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MARINO LAZIALE: ARRESTATO IL SINDACO FABIO SILVAGNI

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Tempo di lettura 3 minuti Arrestati anche: un dipendente comunale e tre imprenditore tra i quali un agente della polizia stradale di Albano Laziale

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LEGGI ANCHE: MARINO LAZIALE: ASSEGNI POSTDATATI PER LA SAGRA DELL'UVA? L'UNIONE DI CENTROSINISTRA PUNTA IL DITO SUL SINDACO SILVAGNI

 

Redazione
Marino Laziale
–  È un vero terremoto quello che ha travolto il Comune di Marino Laziale ai Castelli Romani dove nelle prime ore di questa mattina il sindaco Fabio Silvagni è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo operativo di Castelgandolfo, diretti dal tenente Alessandro Iacovelli, insieme ad altre quattro persone. A finire agli arresti domiciliari col primo cittadino, eletto nel maggio del 2014, anche un dipendente comunale, il 56enne B.S., tre imprenditori tra i quali anche un agente della polizia stradale di Albano Laziale.

Un altro filone delle indagini condotte dai carabinieri porta ad un episodio di corruzione. Al sindaco Fabio Silvagni ed al dipendente comunale B.S. viene contestato l’incasso di un versamento del 3% su 100.000 euro eseguito dall’imprenditore marinese G.F. di 73 anni (anche lui ai domiciliari) che quest’ultimo avrebbe ricevuto come pagamento da parte del Comune per alcuni lavori edili svolti in passato. Pagamento che sarebbe stato favorito proprio dai due arrestati. Sono in corso accertamenti su lavori pubblici già eseguiti, finalizzati a verificare la regolarità delle relative procedure di appalto ed eventualmente se queste venissero in qualche modo "pilotate" in favore di imprenditori amici.

L'accusa.
Al sindaco ed agli altri arrestati vengono contestati a vario titolo, in un'inchiesta durata mesi e suddivisa in almeno 4 filoni, principalmente i reati di corruzione e peculato. Il filone principale conduce alle illecite autorizzazioni per il cambio di destinazione d’uso di un terreno di 2200 metri quadri sulla via Nettunense passato da area artigianale ad area commerciale. In cambio il sindaco avrebbe ottenuto, per proprio tornaconto elettorale, l’assunzione di 14 dipendenti da lui indicati ma anche somme in denaro da destinare ad eventi organizzati dal Comune. A Fabio Silvagni la Procura di Velletri contesta anche l'induzione indebita a corrispondere “utilità a pubblico ufficiale” sollecitando i vari imprenditori locali interessati ad ottenere permessi di costruire, a versare all'Amministrazione Comunale la somma di euro 1.200 da utilizzare per finanziare le iniziative del Comune, in particolare feste e sagre, prospettando loro la mancata concessione dei permessi in caso di rifiuto al versamento. Anche in questo caso lo scopo del sindaco sarebbe quello di accrescere il proprio consenso elettorale. Al sindaco viene infine contestato il reato di peculato poiché accusato di essersi, in più occasioni, appropriato per usi personali e con la complicità di alcuni dipendenti della Multiservizi dei Castelli di Marino Spa, di carburante per la sua autovettura personale. Per il Comune di Marino un terremoto dalla portata ancora non pienamente comprensibile.

Commissariamento alle porte. L’ombra del commissariamento si allunga su palazzo Colonna ed anche se fino a questo momento il sindaco Silvagni non ha rassegnato le proprie dimissioni, ad avere “diritto di parola” in merito è il prefetto. In queste ore a guidare l’Amministrazione marinese c’è comunque il vicesindaco Fabrizio De Santis, già reggente tra il 2013 e il 2014 dopo le dimissioni dell’ex sindaco e neo consigliere regionale Adriano Palozzi.

Sequestro. I carabinieri hanno provveduto al sequestro del punto vendita di un noto marchio operante nell’ambito della ristorazione con annesso parco giochi – una struttura da tre milioni di euro – e la medesima struttura, aperta nei mesi scorsi, da controlli sarebbe risultata non conforme al Piano generale del Comune di Marino. Nell’ambito del medesimo filone sono stati arrestati anche due imprenditori. Il primo è il finanziatore del punto vendita, il 43enne D.B., operante a livello nazionale con la propria società nel settore dei servizi per i grandi eventi e per lo spettacolo di alto livello. Le società facenti capo al 43enne, una con sede nella zona sud di Roma ed una a Milano, sono state oggetto di perquisizioni da parte degli stessi carabinieri e degli uomini del 1° gruppo di Roma della Guardia di Finanza. Domiciliari anche per il 40enne G.T., agente della polizia stradale di Albano Laziale in aspettativa per malattia da molti mesi, che risultava l’amministratore unico della società che gestiva il punto vendita. Sono in corso ulteriori indagini a carico della medesima società per verificare altre concessioni ottenute in ambito nazionale.
 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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