono arrivate tardi anche se la mia stanza si trovava a pochi passi da quella di Miglietta. Sostanzialmente ebbi delle rassicurazioni scritte: la gara si era conclusa e da li a poco si sarebbe immatricolato il mezzo”. Cocchi ha poi spiegato che durante uno dei confronti avuti con Miglietta si rese conto che il bando di gara riportava come importo la cifra esatta del finanziamento mentre sull’aggiudicazione veniva riportato un importo maggiore rispetto la cifra finanziata dalla provincia: “Quando feci notare questa incongruenza – prosegue Cocchi –  mi fu risposto che non era un problema e che questa differenza si sarebbe sistemata al momento della firma del contratto. In un’altra riunione di giunta, chiesi a Bertucci e Miglietta dove fosse questo scuolabus e mi fu risposto che il mezzo era a Perugia, perché a vincere la gara era stata la Car Ind di Perugia. Ma io insistetti perché da voci, in piazza e nei bar mi veniva detto che lo scuolabus era già stato consegnato e che si trovava nel deposito di Schiaffini. Certamente non mi sono fermata alle voci ma ho continuato a chiedere spiegazioni a Miglietta e Bertucci e alla fine Bertucci disse ‘sì è vero, lo scuolabus si trova nel deposito di Schiaffini’, la ditta che già prestava servizio di scuolabus e locale.  Da quel momento – continua Cocchi – il nostro rapporto di fiducia si incrinò. Allora mi rivolsi al garante della legalità rappresentato dal segretario comunale e interpellai Galluccio pregandolo di farsi consegnare il fascicolo al fine di verificare se tutto fosse in ordine.

 

Le doppie fatture Guardando le carte rimasi basita perché c’erano delle doppie fatture che riportavano lo stesso numero di protocollo e la stessa data e inoltre Galluccio mi disse che a suo parere la procedura adottata non andava  bene. Inoltre ravvedevo delle discordanze perché invece di 30 posti il mezzo era di 18, ben 10 posti in meno e poi aveva delle caratteristiche diverse. A quel punto non potei fare altro che presentare un esposto perché il mio ruolo era di garante della legalità soprattutto perché in quel momento ero alla guida di un Comune e non ho potuto far altro che affidare tutto nelle mani degli inquirenti. E’ successo che il responsabile dell’Ufficio Tecnico Miglietta, dopo il sequestro del fascicolo ha annullato la gara in autotutela”.

 

Botta e risposta A questo punto si è creata una certa confusione perché l’avvocato Aliotta ha chiesto alla test Cocchi come mai nell’esposto non fossero elencati i vizi riscontrati come ad esempio le doppie fatture ma il Giudice a quel punto ha sottolineato che non era dovere della Cocchi indagare ma bensì degli organi preposti e che poi il dettaglio delle fatture doppie la Cocchi, secondo la testimonianza appena ascoltata, l’avrebbe riscontrato a posteriori, cioè dopo aver presentato l’esposto. E la Cocchi ha confermato l’asserzione del Giudice. Ma comunque quest’ultima ha detto che al riguardo verranno verificate le dichiarazioni verbalizzate in Aula nonché gli atti depositati. Parentesi sul Giudice Ilari che, nel corso dell’udienza, ha fatto emergere la sua volontà di capire bene come siano andati i fatti nonostante l’oggettiva difficoltà della impossibilità di poter visionare tutti gli atti, insomma un ruolo ben diverso da quello di Gip e Gup ricoperto fino a poco tempo fa dalla Giudice Ilari che in questa sede deve cercare di carpire al meglio le dichiarazioni rese e snocciolare perbene il vulnus della questione che poi è venuto fuori in un passaggio reso dalle dichiarazioni di Galluccio, che illustreremo a breve. Sempre Aliotta ha chiesto a Cocchi se quello di sindaco fosse il suo primo incarico in amministrazione ma Cocchi ha risposto: “Certo che no” facendo presente che dal 99 ha ricoperto la carica di consigliere comunale e poi dal 2004  al 2009 quella di assessore per poi essere eletta primo cittadino. Aliotta le ha chiesto se di solito era l’ufficio Tecnico ad occuparsi delle gare oppure se avrebbe dovuto occuparsene il segretario comunale. Ma poi il legale è stato interrotto dal Giudice che ha tagliato corto asserendo “Avvocato cosa intende colorare?”. Ciò a significare che le asserzioni del difensore di Miglietta non toglievano ne aggiungevano nulla alle dichiarazioni “chiare” rese da Cocchi.

