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MAFIA CAPITALE, IL PROCESSO: BUZZI PREPARA I FUOCHI D’ARTIFICIO

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LEGGI ANCHE:  MAFIA CAPITALE: ECCO COME BUZZI ACCUSA ZINGARETTI E LEODORI

 

Buzzi chiama a testimoniare 250 persone, tra i quali Nicola Zingaretti, il sindaco Marino, Gianni Alemanno, oltre il Prefetto Gabrielli, gli ex Prefetti, Giuseppe Pecoraro e Mario Morcone, e l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta

 

di Cinzia Marchegiani

Roma – Il maxi processo su Mafia Capitale sta entrando nel vivo della storia ancor prima dell'inizio della prima udienza che è stata calendarizzara dal Gip per il prossimo 5 novembre e che si svolgerà presso la X° sezione della Procura di Roma, nell’aula bunker del carcere di Rebibbia.

Ai primi di agosto 2015, Salvatore Buzzi aveva scatenato lo tsunami sulla Regione Lazio, toccando i massimi vertici, dal presidente Nicola Zinaretti, a Daniele Leodori Presidente del Consiglio regionale del Lazio.

Confessioni pesanti le sue rilasciate ai magistrati presso il carcere di Nuoro, dove è detenuto dal 2 dicembre 2014, soprattutto in merito ai rapporti con importanti esponenti della politica tanto che lo stesso Nicola Zingaretti finito nell’occhio del ciclone, ha dovuto rispondere al Consiglio Regionale del Lazio lo scorso 3 agosto 2015. 

Gelo e paura sul governo regionale, tanto che inaspettatamente Daniele Leodori, presidente del Consiglio regionale del Lazio, anticipava il giorno successivo la chiusura dei lavori dello stesso Consiglio regionale, mandando tutti in vacanza anticipata, scatenando aspre critiche da parte di tutta l’opposizione. Proprio in riferimento all'sms con il quale lo stesso Daniele Leodori informava tale decisione: “Si comunica che la seduta consiliare n.44 è aggiornata. Con apposita Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari sarà individuata la data della ripresa dei lavori. Cordialmente, la Segreteria operativa del Direttore del Servizio Giuridico, Istituzionale”, era stato definito uno sgarbo istituzionale da tutta l'opposizione, tanto che alla ripresa dei lavori nel mese di settembre, gli stessi consiglieri Aurigemma per Forza Italia, Sabatini per Ncd, Storace per La Destra, Sbardella per il Gruppo Misto, Corrado per il Movimento Cinque Stelle e Righini per Fratelli d'Italia , avevano deciso di saltare la conferenza dei capigruppo, la riunione che decide il calendario delle assemblee e di salire sull'Aventino.

In Regione Lazio d’altronde era stato sollevato un dibattito tesissimo, un vero processo al governatore Nicola Zingaretti. E il presidente della Regione Lazio con la nota di smentita aveva messo tutto a tacere, riservandosi querele per tutelare sua onorabilità. Nicola Zingaretti nello stesso comunicato annunciava: “Avverto impraticabilità per chi con onestà vuole cambiare la Regione. Da indiscrezioni di stampa contenute nel servizio di un tg emerge che il signor Salvatore Buzzi, in carcere dal 2 dicembre, avrebbe rilasciato dichiarazioni sui suoi atti corruttori diretti verso molte personalità politiche, nessuna della Regione Lazio”. Ebbene, nella nota di Nicola Zingaretti non si cita il presidente del Consiglio Regionale Daniele Leodori, mentre Salvatore Buzzi lo trascina nel vortice di Mafia Capitale come persona informata di fatti precisi e dettagliati. Infatti, secondo il servizio di un Tg, Buzzi tira in ballo anche Daniele Leodori: “sapeva che l’assessore Patanè ci chiedeva soldi per la gara del multi materiale”.

Ora a far ripiombare nel terrore i politici romani sono le parole dell’avvocato di Salvatore Buzzi, Alessandro Diddi, che ha anticipato a mezzo stampa le linee strategiche della difesa del primo degli imputati per mafia, Salvatore Buzzi. 

