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ZAGAROLO: FAMIGLIA DI ITALIANI SFRATTATA. DENUNCIANO IL RAGGIRO TROPPO TARDI

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Tempo di lettura 7 minuti Le drammatiche immagini di una storia tutta italiana nel video esclusivo de L'Osservatore d'Italia

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LEGGI ANCHE: ZAGAROLO: SFRATTO CONTROVERSO E AMBIGUO PER UNA FAMIGLIA DI 10 PERSONE

 

GUARDA LA GALLEY IN FONDO ALL'ARTICOLO [CLICCARE SOPRA LE FOTO PER INGRANDIRLE]

 

di Cinzia Marchegiani

Zagarolo (RM) – Una casa da difendere con i denti, un presunto abuso ed un presunto "raggiro" che sarebbe stato perpetrato ai danni di una famiglia. Il presunto "raggiro" è stato denunciato alla Procura di Tivoli lo scorso 20 luglio 2015 con la richiesta di procedere al sequestro probatorio dell’intero immobile di Valle Martella, quartiere di Zagarolo, dove vive Olga Amato con le sue figlie, nipoti e il compagno. La denuncia però non è servita a fermare lo sfratto esecutivo messo in atto dall’ufficiale giudiziario con l'ausilio delle Forze dell’ordine che si sono presentati il 22 luglio 2015 alle ore 8:30 a casa di Olga Amato.

L’Osservatore d’Italia che aveva scritto di questo caso cercando di spiegare l'intera e complessa vicenda legata al presunto "raggiro" subito da questa famiglia, si è recato la mattina del 22 Luglio 2015 presso l’abitazione per documentare lo sfratto forzoso dell’immobile.

La vicenda. Lo scorso Mercoledì mattina 22 luglio 2015, la tensione era altissima. Alle ore 8:15, entro presso l’abitazione oggetto dello sfratto trovo Olga con tutta la sua famiglia assieme al suo legale, l’avvocatessa Ricchezza. La casa è barricata, era stato messo un camper dentro la proprietà davanti al cancello, e altre due macchine poste al di fuori del cancello stesso. Sanno che presto arriveranno le forze dell’ordine. L’avvocatessa Ricchezza anticipa che proverà a chiedere una sospensione, visto che è stata presentata formalmente una denuncia per accertare il presunto illecito di rilevanza penale degli attori che hanno partecipato alla vendita del terreno con sito sopra l’immobile al prezzo di soli 8.000 euro. Sulla denuncia si legge: “il rilascio forzato dell’immobile, non solo porterebbe al pieno compimento dell’intero disegno criminoso dei predetti, – degli attori denunciati ndR – ma esporrà la mia famiglia composta dal mio convivente, B.A. con seri problemi cardiologici, mia madre C.E. con gravi patologie connesse all’età, e da tutti i miei nipoti tutti minori, di cui uno di pochi mesi, a seri pericoli per la loro salute.”

Alle ore 8:30 arrivano le pattuglie dei Carabinieri della stazione di Colonna, e l’ufficiale giudiziario. La signora Olga dopo un’iniziale temporeggiamento, assieme al suo legale si avvia verso il cancello chiuso a chiave, per conferire con le forze dell’ordine, ma il suo compagno inaspettatamente è salito sul tetto. Nel filmato si possono ascoltare le grida della figlia e la sorpresa di tutti. E' solo sul tetto, ed è stato punto da un insetto, la figlia lo soccorrerà con una bottiglia di acqua fresca e rimarrà con lui per controllare che non scivoli di sotto. Il sole è già forte, ma la disperazione di quest’uomo non trova ostacoli, è lì sopra e lancia grida di denuncia per chiedere attenzione a questa loro drammatica storia. Al primo piano invece, sul terrazzo ancora non completato con una ringhiera, si vede una bombola del gas color nero, la signora Olga spiega che quella parte dell’immobile ricade nel suo terreno con particella 126 ma che non è stata inserita nella procedura espropriativa, e ciò è alla base dell'intero intreccio dei vari carteggi.