 

La testimonianza di Vincenzo Galluccio Galluccio nella sua testimonianza ha sostanzialmente confermato delle irregolarità nella procedura della gara, esperita come gara aperta in un primo momento, facendo presente che la stessa non era stata pubblicata sull’albo pretorio e che mancava anche l’atto d’indirizzo della giunta ai fini dell’acquisizione della fornitura.

 

La E-mail Vincenzo Galluccio poi è venuto ad un punto che la stessa Giudice ha definito “rilevante” e che consta nel fatto che Galluccio ha asserito di aver trovato nel fascicolo “scuolabus” una mail indirizzata ad Alberto  Bertucci con mittente Schiaffini dove quest’ultimo indicava le ditte da invitare alla gara. In questa mail, acquisita agli atti, Schiaffini indica tre ditte che sono poi state invitate insieme a una quarta ditta che è la Romana Disel. A questo punto l’Avvocato Fagiolo ha fatto presente che la situazione è paradossale in quanto si trova a difendere il suo assistito Schiaffini unicamente per l’esistenza di questa mail che altro non è che una cortesia usata dal suo assistito nell’indicare altre ditte specializzate nel settore. Insomma l’intento di Schiaffini sarebbe stato solo quello di aver indicato colleghi specializzati nel settore fornitura scuolabus e basta. “Assurdo trovarci a discutere di questo” ha aggiunto Fagiolo. Subito dopo il Giudice ha sottolineato che in quel preciso momento non ha inteso entrare nel merito della regolarità o meno di questa mail che pur risulta importante, però ha rilevato il fatto che sia alquanto anomalo che lo Schiaffini della situazione si prenda l’impegno e il disturbo di segnalare altre ditte all’amministrazione impegnata ad esperire la gara.

 

Buona prassi? Insomma una singolarità che certamente non rende onore a buona amministrazione che seppur in economia potrebbe pubblicare una sorta di avviso sul sito del Comune per informare della gara affinché qualsiasi ditta, da tutta Italia, possa mostrare l’interesse a parteciparvi oppure dotarsi di un elenco di fornitori sul territorio. Poco rilevante la testimonianza di Fabrizi che ha soltanto confermato che la Romana Disel  ha partecipato alla gara e altri dettagli di poco conto ai fini del processo.

 

Assenti ingiustificati Dunque il prossimo 25 ottobre verranno ascoltati i test che oggi non si sono presentati: la signora Pacchia Tiziana e il maresciallo Capo dei Carabinier Fabio Adinolfi. Ai due è stata notificata la richiesta di comparizione in Aula in veste di testimoni ma nessuno di loro ha giustificato la non presenza. Per la Pacchia il Giudice ha ordinato una sanzione di 300 euro per la mancata comparizione senza giustificazione mentre per il maresciallo Capo Fabio Adinolfi, Ilari ha inteso ritenere che fosse occupato nella sua attività ma ha ordinato di notificargli la richiesta urgente di comparizione per la prossima udienza motivando l’assenza di oggi .

 

Le tasche dei cittadini Dopo questi due test dell’accusa verranno sentiti quelli della difesa. Una storia, questa dello scuolabus che sembra destinata a concludersi in una bolla di sapone sebbene ci siano dei punti e responsabilità  da chiarire. Intanto ci piace sottolineare il fatto che poi alla fine di tutto la gara è stata fatta ex novo dal commissario prefettizio Maurano che finalmente è riuscito nell’acquisto di un pulmino con il finanziamento della Provincia oltre a venticinquemila euro delle casse comunali per un totale di circa 70 mila euro. A questo ci si aggiungono i costi per un processo che si trascina da anni e che paga l’amministrazione di Nemi. Insomma alla fine chi ci ha rimesso in tutta questa storia sono, come sempre, le tasche dei cittadini. Perché sin dall’inizio non si sono fatte le cose perbene?

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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