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Redazione
Roma – Ha scatenato proteste e paura per la chiusura dell'ospedale la bufera dell'inchiesta dei Nas sull'Israelitico che ha portato all'arresto per truffa e falso Antonio Mastrapasqua, l'ex direttore generale dell'ospedale insieme ad altre 13 persone tra dirigenti, medici, infermieri e amministrativi. "L'Ospedale Israelitico non deve chiudere, 800 lavoratori a rischio". Dietro questo grosso cartello diverse decine di lavoratori dell'Israelitico, finito nello scandalo con gli arresti dopo una truffa milionaria, stanno protestando in piazza Santi Apostoli, in attesa dell'incontro tra il prefetto di Roma, Franco Gabrielli e i rappresentanti sindacali. Al sit-in, organizzato da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, tra bandiere, fischietti e megafoni, c'è anche uno striscione dell'Anmirs – Associazione nazionale medici istituti religiosi spedalieri. "Vogliamo che l'ospedale non chiuda, abbiamo voglia di continuare". I dipendenti protestano a seguito della decisione della Regione di levare gli accrediti che poi è una sorta di preludio alla chiusura.
I lavoratori rivendicano i posti In questo momento la situazione è drammatica: noi rivendichiamo solo i nostri posti. Sono 119 anni di storia, è un'istituzione, è l'unico in Europa: l'ospedale è praticamente morto e ci sono qui anche i pazienti che vogliono continuare a essere seguiti da noi», spiegano i manifestanti. Che sono in piazza per «cercare di far valere i nostri diritti come lavoratori. Abbiamo un grandissimo bacino d'utenza, qui oggi ci sono 800 famiglie che stanno senza dormire la notte. Oggi il prefetto ha convocato i rappresentanti sindacali, speriamo che oggi da questo incontro la situazione si sblocchi». «Siamo qui in piazza perchè crediamo nell'Ospedale Israelitico- ribadisce una lavoratrice- È una struittura piccola che cerca di dare una cura e un approccio più intimo al paziente. È una struttura ebraica, perciò credo abbia un valore particolare. Speriamo nell'aiuto del Governo e del prefetto e noi siamo disponibili a dare una mano»
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