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Roma

NEMI: FUNZIONARI PROMOSSI A PIENI VOTI

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Tempo di lettura 5 minuti Un ottimo e dolcissimo tributo di cui ne andranno fieri, con tutta probabilità, il Sindaco Bertucci e il consigliere con delega al personale Ibba

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di Ivan Galea

Nemi (RM) – Un famoso detto italiano è quello che recita: “L’operazione è perfettamente riuscita, ma il paziente è morto”. In pratica si glorifica il medico che ha operato esaltandone le virtù, nonostante il risultato sia stato poi il peggiore possibile. Un po’ quello che, a livello nazionale, è successo a Genova con lo scandalo dei responsabili dell’ufficio tecnico che si spartirono un fiume di denaro per “aver raggiunto l’obiettivo di aver messo in sicurezza” tutti i corsi d’acqua della città ligure, e poi sappiamo tutti come è andata a finire.

E’ tipico della “casta” costituita da politici, dirigenti e funzionari che si spartiscono tra di loro vantaggi economici e privilegi infischiandosene dei risultati di gestione effettivamente ottenuti.

Senza andare troppo lontano, anche a Nemi, il più piccolo paese dei Castelli Romani, si scorge l’esistenza di una sorta di casta, che però proprio perché locale si fa finta di non vedere e se ne accetta senza fiatare l’operato. Ma andiamo nel merito. In un articolo pubblicato con il titolo “Nemi : u monnu sé revotatu” un gruppo di cittadini richiamava la determina n° 344 del 23/7/14 con la quale veniva riconosciuto ai responsabili dell’Area Vigilanza e dell’Area Tecnica di Nemi il massimo punteggio di risultato necessario per l’erogazione della percentuale massima del premio di produttività per aver raggiunto tutti gli obiettivi prefissati.

In pratica a Nemi tutto è stato fatto come meglio non si poteva e per questo, oltre al normale stipendio, tanti soldini in più sono finiti nelle tasche dei responsabili dei servizi. Ma il bello è che nemmeno lo si è fatto attenendosi alle regole fissate in precedenza proprio da coloro che hanno valutato le loro performance. Infatti  il “Regolamento di disciplina della misurazione, valutazione e integrità e trasparenza della performance delle posizioni organizzative” approvato con la delibera di Giunta n° 50 del 30/05/2013, contrasta completamente con il modo in cui si è operato. Basta leggere l’Art. 2 comma 3 che recita :” Ai fini della trasparenza (…) l’ufficio personale assicura la pubblicazione sul sito istituzionale di un estratto dei documenti di programmazione (…)”  oppure leggere l’Art. 4 comma 1 che testualmente recita :” la relazione sulla performance costituisce lo strumento per la misurazione, la valutazione e la trasparenza dei risultati dell’Ente ed è pubblicata sul sito istituzionale dello stesso”.

Uno dei detti più famosi che i nostri antenati latini ci hanno tramandato è “verba volant scripta manent” e cioè che le parole volano e gli scritti rimangono. Invece a Nemi ci si trova davanti all’eccezione, visto che anche gli scritti volano, in quanto da nessuna parte del sito istituzionale, forse per colpa nostra che non sappiamo ricercare bene, riusciamo a trovare la relazione sulle prestazioni dei responsabili dei servizi. Se poi passiamo all’Art. 6 del citato regolamento c’è da mettersi letteralmente le mani nei capelli (per chi se lo può permettere). Infatti al comma 3 vengono dettagliate analiticamente le singole voci secondo le quali i responsabili andrebbero valutati allo scopo del raggiungimento della valutazione finale.

Ad esempio la responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi ha ottenuto nella valutazione del comportamento manageriale un punteggio di 99 su 100. Si potrebbe pensare sia stata una scivoleria da parte del nucleo di valutazione aver tolto quel punticino rispetto al massimo, ma la cosa non ha inficiato sul risultato finale in quanto la responsabile  ha ottenuto, egualmente, la massima percentuale erogabile di incentivo sulla retribuzione di posizione attribuita. 

Davvero singolare che sia stata data una votazione massima al responsabile dell’area Vigilanza, Gabriele Di Bella, addirittura 100 su 100. Mancava soltanto la lode e la consegna delle chiavi della città di Nemi per completare l’opera e per evidenziarne i meriti.

Ma per capire meglio con quali criteri sia stato attribuito questo voto massimo che è veramente difficile da vedersi in altri Comuni ci soffermiamo ad approfondire la questione e andiamo a vedere chi erano i componenti del nucleo di valutazione interno. Il Presidente era l’allora Segretario Comunale, dottor. Ivano Moreschini  e ne facevano parte altri due componenti, per altro ben retribuiti, nominati dal sindaco, e cioè il dottor Guido Mazzocco e il dottor Simone Carmignani, veramente poco conosciuti in Comune e dei quali ci permettiamo dubitare che conoscano a fondo i dirigenti da valutare. Quella che ci interessa però è la figura del presidente, il dottor Ivano Moreschini, che era anche il Presidente della Commissione Disciplinare dell’Ente e perciò era a conoscenza perfettamente dei problemi venutisi a creare all’interno del corpo dei Vigili Urbani di Nemi e delle difficoltà, definiamole così,  che comunque si configuravano nella gestione delle risorse umane all’interno del corpo stesso.

