Roma
BRACCIANO, BUFERA GIUDIZIARIA DISCARICA CUPINORO: COLPO DI SCENA. COINVOLTI ANCHE GLI EX AMMINISTRATORI?
Tempo di lettura 7 minutiCon l'articolo il resoconto stenografico della seduta di Commissione parlamentare di inchiesta n. 61 di Mercoledì 30 settembre 2015
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9 anni faon
di Ivan Galea
Bracciano (RM) – Nella bufera giudiziaria della discarica di Cupinoro sarebbero coinvolte anche le ex amministrazioni che hanno preceduto l’amministrazione di Giuliano Sala.
Solo qualche giorno fa è stato chiesto il rinvio a giudizio per concorso in traffico illecito di rifiuti a tre ex dirigenti della 'Bracciano Ambiente', rispetto alla gestione della discarica chiusa ormai da tempo. In particolare il pm Silvia Santucci, ha chiesto il processo per Marcello Marchesi, amministratore unico dal novembre 2013 al gennaio 2014 della "Bracciano Ambiente", Andrea Riccioni, direttore generale dal luglio 2007 al gennaio 2014, e Marco Sanna, responsabile tecnico dell'impianto dal luglio 2004 al dicembre 2013. I tre manager, secondo l'accusa, "cedevano – si legge nel capo di imputazione – ricevevano, trasportavano, esportavano, importavano o comunque gestivano abusivamente, cioè in mancanza della prescritta autorizzazione paesaggistica e del parere vincolante del soprintendente, ingenti quantitativi di rifiuti urbani indifferenziati prodotti dalla raccolta differenziata urbana di 25 comuni".
Ma il presunto coinvolgimento di ex amministratori è un vero e proprio colpo di scena che l’Osservatore d’Italia ha inteso commentare con Marco Tellaroli, candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle che da sempre si occupa della questione.
Tellaroli, questa è una storia che inizia da lontano e che voi avete denunciato più volte?
Gli atti depositati presso la Commissione bicamerale d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali correlati dal comandante della provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo, colonnello Giosuè Colella come depositati anche presso le procure della Repubblica, danno ragione alle denunce e interrogazioni degli attivisti del Movimento 5 stelle di Bracciano, le quali si basavano su ammanchi partiti dalla nascita della Bracciano Ambiente Spa, ovvero dal 2004
Dunque ancora una volta i pentastellati possono affermare “l’avavamo detto”
Avrei voluto smetterla di poter tirar fuori la verità della vicenda dei fondi distratti di Cupinoro, ma la disonestà ha sempre preso il sopravvento a Bracciano, come nel resto dell'Italia sostituendo la vera informazione.
Dunque a questo punto l’audizione in commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti diventa un documento fondamentale?
Secondo il nostro parere, la vicenda condivide pienamente il rapporto fatto dal Comandante Giosuè Colella come quando quest'ultimo afferma nel resoconto stenografico, dopo la domanda del Presidente Alessandro Bratti – Il sindaco è sempre lo stesso per quello che vi risulta? GIOSUÈ COLELLA: "Non so risponderle su chi sono le persone, se cioè siano le stesse o altre. Penso che siano cambiate perché il periodo è abbastanza lungo".
Quindi non solo l’ex sindaco Sala in questa storia?
