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Roma

CASTEL GANDOLFO: COLACCHI METTE IN DISCUSSIONE LE DELEGHE AL CONSIGLIERE DE ANGELIS

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Tempo di lettura 3 minuti Colacchi: "Sembra che nelle deleghe attribuite al consigliere comunale De Angelis si sia andati oltre il quadro giuridico"

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Redazione

Castel Gandolfo (RM) – A Castel Gandolfo durante i lavori del Consiglio Comunale dello scorso 21 settembre il primo cittadino Milvia Monachesi ha comunicato di aver conferito delega al consigliere comunale Alberto De Angelis riguardante: Edilizia privata, Edilizia scolastica, Patrimonio, Demanio, Attività Produttive. Sull'argomento è intervenuto l'ex sindaco Maurizio Colacchi che ha fatto sapere di voler sollecitare chi è preposto al controllo degli atti amministrativi dei comuni ad intervenire per garantire la legittimità, la legalità e il rispetto della legge, dello statuto e dei regolamenti dell’Ente.

Maurizio Colacchi: "Mi permetto di ricordare al Sindaco e al Segretario Generale e naturalmente al Consiglio comunale che la delega ai consiglieri comunali di funzioni di amministrazione attiva, determina una situazione, perlomeno potenziale, di conflitto di interesse per un'impropria commistione tra funzioni di governo e funzioni di controllo politico. Attribuendo ai consiglieri competenze tipicamente assessorili, si determina un’impropria commistione tra funzioni di governo e funzioni di controllo politico, nonché un aumento surrettizio del numero complessivo degli assessori rispetto a quello massimo previsto per legge.

Il Viminale nel parere 28 aprile 2015 interviene in materia di deleghe sindacali di funzioni assessorili conferite a consiglieri comunali ricordando che nell'ambito dell'autonomia statutaria dell'ente, sancita dall'articolo 6 del Dlgs n. 267/2000, è ammissibile la disciplina di deleghe interorganiche purché il contenuto delle stesse sia coerente con la funzione istituzionale dell'organo cui si riferisce. Quale criterio generale, «il consigliere può essere incaricato di studi su determinate materie, di compiti di collaborazione circoscritti all'esame e alla cura di situazioni particolari, che non implichino la possibilità di assumere atti a rilevanza esterna, né di adottare atti di gestione spettanti agli organi burocratici». Il Consigliere Comunale Delegato, dunque, può essere delegato all'elaborazione e approfondimento di singoli studi, su specifiche e determinate materie ed alla collaborazione circoscritta e finalizzata all'esame e trattazione particolare e contingente di situazioni locali, senza però che queste attività si estrinsecano in atti a rilevanza esterna o si concretizzano in atti di gestione amministrativa spettanti invece agli organi burocratici preposti.

Ciò esclude tassativamente che il Consigliere Comunale Delegato possa partecipare a sedute della Giunta Comunale, ma soprattutto che possa avere poteri amministrativi di alcun genere, o poteri diversi e ulteriori rispetto a quelli degli altri Consiglieri facenti parte del Collegio Consigliare e quindi addirittura sui dirigenti, funzionari e responsabili degli uffici comunali di rispettiva competenza. Quindi, attribuire una delega per l'esercizio di compiti riguardanti singoli settori dell'amministrazione comunale, sarebbe carente sotto il profilo della legittimità poiché questa delegazione risulterebbe un modo subdolo per aumentare il numero degli assessori, previsto per legge e contrario allo spirito di una spending review, ormai onnipresente nella macchina burocratica della Pubblica Amministrazione, che ne ha peraltro rideterminato recentemente la quantità. Questa cornice si consolida attraverso il contenuto espresso da due sentenze dei Tribunali Amministrativi Regionali, quello della Puglia (sentenza nr. 4499/2006) e quello della Toscana (sentenza n.1248/04).

Considerazioni e sintesi. Da tutto ciò si evince che la figura del Consigliere Comunale Delegato, la più critica sotto il profilo amministrativo e legale:

a. Deve essere prevista dallo Statuto Comunale attraverso cui se ne stabilisce la forma e il contenuto speciale, sia nelle attribuzioni che nei limiti. L’art.33 c.5 del nostro vigente Statuto comunale citato nel decreto sindacale recita che “Il Sindaco, per particolari esigenze organizzative, può avvalersi di consiglieri, compresi quelli della minoranza“ ma non autorizza ad attribuire deleghe Assessorili riguardanti Edilizia privata, Edilizia scolastica, Patrimonio, Demanio, Attività Produttive;

b. Non deve avere attribuite deleghe generali e che queste non devono essere di tipo assessoriale o ancora compiti di amministrazione attiva;

c. Non deve partecipare o far parte della Giunta Comunale;

d. Il risultato delle sue attività non deve determinare atti esterni della Pubblica Amministrazione Locale, ma deve costituire approfondimento collaborativo per l'esercizio diretto delle proprie funzioni da parte del Sindaco che ne è titolare; e. Non deve avere poteri uguali a quegli degli Assessori e maggiori di quelli dei proprio omologhi Consiglieri Comunali, ma, soprattutto, non deve avere poteri su dirigenti, funzionari e responsabili degli uffici e servizi.

Detto questo sembra che nelle deleghe attribuite al consigliere comunale De Angelis si sia andati oltre il quadro giuridico finora qui rappresentato".
 

Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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