Facendo un breve excursus nei precedenti tabella pubblicati su questo quotidiano e mai contestati da nessuno, il Responsabile dell’Area Vigilanza sembrerebbe aver incontrato difficoltà nella pianificazione del pagamento delle spese a seguito di una sentenza del Tribunale di Roma, avverso un procedimento del Codice della Strada, arrivata al protocollo del Comune di Nemi in data 21 gennaio 2013. Tutte le cause di questa negligenza, che ha portato ad un notevole incremento della somma da pagare da parte del Comune di Nemi, ricaddero sul sottoposto "parafulmine", il m.llo Merlonghi Filippo, al quale era stata affidata la liquidazione del successivo precetto arrivato in Comune il 5 dicembre 2013 e cioè ben 11 mesi dopo a notifica della sentenza.

Ebbene per ulteriore dovere di cronaca riscontriamo che, nonostante altri tabella pubblicati nei quali si chiedeva conto di che fine avesse fatto il precetto, solo con il Consiglio Comunale del  26/03/2015 è stato richiesto ed ottenuto il riconoscimento del debito fuori bilancio per poter procedere finalmente al pagamento dello stesso precetto. Ed allora essendo a conoscenza di questo fatto, come di altre difficoltà gestionali, come è stato possibile per il dottor Ivano Moreschini attribuire proprio il massimo punteggio per la capacità di gestione delle risorse finanziarie al comandante della Polizia Locale?
E vogliamo poi analizzare la “qualità dell’apporto personale e dei collaboratori, gestione delle risorse umane” Non ci vuole certo un genio per  capire che anche questo obiettivo non sembra essere stato proprio centrato “al 100%”.

E’ apparso evidente a tutti, e quindi doveva esserlo maggiormente per il Segretario Moreschini, che, anche in concomitanza con l’arrivo del Di Bella nel gennaio 2013, l’organizzazione dell’ufficio dei Vigili Urbani a Nemi si è andata lentamente sgretolando con l’esplosione di numerose e accese discussioni all’interno del Corpo, cosa che ha comportato certamente un non perfetto lavoro di equipe indispensabile per il raggiungimento dell’obiettivo comune del lavoro ben fatto. Discussioni che sono arrivate all’apice anche con la vergognosa sceneggiata davanti al Duomo di Albano Laziale avvenuta il pomeriggio del 18 luglio 2014, quando si stava celebrando un funerale. All’uscita della funzione funebre, a detta dei tanti presenti il comandante della polizia municipale di Nemi Gabriele Di Bella avrebbe affrontato con veemenza verbale il vigile Merlonghi (sul posto peraltro in borghese e fuori dal servizio che aveva regolarmente espletato nella mattinata a Nemi) suscitando sconcerto tra parenti ed amici del defunto. Discussione che, in modo ancora più discutibile, proseguì nel pronto soccorso dell'ospedale di Albano dove entrambi si erano recati per accertamenti medici.

Perché il Sindaco di Nemi Alberto Bertucci  avvisato dell’accaduto, che ormai era a conoscenza di tutti i Comuni dei Castelli Romani, non ha chiesto scusa pubblicamente ai parenti del defunto per l’increscioso episodio e chiesto conto al Comandante Di Bella dell’immagine offerta dal corpo dei Vigili Urbani di Nemi?. Dove si trovavano i tre i vigili urbani in servizio quel pomeriggio a Nemi? Forse fuori territorio ad Albano Laziale? Qualcuno ha addirittura ipotizzato che fossero tutti in “missione” diretti verso il malcapitato Merlonghi.

Ebbene di fronte a questi episodi crediamo che probabilmente sia quantomeno discutibile l’aver riconosciuto  la valutazione massima per la gestione del personale al Comandante dei Vigili.

Un’ultima domanda ci viene poi naturale. Come mai il terzo dirigente, il Sig. Gaffi Aurelio, che quest’anno è  stato nominato factotum del Comune (vedere Decreto del Sindaco n° 1 del 15/01/2015), ma che in precedenza era già responsabile dell’Area Finanziaria dell’Ente non è stato nemmeno valutato dalla Commissione? Qualcuno dovrebbe spiegarci il perché.

A noi, che ripetiamo restiamo in attesa di visionare la relazione sulla performance sui responsabili, ci sembra una valutazione che poteva sicuramente essere più ponderata e “modesta”.

Certamente è un ottimo e dolcissimo tributo di cui ne andranno fieri con tutta probabilità il  Sindaco Alberto Bertucci, e il consigliere con delega al personale Gianni Ibba. Peccato che comunque spesso ci  si trova a scontrarsi con una realtà che non è proprio “ottima” e promossa a pieni voti.   

Come sarebbe bello se ad esprimere un giudizio ed a valutare i risultati del lavoro dei responsabili dei servizi al Comune di Nemi fossero i cittadini. Pensate davvero che gli darebbero, come è accaduto, il massimo dei voti? Perché non proviamo a fare un sondaggio.

Scherzi a parte, ancora una volta si aspettano quei chiarimenti che sorprendentemente non arrivano anche quando a chiederli sono i cittadini.

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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