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LA ROMA DI IGNAZIO MARINO: IMPOSSIBILE PER UN DISABILE ANDARE IN BAGNO NELLE STAZIONI DELLA METRO

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Tempo di lettura 5 minuti Claudio Palmulli e Simone Carabella prima scortati a vista, poi cacciati e fotografati e forse anche denunciati

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LEGGI ANCHE: ROMA, DOPO L’INCHIESTA SHOCK SUI MEZZI PUBBLICI DI PALMULLI E CARABELLA, IL SINDACO MARINO PROVVEDE ALL’ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE NEL CENTRO DI ROMA

di Cinzia Marchegiani

Roma – Roma Caput Mundi si riconferma non solo non all’altezza dei disabili, ma riesce a partorire una serie di gravissime violazioni in totale sfregio ai diritti inalienabili dei cittadini.

Il fattaccio eclatante e scioccante che i protagonisti di questa storia hanno vissuto in un sabato romano di ordinaria follia a Roma, riguarda la coppia ormai storica Simone Carabella e Claudio Palmulli, figlio dell’amatissimo mr Ok, che hanno fatto della loro battaglia un credo e una passione, affinché le cosìdette “barriere architettoniche”, sempre citate negli slogan elettorali delle varie amministrazioni, non restino dei miraggi nel deserto.

Per questo le loro imprese ormai storiche di maratone al limite della fatica umana, hanno visto correre Simone Carabella spingendo Claudio Palmulli sulla sua carrozzina per le strade di Roma e della Provincia, macinando chilometri ed emozioni per sensibilizzare gli stessi amministratori al tema della discriminazione a danno dei disabili nell’usufruire dei servizi pubblici della capitale d'Italia, che tra l’altro, presto accoglierà milioni di pellegrini al Giubileo della Misericordia che inizierà solo tra qualche mese.

Il Comune di Roma si era impegnato ad abbattere le barriere architettoniche. Carabella e Palmulli, grazie alle varie iniziative messe in atto all’interno della metropolitana romana, erano riusciti, più di un annofa ad essere ricevuti dal Sindaco Marino e a strappare addirittura la promessa di un montacarichi per il trasporto dei disabili presso la stazione metro di Flaminio.

Il nodo della questione. Il Sindaco di Roma Ignazio Marino lo scorso Agosto venuto a conoscenza del degrado dei servizi pubblici, grazie alle iniziative del duo Carabella-Palmulli,, si era impegnato a far rendere accessibile ai disabili la stazione della metropolitana di piazza di Spagna e a far rendere di nuovo funzionale il bagno comunale della stessa piazza e di rimando far verificare le altre stazioni proprio in previsione del Giubileo.

Tali barriere architettoniche talmente macroscopiche e incivili avrebbero finito di ridicolizzare l’efficienza della capitale del mondo in fatto di diritti e dignità dei disabili, ma anche verso tutte le persone che hanno necessità di un montacarichi

Addirittura al termine di un’altra maratona realizzata a fine aprile 2015, i due eroi erano partiti dalla piazza del Comune di Genzano per arrivare fino al Campidoglio dove l’allora Assessore alla Mobilità Guido Improta li stava attendendo. E proprio su quella piazza aveva garantito loro l’impegno formale, a nome della giunta capitolina. di mettere a norma tutte le strutture presenti nella città eterna, tra l’altro consegnando a Simone Carabella e Claudio Palmulli i documenti che attestano l’avvio dei lavori del montacarichi della stazione Flaminio.

Qualcuno ha avuto paura delle promesse disattese? Carabella e Palmulli trattati come i peggiori criminali, terroristi da tenere sott’occhio. In virtù della promessa dell’Assessore Improta, Carabella e Palmulli approfittando di una bella giornata di sole settembrino, lo scorso sabato 19 settembre 2015 si sono avventurati nella metropolitana A, per verificare e quantificare l’avanzamento lavori promessi.

Partiti dalla stazione Laurentina decidono di uscire alla stazione Ottaviano e grazie al montacarichi, escono in superficie. Qui ila coppia constata la mancanza del bagno dedicato ai disabili.  Così i due riprendono il viaggio in metro e questa volta scendono alla stazione Flaminio. Con grande sorpresa Simone Carabella e Claudio Palmulli scoprono che il montacarichi promesso dall'amministrazione di Ignazio Marino non è stato ancora installato.

La situazione degrada quando Claudio Palmulli ha una urgente necessità di utilizzare un bagno per disabili non presente nell'area.  Simone Carabella, senza pensarci due volte, comincia a tirarlo con la forza delle braccia su per le scale. Ma ai primi gradini si presentano due guardie giurate che intimano alla coppia di non proseguire l’ascesa, nonostante fosse stato spiegato loro la necessità urgente di dover trovare un bagno. A questo punto la situazione diventa critica, vengono redarguiti sul divieto di fare foto o registrazioni, mentre la gente che passava notando la quanto stava accadendo scattava fotografie. A questopunto le guardie chiedono i documenti a Carabella e Palmulli per il riconoscimento, spiegando che Roma è sotto controllo per gli eventuali attacchi terroristici.

