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Roma

IGNAZIO MARINO SFIDUCIATO DA 26 CONSIGLIERI: NON È PIÙ SINDACO

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Tempo di lettura 2 minutiRaggiunta e superata la quota dei consiglieri dimissionari. Marino attacca: "Coltellata ha unico mandante!"

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Redazione

Ventisei consiglieri comunali, uno più del quorum, si sono dimessi in Campidoglio determinando lo scioglimento dell'assemblea capitolina, della giunta, già orfana di otto assessori, e di conseguenza la decadenza del sindaco-chirurgo dalla sua carica. Ora il Prefetto di Roma dovrà nominare un commissario. L'ormai ex sindaco, però, no ci sta e si sfoga attaccando i consiglieri dimissionari "Vi siete sottomessi" e ancora: "Avete preferito il notaio all'Aula", il Pd: "Ha tradito il suo nome e il suo dna". "Una coltellata da 26 nomi ma un unico mandante". 

I Dem hanno raggunto quota 26 consiglieri che, di fronte a un notaio hanno firmato le proprie dimissioni. Si tratta della 'quota' necessaria per far sciogliere giunta e consiglio ed evitare il redde rationem dell'Aula. Intanto in mattinata la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati per il sindaco nell'inchiesta sugli scontrini. Le e 26 firme di dimissioni sono cosi' composte: 19 consiglieri del Pd; 2 consiglieri della lista Marchini (compreso lo stesso Alfio Marchini); 2 consiglieri fittiani; 1 consigliere di Ncd; 1 consigliere di Centro Democratico; la consigliera Svetlana Celli, eletta nella Lista civica di Marino.

Marino indagato dalla procura di Roma per la vicenda delle spese effettuate con la carta di credito intestata al Comune. La notizia, riportata da Repubblica , è stata confermata dal legale del sindaco di Roma, Enzo Musco: "Era prevista per oggi la comunicazione del sindaco" dell'iscrizione nel registro degli indagati per la questione degli scontrini. La pubblicazione sulla stampa della notizia dell'avviso di garanzia ha anticipato l'annuncio che lo primo cittadino intendeva fare oggi. Ed è lo stesso Marino questa mattina a dire: "Io vi parlo assolutamente con molta tranquillità ma lo farò all'Auditorium così siamo tutti insieme e parlo una volta sola".

I pm, scrive Repubblica, contestano i reati di peculato e concorso in falso in atto pubblico. Marino, stando a quanto si legge, avrebbe ricevuto un avviso di garanzia il 28 ottobre scorso. Quella resa nota da Repubblica non è però l'unica novità sul fronte giudiziario per il sindaco di Roma. Stando a quanto scrive il Corriere della Sera, Marino sarebbe finito nel registro degli indagati, questa volta per l'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato, anche nel procedimento avviato nei mesi scorsi dai pm coordinati dal Procuratore, Giuseppe Pignatone, sulla "Image onlus", fondata nel 2005 dall'esponente del Pd per fornire aiuti sanitari in Honduras e nel Congo. In questo caso l'iscrizione, stando all'articolo del quotidiano milanese, sarebbe avvenuta nei mesi scorsi. Ieri la Procura aveva smentito la notizia, diffusa poco prima dal legale di Marino, di una richiesta di archiviazione del procedimento.

"Dopo aver letto questo articolo devo prendere atto di aver dato la mia lealtà ad un bugiardo. Vergogna‬". Così il senatore del Pd ed ex assessore ai Trasporti di Roma Stefano Esposito commenta su Twitter la notizia di Ignazio Marino indagato.

"Roma ha bisogno di un'amministrazione, della guida che merita, perché è una città che merita moltissimo, specialmente in vista del Giubileo che è alle porte. Ci auguriamo che Roma possa procedere a testa alta e con grande efficienza", ha detto il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, commentando la vicenda delle dimissioni del sindaco Ignazio Marino.