La richiesta di sospensione e le richieste del Capitano dei Carabinieri. Il legale, dopo le presentazioni con l’avvocato della controparte, il dr Scacco, cerca di chiedere una sospensione, citando la denuncia penale, dove è stato richiesto il sequestro probatorio.  Chi scrive si presenta ai presenti come giornalista de l’Osservatore d’Italia, più tardi mi chiederanno i documenti che saranno registrati da un carabiniere, in tal senso mi chiedono per quale motivo mi trovo sul posto. Il Capitano della stazione di Colonna arriverà più tardi, al suo arrivo, convengono che non sono state chiamate tutte le figure professionali per procedere nel modo corretto allo sfratto forzoso. Manca il veterinario, poiché ci sono tre cani liberi nella proprietà, manca un’ambulanza con defibrillatore ed i Vigili del fuoco. Il Capitano preoccupato per la salute e l’incolumità dell’uomo sul tetto, chiede l’intervento di un medico per accertarsi della sua condizione di salute e capire se può essere eventualmente trasportato una volta effettuato l’ingresso forzoso nell’immobile da parte dei Carabinieri. Sono momenti di grande sofferenza, l’esproprio deve essere fatto secondo regole precise, e il Capitano conferma che se non arrivano entro 30 minuti tutte le figure necessarie, andrà via.

L'arrivo dei Vigili del fuoco, dell'ambulanza e la presenza dei servizi sociali del Comune di Zagarolo. In fila indiana all’improvviso, arrivano due autovetture dei Vigili del fuoco e l’ambulanza mentre l'assistente dei servizi sociali del Comune di Zagarolo li aveva già da tempo preceduti. I proprietari delle macchine messe a muro davanti al cancello, provvederanno a spostarle, per lasciare lo spazio per le eventuali azioni degli stessi operatori. A questa famiglia una volta completato l'esproprio, spiega l’assistente dei servizi sociali del comune di Zagarolo alla domanda dove andranno ad abitare i componenti del nucleo famigliare, sarà data la disponibilità di una stanza esclusivamente per le donne ed i bambini. Non esistono alloggi per uomini – precisa l'assistente dei servizi sociali – quindi il signore che si trova a manifestare sul tetto, potrà trovare la sua nuova casa nella strada, a meno che qualche anima pia non decida di ospitarlo.

La signora Olga racconta che lei non cederà di un passo, che è vittima di un grande imbroglio, che vuole non solo giustizia, ma chiede che la magistratura faccia luce sulla verità nascosta nelle carte e il dossier che ha prodotto con la sua nuova denuncia penale del 20 Luglio 2015. Cita ai Carabinieri delle registrazioni messe agli atti dove gli sarebbe stato estorto del denaro per rientrare in possesso della sua proprietà. L’Avvocato della controparte vuole che lo sfratto sia eseguito, mentre l’avvocatessa Ricchezza cerca di argomentare con tutte le sue forze per cercare di rimandare l’esecuzione e soprattutto chiede quale struttura di Zagarolo è stata individuata per queste persone. All’interno della casa è presente anche la mamma di Olga, ivi domiciliata e anche a lei il medico, che poco dopo arriverà sul posto, farà una visita di controllo.

Lo sfogo del compagno di Olga, l'arresto e il processo per direttissima. Mentre sembra che la situazione si sia tranquillizzata, all’improvviso esce l’uomo che si era barricato sul tetto, arrabbiatissimo perché sa che Olga è entrata in casa ed ha fatto uscire tutta la sua famiglia. Olga non crede all'ipotesi della sospensione dello sfratto ed alla nuova calendarizzazione per il 21 Ottobre 2015. Olga grida ed è intenzionata ad andare sul terrazzo dove è presente una tanica di benzina e la bombola del gas. Tutti escono piangendo terrorizzati, il compagno è furente, e scarica la sua frustrazione al Capitano dei Carabinieri che si trovava fuori presso il cancello dell'abitazione. Anche l'avvocato di famiglia cercherà di mediare e di calmare gli animi. L'uomo che era sul tetto dopo lo sfogo, viene fatto accomodare nella vettura dei Carabinieri, era agitatissimo, lì cercheranno di calmarlo. Anche Olga cede, ha concretizzato che non usciranno di casa per il momento. Dei vigili del fuoco entreranno e verranno accompagnati al terrazzo per reperire la bombola del gas e la tanica di benzina che saranno sequestrate e messe agli atti.