Ciò che si evince dagli atti è che dal 2004 al 2013, sono intervallate tre amministrazioni. E mi pare che l’audizione parli chiaro
Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti Resoconto stenografico Seduta n. 61 di Mercoledì 30 settembre 2015
IL PRESIDENTE Bratti Alessandro, della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, ascolta in Audizione del comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo, colonnello Giosuè Colella, sulla discarica di Cupinoro presso il Comune Di Bracciano
Il Presidente Bratti domanda: Mi scusi, è una condanna in primo grado o definitiva quella del pagamento di 900.000 euro ? "Nei confronti del Sindaco Giuliano Sala"
– GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo; risponde: ". In primo grado, presidente. Sulla base di questa vertenza, l'attività svolta dalla compagnia della Guardia di finanza di Civita Castellana è attualmente al vaglio della magistratura contabile. Riguarda, sostanzialmente, due fattispecie. La prima è l'utilizzo del fondo cosiddetto post mortem, che descrivo brevemente. Quelli post mortem sono fondi costituiti per sostenere gli oneri futuri necessari per il ripristino, la riconversione e la riqualificazione delle aree interessate dalla discarica, e comprendono anche i costi per la gestione post-operativa dell'impianto. In sintesi, quando la discarica non viene più utilizzata per lo smaltimento dei rifiuti, ha inizio la gestione post-operativa, detta anche gestione post mortem. In questa fase il gestore della discarica svolge le attività necessarie per mantenere i requisiti di sicurezza ambientale, come richiesto dalla normativa vigente, il decreto legislativo n. 36 del 2003, ovvero il mantenimento in efficienza delle reti e delle apparecchiature degli impianti e dei presìdi, i controlli per garantire la sicurezza dell'impianto nel suo complesso, il monitoraggio e la sorveglianza degli aspetti ambientali correlati all'impianto.
Il decreto legislativo richiamato impone, quindi, obbligatoriamente, di accantonare una quota parte dei ricavi di gestione in un fondo per il ripristino ambientale e per la gestione trentennale post-esercizio. A tal fine, la tariffa applicata per i conferimenti in discarica è comprensiva di una quota che va ad alimentare il fondo di accantonamento, che vede quindi pagato, in via definitiva, tale fondo da chi conferisce nella discarica. Gli accertamenti esperiti hanno consentito di evidenziare che all'atto della chiusura della discarica, verificatasi in data 31 gennaio 2014, la disponibilità finanziaria del fondo post mortem era la seguente: totale accantonamenti per il periodo 2005-2013, 14,5 milioni circa; disponibilità al 5 marzo 2014, 1.797.000 euro circa, quindi con una differenza in negativo di circa 12 milioni 795.000 euro. L'utilizzo della quasi totalità del fondo per scopi diversi è stato motivato dalla perdurante carenza di liquidità in cui versava la società sin dalla data di costituzione, determinata in primo luogo da una sottoscrizione con il socio unico, il comune di Bracciano, come già detto all'inizio, di una serie di contratti per servizi con corrispettivi nettamente inferiori rispetto ai costi sostenuti; in secondo luogo, dal sostenimento di ingenti costi di gestione collegati al mantenimento e alla manutenzione dell'intero sito, dalla cui volumetria totale, pari a circa 2 milioni 600.000 metri cubi, già i due terzi, pari a circa 1,8 milioni di metri cubi, dall'anno 2004 erano occupati per conferimenti effettuati durante la precedente gestione. In sostanza, la Bracciano Ambiente Spa, all'atto Pag. 7dell'assunzione della gestione del sito di Cupinoro, si è assunta la cura e la manutenzione di un'area precedentemente gestita dalla Sel, Servizi ecologici laziali, società consortile a responsabilità limitata, già satura per i suoi due terzi. Ciò ha comportato che, alla data del 31 gennaio 2014, per un totale complessivo di rifiuti conferiti in discarica pari a circa 2 milioni 400.000 metri cubi, la società ha percepito ricavi per i conferimenti pari solo a 825.900 metri cubi circa, quindi, un terzo. Di contro, essa ha dovuto contestualmente provvedere alla messa in sicurezza, manutenzione e smaltimento del percolato dell'intera area. In sostanza, la società ha garantito la gestione della discarica sostenendone, in luogo del precedente gestore, il 100 per cento dei relativi costi di post-gestione, ma con ricavi generati da meno di un terzo dell'area. Inoltre, per i lotti del sito di propria competenza, quindi quelli autorizzati dalla Regione Lazio, per un terzo, con decreto AIA n. 46 del 2007, modificato nel 2008, la Bracciano Ambiente Spa