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Roma

MUSEO DELLE NAVI DI NEMI: LA VERGOGNOSA TERRA DI NESSUNO

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Tempo di lettura 3 minutiIn biglietteria una signora che ti parla mentre mangia …

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di Chiara Rai

Nemi (RM) – Disastroso lo stato in cui versa il Museo delle Navi a Nemi. L’immensa struttura che si trova nella valle del lago nemorense, ai Castelli Romani, non sembra rispecchiare nessuno degli standard museali definiti dal ministero dei Beni Culturali e ad occhio nudo sembra una spugna imbibita di acqua che pian piano, grazie all’alta concentrazione di umidità, sta rovinando tutte le ricchezze storico culturali in essa contenute. Iniziamo dalle carenze più evidenti: c’è sporcizia sia nelle vetrine che nell’intera struttura, grandi pozze d’acqua vicino i reperti esposti, muffa negli angoli e sulle uscite di sicurezza, nessuna accoglienza ne punto informativo, nessuna vigilanza, sussidi alla visita non ve ne sono, così come è carente il personale . Insomma la gestione del museo, la cura delle collezioni e il servizi al
pubblico è davvero pessimo.

Terra di nessuno Quando si arriva al museo bisogna andare a cercare il guardiano per pagare i soli tre euro di biglietto. Questo vale per le persone oneste perché si potrebbe tranquillamente entrare senza essere disturbati. La temperatura all’interno è molto fredda e umida, a terra ogni tanto delle pozze d’acqua e dei secchi a raccolta in mezzo al percorso museale. Di depliant o guide o info point neppure l’ombra. E neppure c’è un angolo adibito per prendere un caffè o acquistare qualche guida. Insomma questo museo sembra
la terra di nessuno.

L'importanza del museo Parliamo dell’unico museo in Italia che è stato creato appositamente tra il 1933 e il 1939 per ospitare le navi dell’Imperatore Caligola, distrutte, però, nella notte del 31 maggio del 1944 da un incendio. Infatti, poco prima dell’entrata delle truppe americane a Roma, la struttura museale fu devastata da un incendio e questo provocò la perdita di tutti i relitti e della documentazione scientifica esposta. Scamparono alle fiamme alcuni reperti che nell’agosto del 1943 erano stati trasferiti nei magazzini del Museo Nazionale Romano. Il museo fu riaperto solo il 25 novembre 1953, ma svuotato dei suoi reperti più importanti, cercò di mantenere il suo valore didattico mettendo in mostra modelli e i reperti scampati alle fiamme. Nel 1963, però, nuovi problemi strutturali ne imposero la chiusura. Il nuovo allestimento è stato completato solo nel 1988. Privato dei reperti più significativi, ancora oggi esposti al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, oggi il Museo della Navi è diventato un polo culturale legato al territorio del Lago di Nemi, tanto che l’allestimento oggi visibile al pubblico è diviso in due grandi sezioni: la parte sinistra è dedicata alle navi, quella destra all’archeologia del territorio e ospita frequentemente iniziative culturali, quali mostre, seminari, convegni, presentazioni di libri. Fa parte del Sistema Museale Museum Grandtour, che riunisce dodici musei dell’area albana e prenestina. Possibile che nessuno si ac
corga dello stato in cui versa?

Umidità e infiltrazioni d'acqua
La presenza di infiltrazioni di acqua che cade sul pavimento può provocare movimenti e rigonfiamenti del legno, particolarmente sensibile alle variazioni di umidità, causando delle tensioni e delle fessurazioni. Inoltre la presenza di acqua e luce sia naturale che artificiale non opportunamente controllata o filtrata, tramite tende, vetri con pellicole e altro ancora, può causare la nascita di microorganismi e biodeteriogeni che possono attaccare e danneggiare i manufatti. Nelle immagini si possono facilmente notare le macchie verdi lì dove ci sono le infiltrazioni. Per di più, la totale assenza di sensori termo igrometrici sia da esterno che da interno non permette il necessario monitoraggio dei parametri ambientali sia interni che esterni. Ciò risulta invece fondamentale per la conservazione di manufatti di un museo che si trova nei pressi delle rive di un lago e che risente quindi in modo particolare dell'umidità proveniente dall'ac
qua. Infine,per quanto riguarda l'esterno, il basolato dell'antica via Virbia, lasciato a vista, dovrebbe essere valorizzato ripulendolo dall'erba e dalle piante cresciute tra gli interstizi delle lastre. Insomma non è concepibile che un bene di pubblica fruizione e che rappresenta il patrimonio storico –culturale del territorio dei Colli Albani sia così mal conservato. In questa maniera, lasciando il sito in abbandono si cancella tutto e si rovinano i reperti che testimoniano come il lago fosse sede di riti sacri e battaglie navali simulate, insomma un contesto ricco di storia, cultura e tradizioni che
dovrebbero essere conservate.

Malcontento Anche i commenti su Trpadvisor sono a dir poco lo specchio dello stato di abbandono della struttura che molti lamentano essere sporca e in degrado. Uno tra tanti risalente allo scorso ottobre dice: “Una grande costruzione completamente vuota e in stato di semi abbandono . Fuori erba alta . In biglietteria una signora che ti parla mentre mangia … Dentro due ricostruzioni (non le originali ) delle navi romane di Caligola. Alcuni reperti pregevoli . Non c'è una guida un pannello espositivo un opuscolo NIENTE, una cattedrale abbandonata . Questi sono i tagli alla cultura . Vergogna”.