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ANGUILLARA: CITTA’ DELLE SIGNORIE…

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Tempo di lettura 5 minuti Diventa sempre più difficile, ad Anguillara, distinguere la proprietà privata da quella pubblica

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di Emanuel Galea
Anguillara (RM)
– Ad Anguillara le “signorie” nascono nel momento in cui sorgono le crisi interne dell'amministrazione comunale. E se non ben gestite rischiano di compromettere e di far saltare tutti gli equilibri della stessa amministrazione Comunale.

Le signorie rappresentavano l'evoluzione istituzionale di molti comuni urbani dell'Italia centro-settentrionale dalla fine del XIII secolo. Esse si svilupparono a partire dal conferimento di cariche podestarili o popolari ai capi delle famiglie preminenti, con poteri eccezionali e durata spesso vitalizia. In tal modo si rispondeva all'esigenza di un governo stabile e forte che ponesse termine all'endemica instabilità istituzionale ed ai violenti conflitti politici e sociali, soprattutto tra magnati e popolari. Semplificando, si può riassumere dicendo, che le signorie furono istituite per risanare una situazione di stallo nei Comuni. Il lato negativo fu rappresentato dal fatto che il potere fu consegnato ad una mano sola, quella del ricco, del potente del momento.

Lungi da chi scrive voler paragonare la situazione attuale in cui verte oggi la città di Anguillara Sabazia con quella della Milano, Venezia o Firenze del 1200 d.C.  Ciò nonostante un germoglio di “signoria” non si può dire che sia assente nella cittadina lacustre, e perciò occorre evidenziarlo a chi di dovere confidando in un pronto intervento che rinormalizzi lo stato delle cose.

 

Un marciapiede pubblico ad uso esclusivamente privato: Se non la si vuole definire “signoria” la si può allora chiamare prepotenza. Ci è stato segnalato da una residente di Anguillara un episodio che ha suscitato l'indignazione della signora e per questo abbiamo deciso di renderlo pubblico ì. Venendo da via San Francesco e spingendo una carrozzina, questa signora voleva procedere in direzione di via Romana, ma qui si è trovata di fronte a serie difficoltà. Il marciapiede, davanti ad un esercizio di vapoforno era tutto occupato da macchine parcheggiate e girando, come si vede dalle foto immortalate da L'Osservatore d'Italia, proprio in curva il marciapiede è occupato da vaschette di piante con tutta probabilità di proprietà dello stesso esercizio commerciale. Ci si chiede: quel marciapiede è proprietà privata? Se non lo è, i vigili che devono vigilare, perché non intervengono?

 

Il piazzale adiacente il cimitero si scopre essere proprietà privata: Fino a pochi giorni fa, la stragrande maggioranza della popolazione di Anguillara era convinta che il piazzale adiacente il cimitero fosse un parcheggio pubblico. Ebbene, il piazzale è ormai recintato da qualche giorno in quanto non si tratta di un parcheggio pubblico bensì di proprietà privata ed il leggittimo proprietario ha deciso di riappropriarsene. Tutto vero, sulla recinzione sono stati apposti dei cartellini con scritto “proprietà privata”. Alcuni residenti si chiedono "possibile che il proprietario si ricorda dopo 40 anni di riappropriarsi dell'area?" Altre persone hanno commentato "che c’è di male. Il terreno è il suo e quindi si ricorda quando vuole. Se questa faccenda fosse stata fra due privati, uno di loro avrebbe potuto invocare l’usucapione. Nel nostro caso le parti sono: il Comune di Anguillara Sabazia e il privato. Ci si chiede: E' applicabile l’usucapione da parte del Comune? Se si, è intenzione dell'amministrazione comunale avvalersi di questa facoltà a beneficio della comunità?
 
L'esercente che crede di poter disporre di tutto lo spazio in piazza: Un altro piccolo episodio, relativo le "signorie" ci viene raccontato da un residente che ci consegna persino la documentazione fotografica. Per agevolare la propria clientela, il gestore del bar, ha provveduto, come si vede dalla foto, a far affiggere i soliti cartellini “parcheggio riservato ai soli clienti”. Sarebbe stato tutto normale se non fosse per il fatto che lo spazio davanti al gazebo fa parte di piazza dello Zodiaco e non figura nessuna segnalazione dell'amministrazione comunale che riserverebbe la suddetta  zona a parcheggio privato. Ci si augura che quei cartelli non vogliano rappresentare uno scherzo, perché se di questo si trattasse, i vigili che devono vigilare, cosa vigilano?