Assente in questa drammatica giornata il sindaco di Zagarolo. Olga ci teneva tanto che alla sua presenza in modo che avesse potuto quantificare la disperazione di un'intera famiglia e chiedere attenzione per una storia che ha dell’incredibile anche per l’avvocato Ricchezza che, dopo aver letto la documentazione acquisita negli anni dalla famiglia di Olga, ha voluto aiutare loro a fare chiarezza e sollecitato la suddetta denuncia presentata alla Procura di Tivoli. 
Il compagno di Olga sarà poi accompagnato al Comando della stazione dei Carabinieri di Colonna dove gli verrà notificato l’arresto e per lui un processo per direttissima il giorno seguente al Tribunale di Tivoli.

Lo sfogo di Olga.
Questa famiglia ha solo meno di tre mesi per dimostrare il presunto grande imbroglio da loro dichiarato e denunciato con un dossier sostanzioso. Olga quando sono andati via tutti mi confida: “voglio che la verità emerga, se poi uscirà che ho torto, prendo i bagagli e me ne vado, ma se ho ragione, voglio giustizia, questa casa è stata venduta all’asta a soli 8.000 euro, il terreno era sottoposto ad ipoteche, a mia insaputa. L’esecuzione da parte della banca tuttavia era proseguita con notifiche al defunto creditore e senza mai accertare chi vivesse realmente presso l’immobile esecutato e se quest'ultimo avesse potuto eventualmente ricevere la comunicazione. Circa un anno – prosegue Olga nel racconto – dopo lo stesso notaio, che aveva curato anche la vendita giudiziale all’incanto, stipula un atto di compravendita, in cui la Signorara V. compare sia in qualità di venditore come delegata dal nuovo proprietario D.D. sia come compratrice. Il ricorso che abbiamo qualche giorno fa protocollato, fa leva sulla nullità dell’atto di compravendita avvenuto il 20 Ottobre 2005 e probabilmente anche dell’acquisto tramite asta del terreno oggetto dell’esecuzione, poiché la presenza di quattro dei vincoli ambientali e paesaggistici, ne privano del requisito di commerciabilità, ai sensi dell’art. 46, comma 5, del DPR 380/01. Questo immobile, oggetto della contesa che dura da troppi anni ormai, è stato venduto dal Tribunale di Tivoli a circa 8.000 euro, come terreno vincolato e con una costruzione abusiva. La signora V. perciò acquista l'immobile con il terreno, in parte di proprietà a tutti gli effetti della sottoscritta – accatastandolo come giardino di pertinenza, complesso che così assume un valore di centinaia di migliaia di euro” – conclude ormai esausta Olga.

Termina così una giornata pesantissima, che ha visto in azione un provvedimento esecutivo per ora rimandato al prossimo ottobre 2015. Tanta rabbia, frustrazione, tensione da entrambe le parti, sia delle Forze dell’ordine sia della stessa famiglia. In questa incredibile e drammatica storia, vi è anche una denuncia proferita a mezzo dichiarazione di Olga Amato, davanti alle Forze dell’ordine, di un estorsione di denaro che avrebbe subito, per riavere la sua abitazione, e che in merito ci si auspica venga fatta luce al più presto con la denuncia agli atti in Procura di Tivoli. Anche se lenta, la macchina della giustizia sicuramente farà il suo percorso, ma c’è da chiedersi, perché far uscire di casa questa famiglia prima di aver accertato la verità?

La casa rappresenta la tutela della famiglia prima di tutto, un diritto che la nostra costituzione sancisce prima di ogni valore civilistico, come il Gruppo Libra ha voluto fortemente evidenziare: “Il caso della Signora Amato e della sua famiglia è particolarmente grave, perché, non solo, a quanto risulta, si è arrivati allo sfratto nonostante pesanti irregolarità, ma l’unica rassicurazione che è stata data loro è che forse si riuscirà a trovare una stanza in un centro d’accoglienza dove ospitarli assieme. Non solo, dunque, le aste, dove uniche abitazioni vengono vendute spesso a prezzi stracciati, ma anche la nascita di un sistema d’accoglienza degli italiani sfrattati, su cui si sono avute le prime pesanti avvisaglie con Mafia Capitale”.

L’osservatore d’Italia seguirà, documenti alla mano, questa storia dai profili inquietanti.

