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Roma

BRACCIANO: LA PROCURA DI CIVITAVECCHIA CHIEDE IL FALLIMENTO PER LA BRACCIANO AMBIENTE

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Tempo di lettura 2 minutiIl 22 aprile prossimo è fissata la udienza per il fallimento della multiservizi comunale Bracciano Ambiente.

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di Chiara Rai

Bracciano (RM) – Bufera giudiziaria sulla Bracciano Ambiente che gestisce la discarica di Cupinoro: la Procura di Civitavecchia ha chiesto il fallimento dell’azienda indebitata per oltre 10 milioni di euro. Una cifra stratosferica che Bracciano Ambiente deve all’erario.

La questione è molto seria. Bracciano Ambiente ha raschiato il barile persino dei fondi cosiddetti “post mortem” che sono intoccabili perché si tratta di un accantonamento che la società di gestione delle discariche è tenuta a mantenere sui fondi di bilancio non disponibili in quanto per legge destinati alla copertura dei costi successivi alla dismissione della discarica.

E oltre ai fondi post mortem non ha versato la cosiddetta “eco tassa” alla Regione Lazio. Questo significa che le entrate della eco tassa, secondo l’accusa, le avrebbe trattenute.

Il 22 aprile prossimo, su richiesta della Procura di Civitavecchia, è fissata la udienza per il fallimento della multiservizi comunale Bracciano Ambiente. Invece, il 16 aprile è convocata “la conferenza dei servizi istruttoria” presso la Regione Lazio, direzione Rifiuti, per discutere ed approvare il “progetto di modellazione morfologica finale della discarica di Cupinoro e realizzazione del capping definitivo”. In pratica la conferenza sarà finalizzata alla emissione del decreto definitivo di chiusura amministrativa dell’intero invaso di Cupinoro, compreso quello gestito dal privato Servizi Ecologici Laziali.

I Cittadini di Bracciano in Movimento, lo scorso 9 luglio hanno depositato un’interrogazione con cui chiedevano proprio al governatore del Lazio Nicola Zingaretti e all’assessore ai Rifiuti Michele Civita di conoscere la situazione dei fondi post mortem per la discarica di Cupinoro. Insomma, seguivano la questione già da diverso tempo: “Quanto emerge dall’indagine – sostiene Marco Tellaroli, esponente del movimento cittadino – dovrebbe portare l’amministrazione regionale a una seria riflessione, per esempio pochi giorni fa è stato erogato un contributo di 11 milioni di euro per risarcire la Bracciano Ambiente della gestione dei vecchi invasi, visti gli sviluppi forse la Regione dovrebbe costituirsi parte civile e recuperare i soldi”. I cittadini di Bracciano in Movimento sollecitano dunque che vi sia un’accelerazione sul caso: E’ necessario trasmettere gli atti alla Corte dei Conti, corredati delle varie interrogazioni e notifiche che nel tempo sono state presentate, e rendere nota la situazione alla Prefetture di Roma e Civitavecchia, affinché possano iniziare un percorso investigativo e conoscitivo “nella tutela della legalità – dicono dal movimento – delle azioni compiute da parte dell’amministrazione comunale di Bracciano, e verso la tutela dei cittadini residenti impiegati nell’azienda municipalizzata".

Intanto il sindaco di Bracciano Giuliano Sala, lo scorso 25 marzo, ha parlato di “situazione pesante se non interviene la Regione Lazio” nel suo intervento riguardante il primo punto all’ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale relativo alle misure correttive a seguito dei rilievi fatti dalla Corte dei Conti e riguardanti, tra le altre cose, il controllo analogo sulla partecipata Bracciano Ambiente, i contratti affidati direttamente alla stessa e i debiti fuori bilancio.

Naturalmente si aspetta l’evolversi della vicenda e i due prossimi appuntamenti in calendario che già si profilano “bollenti” su una questione che mette al centro una gestione dei rifiuti più che opinabile.