Insomma oltre alla difficoltà personale che in quel momento stava subendo Claudio Palmulli, totalmente ignorata, venivano raggiunti anche da due agenti della Polizia locale e da due addetti della sicurezza dell’Atac. Non solo è stato impedito loro di poter raggiungere un bagno, ma è stato addirittura imposto loro di tornare indietro e ancor peggio scortati fino alla stazione Laurentina, dove avevano la macchina parcheggiata.

Racconta Carabella:Mi hanno spiegato che hanno eseguito gli ordini, sono stati contattati e addirittura fatti spostare da una zona di Roma per arrivare al Flaminio e trattare questa questione”. Claudio e Simone sono stati scortati come se fossero i peggiori delinquenti. E ciliegina sulla torta quando stavano entrando nella macchina, lasciata parcheggiata presso la stazione Laurentina, alcuni individui in un automobile si sono avvicinati a loro e hanno scattato fotografie al viso e una alla targa della vettura. Simone al limite della sopportazione ha affrontato queste persone, scoprendo poco dopo che erano una scorta in borghese a cui era stato impartito di verificare la loro partenza con tanto di foto specifiche per schedarli.

Pista terrorismo, stiamo scherzando vero? Insomma morale della favola, due ragazzi che lottano per la realizzazione delle infrastrutture per abbattere le barriere architettoniche, vengono presi in ostaggio come i peggiori criminali, impedendo a due cittadini di poter circolare liberamente. Possibile che per coprire una manchevolezza di lavori che dovevano già essere iniziati – e ricordiamo che la promessa dell’Assessore Improta – è stata ordita la pista terroristica a carico di Claudio e Simone? Chi ha fatto spostare da una parte all’altra di Roma agenti in servizio esclusivamente per monitorare i due ragazzi?

I giudizi sono amari, di disprezzo e di grande vergogna per chi in primis dovrebbe dare l’esempio di grande sensibilità soprattutto verso chi non solo è diversamente abile, ma come un faro diventa un esempio di bellezza, coraggio e autenticità.

Simone Carabella fa sapere che quel giorno hanno concluso il viaggio in macchina fino a casa di Claudio Palmulli….Nel più completo mutismo perché non avevamo le parole per commentare l’accaduto, nella mente solamente le immagini di una rissa tra nomadi proprio nella metro in cui nessuno è intervenuto, forse perché troppo presi a scortare i ‘terroristi delle barriere architettoniche’” – sconvolto Carabella ci racconta.

Umiliazione, diritti negati, false accuse. Claudio ferito dove lo sguardo non può arrivare, colpito nella dignità più profonda che solo le persone sensibili possono comprendere ora affronta questa sconvolgente esperienza che vorrebbe dimenticare. Si è sentito trattato come il peggiore dei criminali, si è sentito leso nei suoi diritti. La sua fierezza è di essere consapevolmente diverso, non dalle abilità dei normodotati, ma da quell’arroganza che vive come una cancrena nelle parole, negli sguardi di chi vorrebbe mescolare le carte come un abilissimo pokerista. Claudio e Simone sono stati avvisati che forse saranno anche denunciati. Ecco oltre il danno, una squallida beffa.

Roma si potrebbe macchiare di un delitto più subdolo, quello che va colpire chi in questa società crea positività, ponti e progetti per il bene comune? Claudio per il profondo sconforto in cui è caduto, ha deciso anche di disattivare il suo account Facebook e di riaprirlo solo quando il sindaco di Roma e i vertici dell’Atac lo incontreranno assieme a Carabella. Claudio annuncia che verrà spedita la lettera per la richiesta di un incontro, e spiega ai suoi sostenitori, e amici: “Perché quello che è successo ieri mi ha deluso molto e mi sento sconfitto da un sistema burocratico schifoso inesistente e soprattutto penoso, ma non tanto per me, perché alla fine io reagisco anche bene, ma per tutte quelle persone che davvero non si possono neanche alzare da quella sedia per andare in un bagno e devono per forza di cose farsela sotto. Questa è l’Italia di oggi, questa è l’Italia che hanno voluto i nostri politici, aiutare prima un clandestino, è poi un cittadino italiano, spero per ogni disabile, ma anche per qualsiasi mamma o persona anziana che non si verifichi più quello successo ieri. Prima di lasciare questo spazio virtuale vi volevo ringraziare uno ad uno per quello che mi avete donato per la carrozzina (Claudio tra l’altro qualche furbacchione ha rubato il suo mezzo di trasporto, la sua seconda, anzi prima vita)”…Tristemente Claudio conclude….”Vi incontrerei e abbraccerei uno ad uno perché siete stati fantastici
Grazie di Cuore Claudio Palmulli”.

C’è da chiedersi dal resoconto di questa giornata di ordinaria follia, chi dovrebbe essere in realtà denunciato? Chi ha violato la dignità della persona?

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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