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Roma, Ferragosto e turisti. Scattata l’operazione sicurezza: in manette 11 persone

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ROMA – In occasione della settimana di Ferragosto, per garantire una serena permanenza ai turisti e ai cittadini romani rimasti in città, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno intensificato i controlli per prevenire i furti in abitazione, presso i centri commerciali, nelle zone maggiormente frequentate dai turisti e in modo particolare a bordo dei mezzi pubblici e presso le stazioni della metro della Capitale. D’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, nelle ultime 48 ore, i Carabinieri hanno arrestato 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di furto e tentato furto aggravato in concorso.
 
Nell’area della stazione Termini, in via Gioberti, i Carabinieri di Nucleo Scalo Termini hanno arrestato un cittadino russo, già noto alle forze dell’ordine, fermato dal personale di vigilanza di un negozio di abbigliamento, dopo aver sottratto alcuni capi, ai quali aveva rimosso le placche antitaccheggio per eludere i controlli della vigilanza.
 
In via del Corso, i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno arrestato due cittadini romeni – un 28enne e una 19enne, entrambi e con precedenti – sorpresi a derubare una turista cinese. I Carabinieri li hanno bloccati appena dopo aver sfilato il telefono cellulare dallo zaino della vittima.
 
In piazza del Colosseo, sempre i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno arrestato due nomadi, di 26 e 40 anni, entrambe in stato interessante e con numerosi precedenti specifici, bloccate subito dopo aver asportato con destrezza una busta contenente 420 euro dallo zaino di una turista cinese.
 
I Carabinieri della Stazione Roma Macao hanno arrestato un 59enne italiano, senza fissa dimora e con precedenti, bloccato all’interno dell’autobus “H”, all’altezza della fermata Lungotevere de’ Cenci, subito dopo aver asportato con destrezza il telefono dall’interno della borsa di un 15enne.
 
Tre cittadini romeni – senza fissa dimora di 21, 38 e 58 anni – sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro che, in abiti civili, li hanno notati mentre si aggiravano con fare sospetto presso un negozio di abbigliamento in via Nazionale, rione Monti, e li hanno seguiti all’interno. Poco dopo, i tre sono stati bloccati all’uscita dell’attività perché sorpresi ad allontanarsi senza aver pagato numerosa merce, del valore di 570 euro, che avevano prelevato dagli espositori e occultato in zaini, previa rimozione delle placche anti-taccheggio.
 
Invece, all’interno di uno store del centro commerciale “Porta di Roma”, in via A. Lionello, i Carabinieri della Stazione Roma Nuovo Salario hanno arrestato un 30enne peruviano, sorpreso ad occultare prodotti di profumeria, del valore di circa 500 euro – all’interno di una borsa schermata.
 
Le vittime dei furti hanno sporto regolare denuncia-querela e tutti gli arresti sono stati convalidati.
 
Nell’ambito delle attività, infine, i Carabinieri hanno rintracciato un 35enne romeno, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e hanno denunciato alla Procura della Repubblica un 30enne di Roma trovato in possesso di 14 dosi di cocaina.
 
Privo di virus.www.avast.com

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Metropoli

Castel Madama, picchia i genitori per i soldi della droga

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I Carabinieri della Stazione di Vicovaro hanno arrestato in flagranza di reato un cittadino italiano di 24 anni, gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti in famiglia ed estorsione.
A Castel Madama, un piccolo comune nella valle dell’Aniene vicino Roma, la vita di una famiglia è stata turbata per anni da un figlio con problemi di droga. Il giovane, di 24 anni, per ottenere il denaro necessario all’acquisto di stupefacenti, ha ripetutamente minacciato e maltrattato i suoi genitori.
Una sera, la situazione è degenerata; durante una violenta lite, il ragazzo ha aggredito il padre, provocandogli delle lesioni. Questo episodio ha spinto la famiglia a denunciare tutto ai Carabinieri, che hanno attivato immediatamente la procedura del “codice rosso”.
Il dramma familiare ha raggiunto il culmine il 6 agosto, quando il giovane, in preda all’ira, ha iniziato a prendere a calci e pugni la porta d’ingresso della casa dei genitori. Non contento, ha minacciato e spinto la madre, riuscendo a estorcerle 30 euro e causandole delle contusioni. La donna, disperata, ha chiamato i Carabinieri, che sono intervenuti prontamente, fermando il figlio e mettendo fine a questo incubo. Ora il 24enne si trova nel carcere di Rebibbia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Tivoli.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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