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Redazione
Fiumicino – Corresponsabilità da parte di Aeroporti di Roma e della società appaltatrice che doveva occuparsi della gestione e manutenzione degli impianti dell'aeroporto di Fiumicino, nell'aver concausato l'incendio divampato lo scorso 7 maggio al Terminal T3, avendo trascurato le norme di prevenzione e protezione antincendio e omessa vigilanza da parte degli organi preposti, Asl Rmd e Vigili del Fuoco. È questa la conclusione contenuta nella relazione finale di oltre 20 pagine dell'inchiesta avviata dalla Commissione Infortuni sul Lavoro parlamentare che oggi la presidente senatrice Camilla Fabbri (Pd) illustrerà ai commissari e che dovrebbe essere votata la prossima settimana.
Nel dettaglio, dalla proposta di relazione conclusiva della presidente della commissione di inchiesta parlamentare, Camilla Fabbri, emergerebbero corresponsabilità nell'aver concausato l'incendio, ovvero nella prevenzione, protezione, gestione e organizzazione delle misure antincendio, da parte di Aeroporti di Roma e Ati ECF-NA.Gest, la ditta appaltatrice dei lavori di manutenzione degli impianti (che ha collocato il condizionatore mobile nel vano tecnico E09 nel terminal T3 da cui è partito l'incendio). E ancora, la commissione avrebbe accertato omessi e tardivi controlli da parte di Asl RomaD e dei Vigili del Fuoco, che secondo la relazione avrebbero dovuto accertare prima e non «post» incendio le violazioni relative alla normativa antincendio e all'organizzazione della sicurezza. Infine, il documento finale mette nero su bianco che Enac, quale ente «concedente» la gestione degli spazi aeroportuali ad Adr, in base al testo unico sulla sicurezza avrebbe dovuto garantire che l'aeroporto fosse a norma di sicurezza prima e durante la concessione.
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