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ROMA TERRORISMO: TUTTO SUL PIANO DI SICUREZZA IN VISTA DEL GIUBILEO

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Tempo di lettura 2 minuti Roma, per far fronte alle minacce mosse più volte nei suoi confronti da parte dei jhiadisti, si prepara ad un eventuale attacco studiando strategie di emergenza per ogni potenziale obiettivo.

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di M.L.S.

Roma – All'alba di mercoledì, due uomini di nazionalità magrebina sono stati arrestati dai Carabinieri del Ros perchè accusati di terrorismo internazionale. Un terzo elemento è stato invece fermato in Marocco per reati di terrorismo. Nel mirino della Procura della Repubblica capitolina, una cellula di matrice qaedista che, secondo gli investigatori:” Si proponeva anche la pianificazione ed esecuzioni di atti terroristici in Italia e in Nord Africa”.

Proselitismo in rete. Le indagini messe in campo dai militari del Ros hanno appurato come la cellula del terrore fosse dedita al proselitismo telematico. L'organizzazione, infatti, utilizzava un sito web, creato e gestito dagli stessi indagati, come una grande rete da pesca per adescare nuovi adepti, indottrinarli ed addestrarli.

Piani di difesa contro un attacco potenziale. Roma, per far fronte alle minacce mosse più volte nei suoi confronti da parte dei fondamentalisti islamici, si prepara ad un eventuale attacco studiando strategie di emergenza per ogni potenziale obiettivo.
Dopo le stragi parigine e tunisine, la Capitale si muove e mette in campo una serie di strategie emergenziali che interessano diversi siti considerati sensibili, tra cui: scuole, monumenti, stazioni, luoghi istituzionali, ambasciate e addirittura centri commerciali. Dunque, per arginare la sete di sangue della jhiad, Viminale e forze dell'ordine hanno preventivato un piano di emergenza, contenuto in un file dedicato per ogni luogo a rischio. L'emergenza, qualora dovesse presentarsi, sarà fronteggiata mediante un sistema ad ingranaggi azionato dall'intervento di forze dell'ordine e soccorsi sanitari.

Piano di emergenza al Colosseo. Per quanto riguarda il piano emergenziale predisposto per l'anfiteatro Flavio, simbolo dell'urbe: Nocs, Digos, ambulanze, Protezione Civile e Vigili del fuoco sarebbero pronti all'intervento per mettere in sicurezza ed isolare la zona per un raggio di diversi chilometri. Per esempio, in seguito ad un'eventuale deflagrazione, i primi ad intervenire sarebbero i nuclei Nbcr dei Vigili del fuoco, mentre le unità dell'antiterrorismo sarebbero chiamate a circoscrivere l'area così detta “zona calda”. Nella “zona tiepida”, invece, ambulanze e mezzi di soccorso rimarrebbero in stallo, pronti aò trasporto di eventuali feriti. Nella zona dei Fori Imperiali, invece, sarebbero allestite una sala operativa mobile ed un residio sanitario utile all'assistenza dei feriti mentre, in corrispondenza del Circo Massimo, verrebbe allestito un eliporto.
Da via dei Fori Imperiali a Via San Giovanni in Laterano, l'arco di Costantino e dall’altra parte il parco di Colle Oppio, delimitano la “zona calda” e la “zona tiepida” da cui, tutti i mezzi di trasporto sanitario sarebbero pronti a dirigersi verso il nosocomio più vicino, l'ospedale San Giovanni, prima tappa dei feriti che verrebbero successivamente smistati in altre strutture ospedaliere.

Piano di emergenza San Pietro. Nel caso di un attacco al cuore della cristianetà, nella zona del Vaticano, precisamente a Piazza San Pietro, la “zona calda” sarebbe delimitata dal colonnato della Piazza stessa. In questo caso l'ospedale di riferimento sarebbe il Santo Spirito, che sarebbe raggiunto facilmente dai mezzi in attesa nella “zona tiepida” istituita in Via della Conciliazione. Per quanto riguarda i mezzi di elisoccorso, invece, atterrerebbero nelle piazze adiacenti la Basilica per trasportare gli eventuali reduci in Largo Giovanni XXIII.

Deviazioni. In caso di attacco terroristico, il traffico sarebbe deviato a seconda del obiettivo sensibile oggetto delle “brutali attenzioni” dei fanatici islamisti, permettendo così alle forze dell'ordine e ai mezzi di soccorso una manovra di avvicinamento immediata al luogo del delitto. 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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