 

Dopo il pontile di Anguillara, un cancello interrompe l’incanto di una passeggiata: Se su quei cartelli davanti al gazebo in piazza dello Zodiaco possono nascere dei dubbi che si tartti di uno scherzo, di cattivo gusto, su quel cancello, chiuso col catenaccio a doppia mandata, in fondo a via del Molo, i dubbi non possono sussistere. Passando oltre il pontile e proseguendo in via del Molo, si può scoprire una delle passeggiate più incantevoli e più rilassanti che si possa desiderare. Lo scenario, man mano che si prosegue nella passeggiata, cambia colore, aspetto. Da sinistra le acque limpide del lago e a destra la rupe che come un palmo di mano aperto, sembra reggere la Collegiata. Alberi e piante strusciano addosso la rupe e le scale che serpeggiano fin lassù, sembrerebbero voler raggiungere il cielo. Dolce è la passeggiata e diventa più incantevole dirigendosi verso l’interno. Ad un certo punto si apre un piazzale. Un semicerchio a scale che avrebbe dovuto rappresentare cosa? Un anfiteatro? Peccato, oggi anche questo testimonia il degrado urbanistico, una vera e propria bruttura piazzata in quell’ oasi. La passeggiata e l’incanto finiscono lì, perché proprio lì, inizia la “proprietà privata”. Un cancello arrugginito, chiuso col catenaccio inibisce un'intera cittadinanza ad avere il piacere di proseguire oltre. Non si può. La Signoria ha detto no! Da lì si poteva continuare, arrivando fino alla darsena del villaggio dei pescatori, altra l'oasi. Non si può. Il proprietario ha chiuso il cancello!

 

Un portale antico, un tempo l’ingresso di una tenuta: Le proprietà private che spuntano dalla nebbia dei tempi ormai stanno diventando dei fenomeni interessanti. Del Portale antico in via Di Domenico si è parlato un paio di anni fa, anche se in quell'occasione la questione venne discussa sul Web. E non fu ben chiarito se quel terreno dietro quel portale appartenesse a privati oppure al Comune o, ad altri soggetti. Sta di fatto che quel Portale, anche se non risale ai tempi degli antichi romani, rappresenta una parte della storia della cittadina, al pari della Civiltà Contadina e della Cultura Popolare. Eppure sta lì, crolla a poco a poco in presenza dell’abbandono e dell’incuria di chi dovrebbe averne cura. Ma poi, sarà proprio vero che quel terreno è di proprietà privata?

 

L'ecomostro – scempio e monumento al degrado: Quel palazzo bruciato, che da anni padroneggia la vista e deturpa il panorama, colpo nell’occhio al visitatore che arriva ad Anguillara o del visitatore che da piazza del Molo guarda verso quella direzione. Quel mostro dovrebbe far arrossire qualsiasi amministrazione. Nessuno s’illuda. La verità è sempre quella di Don Abbondio: 'Il coraggio, uno, se non ce l'ha, mica se lo può dare'. Se i Comuni perdono le proprie forze, creano una condizione di confusione sociale, perdono autorità ed equilibrio. La cura del decoro di una cittadina spetta all’Ente pubblico e non può essere sacrificato a favore dell’interesse privato.

 

Conclusione: Diventa sempre più difficile, ad Anguillara, distinguere la proprietà privata da quella pubblica. Per avere certezze si deve impiegare molto tempo ed avvalersi di personale tecnico con la voglia di consultare archivi e studiare piantine e mappe varie. Non è interesse di chi scrive fare questo tipo di indagine. A chi scrive fanno fede i cartelli esposti che dichiarano che quella proprietà e l’altra pure sono private. Punto e basta! Chi scrive ha il dovere di dare voce alla gente che fa domande. La domanda, appunto insistente che viene fatta è questa: Queste proprietà private, metri e metri di terreni, in questi ultimi decenni sono stati assoggettati ai vari prelievi Ici, Imu, Tarsu, Tares, Tasi e bla… bla… e  bla… al pari degli altri cittadini, comuni mortali? Questo è il dilemma, diceva Amleto. Chi è che risponde? E’ bello riappropriarsi della legittima proprietà. E’ pure legittimo che l’Ente pubblico reclami la sua parte e che il vigile… si ricordi di vigilare.
 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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