Roma
CASTELLI ROMANI: MORTA PAOLA DI MAURO "LA SIGNORA DEL ROSSO"
Tempo di lettura 3 minutiSandro Caracci:"Una grandissima perdita per la città di Marino Laziale e per tutta l'area dei Castelli Romani"
Tempo di lettura 3 minutiSandro Caracci:"Una grandissima perdita per la città di Marino Laziale e per tutta l'area dei Castelli Romani"
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9 anni faon
Redazione
Marino – Castelli Romani (RM) – Scompare all'età di 91 anni Paola Signorelli, per tutti conosciuta come Paola Di Mauro la signora del rosso.
"Una grandissima perdita per la città di Marino Laziale e per tutta l'area dei Castelli Romani – ha commentato Sandro Caracci commissario del Parco regionale dei Castelli Romani – Una donna – prosegue Caracci – che è stata capace di iniziare da zero, quando si trasferì dalla capitale qui ai Colli Albani e che ha saputo creare un vino prestigioso oggi riconosciuto come tale a livello nazionale ed internazionale. Mi unisco al dolore dei famigliari ai quali rivolgo le mie più sentite condoglianze".
La storia di Paola è quella di una donna tenace, capace di appassionarsi alla viticoltura e cominciare da zero. Da un terreno di famiglia creò la base del successo di Colle Picchioni. Nel 1976 il piccolo appezzamento di terreno della famiglia Di Mauro, tra Albano e Marino, comincia a dare i primi frutti. Il merito è della tenacia di Paola Di Mauro, donna caparbia che decide di intrecciare la sua vita con quella dell’azienda vinicola che la renderà celebre nel panorama italiano. È lei l’anima della cantina Colle Picchioni: all’inizio trascina la piccola azienda con mezzi di fortuna, poi – da sola – comincia a prendere le misure, acquista nuovi ettari di terreno, inizia a produrre 12mila bottiglie l’anno. Negli anni Ottanta l’incontro con l’enologo Giorgio Grai segna un passaggio decisivo. E Colle Picchioni entra nel gotha della viticoltura italiana.
Occhi sempre sorridenti e spirito semplice, da qualche anno aveva lasciato la guida dell’azienda al figlio Armando. E oggi non c’è più. La signora del vino italiano, che ha saputo tenere alta la bandiera della produzione enologica dei Castelli romani, si è spenta da poche ore e lascia un grande vuoto, dopo aver conquistato per decenni l’attenzione e la stima di ristoratori e giornalisti internazionali. A lei, il New York Times dedicò un articolo di mezza pagina; poi fu la volta dei ritratti de La Repubblica, che ne celebrarono la fama al fianco di grandi produttori del calibro di Piero Antinori, Angelo Gaja, Silvio Jermann. Nel passato più recente la collaborazione con Riccardo Cotarella, che prende il posto di Giorgio Grai. E una visione sempre lungimirante, che qualche anno fa, rendendo conto della situazione della produzione vinicola italiana, le faceva affermare che “un vino va studiato, presentato, vestito”.
E proprio la sua caparbietà, oltre che l’indubbia capacità imprenditoriale, le era valsa l’ammissione tra le Donne del vino, associazione che riunisce imprenditrici e giornaliste del settore vinicolo di tutta Italia. E tra un manuale e un libro di botanica, Paola ebbe anche il tempo di diventare cuoca sopraffina (l’eredità oggi la detiene il nipote Valerio), particolarmente apprezzata oltreoceano. A lei è dedicato il Donna Paola, bianco raffinato da Malvasia, Trebbiano e Semillon. E anche oggi che Paola non c’è più, l’azienda di Frattocchie continuerà a vivere nel suo ricordo.
Maurizio Aversa segretario del Partito Comunista d’Italia di Marino a nome di tutto il direttivo:
E' sempre stata e resterà, a Marino, la "Signora Di Mauro". Paola Simonelli all'età di 91 anni ha lasciato questa vita. Moltissimi la ricordano per i premi ricevuti (una delle prime a scommettere sul "rosso" ai Castelli romani) in campo enologico.
Molti hanno potuto usufruire della sua infinita gentilezza e disponibilità a mettere a disposizione la sua casa, la sua azienda e la sua persona. L'importante, per lei, era che tutto avesse come finalità il "crescere insieme". Crescere in qualità; crescere in progresso; crescere in cultura e nei rapporti umani. Diceva di se, che era una donna con idee liberali, liberamente liberali.
Aveva dei forti di amicizia, lei appena giunta da Roma, con altre donne forti, una su tutte: la comunista Giselda Rosati. Fu partecipe e soddisfattissima quando Giselda, da Assessore del comune di Marino, le propose di realizzare – come fu – un'agenda delle bettole, delle osterie e delle cantine di Marino.
La ricordo affabile, quando con Sandro Caracci, allora presidente della Pro Loco, gli invademmo il salone di casa per realizzare un video, con brevi interviste, su vino, cultura e turismo a Marino. Questo ci viene in mente, al di fuori degli affetti e delle conoscenze familiari ai quali vanno sincere condoglianze.
Lasciando al ricordo una ultima notazione, l'inizio della sua scelta. Ci raccontò che scelse di dismettere l'attività (se non ricordo male ferramenta) romana per acquistare sullo sperone di Colle Picchioni, proprio lì di fronte la famosissima Scuola del PCI, al di sopra di della rossa frazione di Fontana Sala, quel grande appezzamento di vigna doc per scegliere di specializzarlo al rosso di qualità.
Una intuizione e una metodologia di non mollare le hanno dato ragione. Così ora possiamo ringraziarla per la qualità vitivinicola che lascia a noi che siamo ancora qui; la bellezza della sua umanità che molti hanno potuto accarezzare; segni di cultura e di spirito etico di riferimento per moltissimi che a Marino, in qualunque campo, possono prendere a prestito ed attuare.
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