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ROMA, FUNERALI CASAMONICA: "TUTTI SAPEVANO TUTTO"

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Tempo di lettura 2 minuti Il prefetto: “Le informazioni c'erano, ma non hanno raggiunto i vertici delle strutture che potevano assumere iniziative”

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di Angelo Barraco
 
Roma – Novità in merito agli allegorici funerali del boss Vittorio Casamonica. Il Prefetto di Roma Franco Gabrielli, nel corso di una conferenza stampa riferisce che questa è stata “una  vicenda gravissima per il disdoro che ha recato, per la percezione di una citta' non controllata, per l'immagine di una citta” ma non solo dice questo, conferma inoltre che tutti sapevano, dicendo “Le informazioni c'erano, ma non hanno raggiunto i vertici delle strutture che potevano assumere iniziative” aggiunge anche che “Se i vertici delle strutture fossero stati posti nella condizione di conoscere la situazione sicuramente la Questura si sarebbe determinata a far si che le modalita' di svolgimento sarebbero state diverse, almeno nella loro manifestazione di potenza” e per tale motivo capisce perfettamente lo sdegno a livello mondiale che si è venuto a creare e che tutt’ora c’è. Ha concluso “Non ho mai detto che sarebbero rotolate teste, ho sempre detto che la cosa era grave. Se nel caso le teste le fa rotolare il ministro, a partire dalla mia”.
 
Pochi giorni fa è successo a Roma un avvenimento che ha dell’incredibile e che ha lasciato tutto il mondo a bocca aperta per via della sua maestosità e del suo sfarzo, il funerale del boss Vittorio Casamonica, di 65 anni, un esponente di punta dell’omonimo clan che da tempo era osservato speciale dalla procura di Roma per attività illecite. Funerali di lusso per dare l’ultimo saluto al boss nella chiesa di Don Bosco; sembrava una scena di quei film di mafia in cui tutti sanno ma nessuno parla per paura, avete presente? La chiesa era stracolma di gente, una carrozza sfarzosa trainata da sei cavalli neri, elicottero rosa che lanciava petali dal cielo, una banda musicale che all’ingresso del feretro ha suonato la musica de “Il padrino” e a fine funzione è stata suonata la colonna sonora di “2001 Odissea nello spazio”, tutto ciò è normale in un’Italia in cui magistrati come Falcone e Borsellino hanno lottato la mafia e sono morti per combatterla? Qualcosa non torna. Mentre a Roma tutti alzavano le spalle e facevano scaricabarile su chi sapeva e chi non sapeva, mentre emerge inoltre che la prima sezione della Corte d’Appello aveva rilasciato un permesso “urgente” e trasmesso, come conviene di rito alla caserma dei carabinieri di Ciampino, ad Antonio Casamonica, detenuto agli arresti domiciliari e figlio del defunto Vittorio, mentre i due nipoti di Casamonica che erano ai domiciliari hanno ottenuto il permesso dai Carabinieri di Tor Vergata; insomma tutti sapevano.
 
Il Sindaco a tal proposito scrive sui social “Ho chiamato il Prefetto di Roma perché siano accertati i fatti con il dovuto rigore. I morti e i funerali non possono essere strumenti dei vivi per inviare messaggi mafiosi. Tutto ciò è intollerabile e non sarà tollerato”. Un tempo la mafia si nascondeva, agiva dietro meandri non accessibili all’occhio comune, adesso invece agisce sotto gli occhi di tutti e con assoluta tranquillità e soprattutto legalità nell’illegalità. Ciò fa sorgere molti dubbi agli italiani e al mondo che ci osserva e ci fa porre tante domande su chi ci governa, su chi ha voluto tutto ciò e anche sul passato e sulle parole di chi è morto per la lotta alla mafia. In seguito alla morte di Borsellino, fu fatta un’intervista al dott. Antonino Caponneto-stretto collaboratore di Falcone e Borsellino nonché amico, Caponneto disse una frase che oggi risuona familiare, sinistra e attuale; “E’ finito tutto”. 

Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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