Buzzi chiama come testimoni Zingaretti, Marino, Alemanno e i Prefetti di Roma. L’avv. Diddi ha spiegato che Buzzi è prontissimo ad affrontare questo maxi processo, e ovviamente a combattere. Il legale spiega che la loro lista dei testimoni che dovrà essere presentata a fine ottobre è quasi pronta: “comprende circa 250 persone. Chiameremo a testimoniare molti nomi noti, tra cui il presidente della Regione Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma Ignazio Marino, l'ex sindaco Gianni Alemanno, l'attuale Prefetto Franco Gabrielli, gli ex Prefetti Giuseppe Pecoraro e Mario Morcone, e l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. D'altra parte, visto che la Procura ritiene che il mio cliente, insieme agli altri imputati, abbiamo condizionato con metodi non ortodossi la pubblica amministrazione, noi chiameremo davanti al giudice i rappresentanti e i vertici della pubblica amministrazione per chiedere se ritengono che ci siano stati condizionamenti. Certo, non posso escludere che qualche funzionario possa avere sfruttato il ruolo che ricopriva a sui favore, ma è tutto da dimostrare di quale reato si sia trattato”.

Tutto è pronto, il maxi Processo si svolgerà con circa tre udienze a settimane almeno fino a gennaio nell'aula bunker di Rebibbia e vedrà dietro il banco degli imputati 59 persone, tutti sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, corruzione, turbativa d’asta, estorsione, riciclaggio e usura. 

Il Maxi processo. Il Gip di Roma, accogliendo la richiesta della Procura guidata da Giuseppe Pignatone, aveva disposto il processo con rito immediato per 34 persone coinvolte nella seconda parte dell'inchiesta su Mafia Capitale, tra cui troviamo Massimo Carminati, Salvatore Buzzi, ritenuti i capi del clan, oltre a molti politici e imprenditori. I pm guidati da Pignatone, dopo la ormai nota ed eclatante operazione avvenuta a dicembre 2014, avevano avviato una seconda fase dell’indagine, terminata quando il Giudice per le indagini preliminari, la dott.ssa Flavia Costantini, il 29 maggio 2015 emetteva istanza di cattura e arresto per ben 19 persone tra cui Buzzi e Carminati, mentre ad altri 25 personaggi veniva applicata la custodia cautelare, rigettando la richiesta della misura cautelare nei confronti di Fabrizio Amore, Gabriella Errico, Luca Odevaine e Giovanni Fiscon.

La seconda fase d’inchiesta su mafia capitale s’inpernia su Buzzi e i suoi contati, lo stesso gip lo definisce come “riferimento di una rete di cooperative sociali che si sono assicurate, nel tempo, mediante pratiche corruttive e rapporti collusivi, numerosi appalti e finanziamenti della Regione Lazio, del Comune di Roma e delle aziende municipalizzate”.

Buzzi preannuncia fuochi d’artificio, d’altronde nessuso lo conosceva, nessuno ha fatto affari con le sue coop sociali, ma 3600 ore di intercettazionin dicono altro, tanto che la Procura ha comunicato che sarà allestita per i legali della difesa di Buzzi, una apposita sala per l'ascolto, criticata dallo stesso legale Diddi, la quale l’ha definita:“Iniziativa che ritengo assolutamente inutile. Anzi, ho già inoltrato la richiesta affinché il mio assistito possa essere messo nella condizione di ascoltare in prima persona le telefonate intercettate. Richiesta che corrisponde al principio dettato dall'articolo 6 della Convenzione Europea per i Diritti dell'Uomo, secondo il quale un accusato ha il diritto di difendersi personalmente e il presupposto fondamentale perché lo faccia è quello di potersi documentare”.

Per novembre sono annunciati fuochi d’artificio. Il Campidoglio, il governo regionale sotto lente d’ingrandimento, così non ci sono mai stati. 

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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