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Roma

ANGUILLARA, ACQUA CLAUDIA: IL TRIBUNALE INFLIGGE UN DURO COLPO ALLE CASSE COMUNALI

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Tempo di lettura 2 minutiIl Comune di Anguillara è creditore ma non avendo presentato la documentazione nelle forme di legge è fuori dal riconoscimento delle somme dovute

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Redazione

Anguillara (RM) – Mancato riconoscimento del Tribunale di Civitavecchia dei crediti a favore del Comune di Anguillara nella procedura fallimentare Acqua Claudia. Sulla vicenda Acqua Claudia di Anguillara, dunque,  ancora non è stata scritta la parola fine.

A seguito del fallimento dell’azienda, che è costato il posto di lavoro a diverse persone, il Comune di Anguillara vantava un credito di circa  330.000 euro per vari tributi non versati dalla stessa Acqua Claudia alle casse comunali. La legge prevede che gli Enti e quindi il Comune siano privilegiati nei confronti di tutti i creditori, perfino nei confronti dei dipendenti.

La legge fallimentare parla chiaro, in particolare l’art. 93 che recita: “La domanda di ammissione al passivo deve contenere il cognome e il nome del creditore, l'indicazione della somma, del titolo da cui il credito deriva, delle ragioni di prelazione e dei documenti giustificativi.Se il creditore non è domiciliato nel comune in cui ha sede il tribunale, la domanda deve inoltre contenere l'elezione del domicilio nel comune stesso; altrimenti tutte le notificazioni posteriori si fanno al creditore presso la cancelleria del tribunale. I documenti non presentati con la domanda devono essere depositati prima dell'adunanza di verifica.
Il giudice ad istanza della parte può disporre che il cancelliere prenda copia dei titoli al portatore o all'ordine presentati e li restituisca con l'annotazione dell'avvenuta domanda di ammissione al passivo.

Niente di complicato dunque. Fatto sta che il Comune il 5 giugno 2015 invia al curatore fallimentare al Tribunale di Civitavecchia, Avv. Mario Pecoraro, un'autocertificazione. Lo stesso curatore, ravvisando una carenza di requisiti, nel verbale d’udienza del 23 settembre 2015 – giudice il dottor Giuseppe Bianchi –   certifica che " rilevato che il credito è fondato su autodichiarazione e che non sono stati allegati gli avvisi di accertamento, rigetta la domanda ".

Quindi oltre il danno anche la beffa: il Comune di Anguillara è creditore ma non avendo presentato la documentazione nelle forme di legge è fuori dal riconoscimento delle somme dovute.

Allo stato dei fatti, dunque, l’amministrazione Pizzorno per una frettolosa autocertificazione perde una cifra di oltre trecentomila euro, un duro colpo per le esauste risorse finanziarie del municipio.

Dura la reazione delle opposizioni. Per i consiglieri  Stefano Paolessi e Sergio Manciuria “dopo il fallimento e l'incapacità nel governare il paese da parte della squadra messa in campo dai democratici sabatini,  frutto di un cambiamento di facciata ma nella sostanza “figlio” della vecchia politica,  sarebbe opportuno che il sindaco Pizzorno, silurato di recente dal suo stesso partito e non difeso dalla sua disastrosa giunta, liberasse anticipatamente lo scranno sulla falsariga  di Marino con Roma Capitale”. I due esponenti dell’opposizione hanno affermato di essere “stufi di considerare il solo Pizzorno responsabile di questa esperienza amministrativa negativa: questa volta a pagare sia la dirigenza di un partito in preda alle beghe interne e capace solo di far pagare lo scotto al primo cittadino. Proprio per questo chiederemo lumi nel prossimo consiglio comunale del 26 Ottobre proponendo eventualmente anche una mozione di sfiducia, e invieremo alla Procura della Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica tutta la documentazione affinché sia fatta chiarezza”. “Ora confidiamo nel recupero di queste somme grazie alla professionalità e lavoro diligente del Capo Area Tributi – hanno concluso Paolessi e Manciuria –  ma questa vicenda, per chi gestisce  politicamente la cosa pubblica,  cioè il partito democratico , rimane comunque l'ennesimo episodio increscioso e  vergognoso che i cittadini terranno in mente alle prossime elezioni  amministrative  ”.