ha regolarmente prestato le garanzie finanziarie a favore dell'ente regionale per la fase operativa e il costo operativo della discarica. La quantificazione degli importi a garanzia è stata determinata sulla base delle volumetrie della discarica ancora disponibili al tempo della stipula delle polizze medesime. Il sistematico ricorrere a detti fondi è stato oggetto di segnalazione da parte nostra alla magistratura contabile in relazione all'eventuale danno patrimoniale. Le condotte descritte sono state comunicate per le valutazioni di competenza anche all'autorità giudiziaria ordinaria e alla procura della Repubblica presso il tribunale di Civitavecchia, che ha aperto un procedimento penale, n. 4036 del 2004, allo stato ancora pendente. Per tali fattispecie i soggetti coinvolti sono il consiglio d'amministrazione e il collegio sindacale della Bracciano Ambiente Spa. Altra fattispecie di questa vertenza riguarda il mancato versamento dei tributi spettanti alla regione Lazio, l'ecotassa. A decorrere dal 1o gennaio 1996 è stato istituito il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi. Tralascio i riferimenti normativi. Soggetto passivo dell'imposta è il gestore dell'impresa di stoccaggio, con obbligo di rivalsa nei confronti di colui che effettua il conferimento. Il tributo deve essere pagato alle regioni entro il mese successivo alla scadenza del trimestre solare in cui sono state effettuate le operazioni di deposito, ed è determinato sulla base del quantitativo espresso in chilogrammi per rifiuti conferiti. Dall'attività di indagine svolta è emerso che la Bracciano Ambiente Spa ha un debito contabile verso la Regione Lazio, per il periodo 2004-2013, pari a 17.833.767 euro. Tale debito è stato pagato per 7.371.368 euro, con un saldo contabile a debito di 10 milioni 462.000 euro ancora da pagare. Per il recupero del debito spettante, la Regione Lazio, direzione regionale programmazione economica e bilancio demanio e patrimonio, ha emesso entro i termini di prescrizione previsti appositi atti di accertamento e contestuale erogazione di sanzioni. Tali condotte sono state comunicate per le valutazioni di competenza all'autorità giudiziaria ordinaria presso la procura della Repubblica di Civitavecchia. Tale comunicazione è confluita nello stesso procedimento prima citato, allo stato ancora in corso. Tali condotte sono altresì al vaglio attualmente della magistratura contabile. Anche in questo caso i soggetti coinvolti sono i componenti del consiglio d'amministrazione e il collegio sindacale della Bracciano Ambiente Spa. Infine, abbiamo la quarta vertenza, n. 944 del 2015, anche questa attualmente ancora al vaglio della magistratura contabile. Gli accertamenti hanno evidenziato un importante decremento del patrimonio netto della Bracciano Ambiente Spa, che ha comportato una conseguente considerevole diminuzione del valore della partecipazione sociale del socio unico nella partecipata per un 1.271.409 euro. Tale decremento è stato rilevato dall'esame dei bilanci della società, che evidenziano al 31 dicembre 2011 una partecipazione sociale con un valore di 3,2 milioni di euro, che invece al 31 dicembre 2012, dopo un anno, viene ridotta a 1,9 milioni. Questo disvalore è Pag. 8pari a circa 1,2 milioni di euro. Anche quest'evidenza veniva sottoposta al vaglio della magistratura contabile e veniva sottoposta, quindi, al vaglio la condotta del sindaco del comune di Bracciano nella sua qualità di rappresentante legale del socio unico, cioè del comune, della partecipata Bracciano Ambiente Spa. Sostanzialmente, la condotta sottoposta al vaglio riguarda la mancata attivazione delle necessarie azioni per la tutela del patrimonio sociale e l'aver trascurato la vigilanza sull'amministrazione dei beni comunali, consentendo in tal modo il dissipamento delle partecipazioni sociali nella partecipata. Fondamentalmente, queste sono le attività svolte dalla compagnia della Guardia di finanza di Civita Castellana nei confronti della Bracciano Ambiente Spa e, di conseguenza, del comune di Bracciano. Come detto, le prime due vertenze hanno avuto una definizione con atto di citazione e con una sentenza, che deposito agli atti. Le ultime due sono al vaglio della magistratura contabile."
PRESIDENTE. La prima vertenza inizia nel 2007: nel 2015 gli amministratori sono sempre gli stessi ? Il sindaco è sempre lo stesso per quello che vi risulta ?
GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Non so risponderle su chi sono le persone, se cioè siano le stesse o altre. Penso che siano cambiate perché il periodo è abbastanza lungo.
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