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ROMA, MAGLIANA: DOPO LO SGOMBERO RINASCE L'ACCAMPAMENTO ABUSIVO

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Tempo di lettura 2 minuti Un incendio del 9 aprile scorso in un accampamento abusivo aveva causato la morte di un ragazzo romeno. Dopo la bonifica, la zona è stata ripopolata

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di Maurizio Costa

Roma – Rinasce un accampamento rom tra via Ostiense e via del Cappellaccio. Alcune foto mostrano come, sullo stesso luogo che era stato sgomberato dai Vigili del fuoco e dalla Polizia municipale, i nomadi abbiano ricostruito i loro alloggi di fortuna, composti da teli di plastica e muri inconsistenti. La zona è da tempo abitata da una comunità romena, che però era stata allontanata lo scorso nove aprile.

Le baracche sono ben nascoste dagli alberi che crescono in quell'area. Trovandosi sotto un viadotto, è anche difficile riuscire ad individuare gli alloggi di fortuna dei romeni che vi abitano. Tra l'altro, nella zona occupata si trovano anche delle vere e proprie tende da campeggio, all'interno delle quali abitano alcune persone che non hanno fatto in tempo a costruire una baracca. È difficile avvicinarsi al luogo sul quale crescono gli accampamenti, visto che, non appena ci si addentra nel posto, gli abitanti degli alloggi di fortuna non accettano di buon grado l'intromissione. Le baraccopoli sono abitate principalmente da romeni e bulgari.

Il precedente – Prima della costruzione di queste baracche, la zona era stata sgomberata dai Vigili del fuoco e dalla Polizia municipale dopo che un grande incendio aveva distrutto la tendopoli. In quell'occasione, un romeno di 27 anni perse la vita tra le fiamme, alimentate anche dai rifiuti gettati sul ciglio della via Ostiense. Il corpo era stato trovato dalle forze dell'ordine qualche giorno dopo il rogo.

Come si vede anche dalle immagini, le baracche sono coperte da teli di plastica per riparare dalla pioggia. Inoltre, intorno alle costruzioni fatiscenti, si trovano dei carrelli e dei frigoriferi malandati. La vegetazione nasconde bene le baracche, ma tutti i residenti della zona conoscono la situazione di via del Cappellaccio.

Dopo lo sgombero e la bonifica di qualche giorno fa, l'area antistante a via Ostiense è stata ripulita anche dai rifiuti, ma, in una nostra immagine, si vede come un uomo si fermi con la macchina sul ciglio della strada per rubare qualche ciocco di legno rimasto dopo l'intervento delle forze dell'ordine. La zona comincia già a riempirsi di nuovi rifiuti e le istituzioni stanno cercando di risolvere la situazione.

Andrea Santoro, presidente del IX municipio, ha affermato che entro 5 giorni partirà la bonifica di molti campi nomadi abusivi della zona. “Il piano per la Sicurezza sarà completato in due mesi – ha dichiarato il minisindaco -. Entro i primi giorni di maggio rimuoveremo tende e baracche anche in via Cristoforo Colombo, via Ostiense, piazza Caduti dei Lager, Quadrato della Concordia, via Giachino (in prossimità della scuola Il Casale) e via del Cappellaccio. Qui, per esempio – continua Santoro -, abbiamo una situazione molto critica perché si tratta di un sito già bonificato circa 6 settimane fa, dove in poco tempo sono stati accumulati nuovamente diversi quintali di rifiuti ed è per questo che studieremo l’apposizione di dissuasori”.

Ricordiamo che i romeni che popolano quest'area hanno rubato due settimane fa molti chili di rame dalla galleria di Acilia, che è rimasta chiusa per diversi giorni provocando non pochi danni alla circolazione.

La situazione di queste persone è tragica, non hanno un'abitazione in cui stare, e il municipio, oltre a sgomberare queste zone da accampamenti abusivi, dovrebbe anche trovare una soluzione a questi immigrati, che potrebbero essere reintegrati (se ne hanno le credenziali) o riportati in patria, come prevedono le leggi.

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Roma

Omicidio a Roma, venti anni a chi uccise e lasciò Michelle in un carrello

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“Ho commesso un reato gravissimo e voglio pagare per quello che ho fatto”.

Una lettera, poche righe, prima che il giudice del tribunale per i minori si ritirasse in camera di consiglio, prima che gli venissero inflitti 20 anni di carcere. E’ quanto ha letto in collegamento video dal carcere di Treviso l’imputato, il giovane di origini cingalesi che nel giugno dello scorso anno ha ucciso a coltellate Michelle Causo a Roma per poi lasciare il cadavere, chiuso in una busta di plastica, in strada abbandonato in un carrello a poca distanza da un cassonetto per l’immondizia nel quartiere Primavalle.

“L’ho uccisa ma non ho premeditato l’omicidio”, ha aggiunto l’imputato, all’epoca dei fatti 17enne come Michelle, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente uno sconto di pena. I genitori della ragazza erano presenti in aula al momento della lettura del dispositivo.

Con questa sentenza – ha detto la madre – riusciamo un pochino a dare giustizia a Michelle. È la prima volta che un minore prende 20 anni, ma se li merita tutti. Adesso andiamo avanti, ho un altro figlio e mi dovrò dedicare completamente a lui”. Il tribunale ha, di fatto, recepito l’impianto accusatorio della Procura.

Le aggravanti sono legate al tentativo di sbarazzarsi del cadavere, infilandolo in una sacca nera dell’immondizia. L’aggressione avvenne in un appartamento di via Dusmet. Il minore, nel tentativo di sbarazzarsi del corpo, non si preoccupò di ripulire la scena del crimine, tracce di sangue furono trovate ovunque a cominciare dall’androne del palazzo. L’esame autoptico svolto sul corpo della ragazzina confermò il drammatico quadro emerso subito dopo il ritrovamento del cadavere.

Tra i ragazzi si consumò una prima discussione accesa con urla, percepite distintamente anche dai vicini, e poi l’aggressione. Dalle ferite riscontrate nel corso dell’esame è emerso che il giovane colpì la ragazza utilizzando un coltello da cucina. Un’azione omicida che forse era iniziata con un fendente alla schiena per poi proseguire con almeno altri cinque colpi sul resto del corpo della minorenne. Un vero e proprio massacro che si sarebbe consumato in pochi minuti.

Altra certezza è che dopo il delitto, messo in atto dal ragazzo in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di alcol e droga, ci fu il drammatico e velleitario tentativo di lasciare il corpo lontano dal luogo dell’aggressione, la casa dove il ragazzo viveva. La madre, infermiera di origini cingalesi, era fuori mentre il padre era in Sri Lanka.

Madre e figlio si erano trasferiti da poco nell’immobile dove nel corso di una perquisizione venne trovata della droga, sostanze utilizzate per produrre mix di stupefacenti sintetici. Nel corso dell’udienza del 29 maggio scorso l’imputato aveva fornito la sua versione di quanto accaduto in quella tragica giornata. Il giovane ha affermato di avere aggredito la ragazza con una prima coltellata perché si era sentito offeso da alcune affermazioni fatte da lei.

In merito alla ricerca su internet, effettuata il giorno prima dell’omicidio, su “come sferrare colpi letali”, l’imputato ha sostenuto di averla fatta perché doveva recarsi in una zona isolata e voleva capire come comportarsi in caso di eventuali attacchi. In base ad una perizia psichiatrica disposta dal tribunale l’imputato era, comunque, capace di intendere e di volere al momento del fatto.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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