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CITTÀ DEL VATICANO, SPESE PAZZE: 615MILA EURO DI RISTRUTTURAZIONI PER L'HAREM DI BERTONE

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Tempo di lettura 2 minuti Una somma considerevole, per il cui pagamento il Prelato maggiore era stato accusato di aver sottratto denaro alla Fondazione dell'Ospedale Bambino Gesù.

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di Matteo La Stella

Roma – Una ristrutturazione quanto meno esosa, quella “ordinata” dal cardinale Tarcisio Bertone per il suo appartamento nel cuore della Città del Vaticano, costata al Governatorato la bellezza di 307.676,00 euro. Non si è badato a spese, dunque, per l'ammodernamento dell'abitazione situata al terzo piano di Palazzo San Carlo che tra luci di design e materiali di prima scelta, ha fatto lievitare il prezzo fino ai 615.352,00 euro del preventivo iniziale presentato dalla ditta. Un costo che la Castelli Re di Gianantonio Bandera ha successivamente tagliato del 50%, lasciando nelle mani del cardinale un harem per soli- si fa per dire- 307.676,00 euro. Una somma considerevole, per il cui pagamento il Prelato maggiore era stato accusato di aver sottratto denaro alla Fondazione dell'Ospedale Bambino Gesù. Una notizia che aveva mosso da subito la risposta del Cardinale, che in un'intervista al Corriere ha tuonato:”Per i lavori ho usato 300 mila euro di risparmi miei. Come risulta da documentazione ho versato dal mio conto al Governatorato circa 300mila euro”. Sempre il cardinale ha ribadito di aver saputo, solo in un secondo momento, di un contributo dato dalla Fondazione Bambino Gesù al medesimo scopo: “Escludo in modo assoluto di aver mai dato indicazioni o autorizzato la Fondazione Bambino Gesu ad alcun pagamento”. Quindi, in attesa di ulteriori approfondimenti in merito ai fondi indirizzati o meno all'alto Prelato, diamo un'occhiata ai numeri e ai materiali forniti dal quotidiano “Il Tempo” in base al capitolato d'appalto nei lavori della casa.

Le cifre. Il conto arriva negli uffici tecnici del Governatorato
il 28 ottobre del 2013, già modificato rispetto alla versione già consegnata il 21 ottobre dalla Castelli Re. “Il nuovo importo complessivo – si legge nella lettera – risulta essere pari a euro 616.352,22.”L’importo è suddiviso in tre parti. La prima per le opere edili pari a euro 389.054,83, la seconda per le parti elettriche pari ad euro 77.779,49, e la terza per l’impianto meccanico pari ad euro 147.352,22. Fatte salve le ultime variazioni, la ditta Castelli Re confermava: “Restano invariate le altre condizioni di offerta, incluso lo sconto del 50% per l’esecuzione dei lavori in oggetto”.

I materiali. Per la messa a nuovo dell'appartamento, costituito dall'unione di due abitazioni al terzo piano di Palazzo San Carlo, il cardinale opta per il massimo comfort. Degna di nota, tra le tante voci del capitolato, sicuramente è il parquet in rovere, steso a spina di pesce su una superficie complessiva di 225 metri quadrati, per un costo totale di 25mila euro. Altri 67 metri quadri di pavimentazione sarebbero stati dedicati, invece, al marmo di Carrara, pagato 10mila euro. Stupefacente anche la scelta degli infissi: 19 finestre da 3.582,00 euro con il sopraluce apribile, oltre ovviamente alle porte di pregevolissima fattura, per cui il prezzo di una sola si aggira intorno ai 2.449,00 euro. E poi illuminazione di livello, e addirittura una cappella con annessa sacrestia all'interno dell'abitazione. Ma anche 28mila euro per le pompe di calore ad alto rendimento e 17mila euro per i deumidificatori ad alta efficienza. Un vero e proprio “harem”, in cui addirittura ogni stanza è coperta da un impianto di condivisione del suono, costato la bellezza di 19mila euro. Una precisazione, però, va fatta in merito alle cifre che sono al lordo dello sconto applicato dalla Castelli Re. Dunque, di ogni cifra il cardinal Bertone avrebbe pagato solo la metà. 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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