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Roma

INCENDIO FIUMICINO: RILEVATA DIOSSINA DURANTE IL ROGO

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Tempo di lettura < 1 minutoInoltre, ci sono altri due indagati. Le norme di sicurezza elementari non sarebbero state rispettate

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di Maurizio Costa

Fiumicino (Rm) – Ci sono altri due indagati nell'inchiesta che riguarda l'incendio divampato l'8 maggio al terminal 3 dell'aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma. Il procuratore Gianfranco Amendola e il pm Valentina Zavatto hanno messo nel registro degli indagati un funzionario dell'Asl Rm D e un dirigenti di Aeroporti di Roma.

Il primo non avrebbe agito in conformità della legge durante e dopo l'incendio mentre il secondo avrebbe fatto lavorare i suoi dipendenti in condizioni non idonee a livello di sicurezza e conformità con le leggi antincendio.

La procura ha anche preso nell'inchiesta 150 cartelle dei lavoratori che si sono recati dal medico. Adr aveva detto che non ci sono stati fumi tossici mentre la verità dovrebbe essere un'altra: si sarebbe scoperto che i valori di diossina, pcb e furani sono stati 10 volti superiori rispetto a roghi simili.

Il problema è che il T3 non era provvisto di porte tagliafuoco e di sistemi antincendio adeguati. L'Enac, comunque, fa sapere che "da oggi il Leonardo torna ad essere pienamente operativo: sono stati riaperti i varchi per accedere alle aree Schengen ed extra Schengen del Terminal 3, da dove sarà di nuovo possibile raggiungere i moli C e D. Anche tutti i banchi check in sono tornati completamente operativi nella loro configurazione originaria. Da questa notte, inoltre, verrà cancellato il Notam (avviso ai naviganti) con cui l'Enac aveva precedentemente disposto una riduzione della capacità".