Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
Redazione
Roma – Roma Capitale si è unita al ricordo delle vittime del catastrofico terremoto-maremoto che nel 2011 si è abbattuto sulla costa nord-est del Giappone, colpendo la regione del Tohoku.
Un minuto di silenzio, alle 06:46 in punto – orario corrispondente in Europa all’ora del terremoto di quattro anni fa – per commemorare le quasi ventimila persone che persero la vita: era l’11 marzo 2011 quando un terremoto di magnitudo 9 provocò uno tsunami della velocità di 750 kilometri orari, con onde fino a 30 metri di altezza: nel giro di poche ore furono distrutte città e villaggi lungo 400 km di costa e due reattori di una centrale nucleare nella provincia di Fukushima vennero seriamente danneggiati da esplosioni, con conseguente dispersione di agenti contaminanti.
In una Piazza del Campidoglio rischiarata dalle prime luci dell’alba, il Sindaco Ignazio Marino ha accolto l’Ambasciatore Giapponese in Italia Kazuyoshi Umemoto, l’Ambasciatore Giapponese presso la Santa Sede Teruaki Nagasaki, lo stilista e testimonial della causa Kenzo Takada, la comunità nipponica e i cittadini di Roma sopraggiunti a rendere omaggio alle vittime della catastrofe.
“Oggi siamo qui, nella piazza del Campidoglio, nel cuore della città di Roma, per ricordare, insieme, la grande tragedia che, esattamente 4 anni fa, ha colpito il popolo giapponese – ha dichiarato il sindaco di Roma Ignazio Marino intervenendo alla cerimonia – Le immagini del terremoto e del maremoto del 2011 ci hanno scosso molto, ma allo stesso tempo rimane impressa dentro ognuno di noi la memoria della capacità di reagire che il popolo giapponese ha dimostrato in questa come in altre catastrofi, la voglia di tornare alla normalità. Roma, insieme ad altre città del mondo, vuole portare un messaggio di solidarietà e di partecipazione al ricordo di quel dolore”.
“Desidero esprimere il mio cordoglio per le vittime del Grande Terremoto del Giappone Orientale – ha detto l’Ambasciatore Giapponese in Italia Kazuyoshi Umemoto – Sono grato all’Italia, che in occasione della tragedia non ha fatto mancare la sua vicinanza e il suo sostegno al nostro popolo e spero che le zone colpite possano conoscere presto un deciso recupero attraverso l’avvio di relazioni commerciali con l’estero. Auspico che questa cerimonia possa infondere coraggio a tutti gli abitanti delle zone ferite dalla tragedia, in vista della futura ripresa”.
Un’amicizia di lunga data quella tra Roma e il Giappone, che affonda le sue radici nell’antichità: l’ambasceria Hasekura, nota come prima missione diplomatica giapponese in Europa, salpò dal porto di Tsukinora (l’attuale città di Ishinomaki della prefettura di Miyagi) due anni dopo il grande terremoto del Sanriku del 1611 e giunse in Spagna l’anno successivo attraversando il Pacifico e l’Atlantico. In seguito, passando per Barcellona e Saint Tropez, approdò nel porto di Civitavecchia arrivando a Roma esattamente 400 anni fa, nel 1615.
Alla cerimonia di commemorazione di Piazza del Campidoglio (situata proprio accanto alla Basilica di Santa Maria in Aracoeli, dove l’ambasceria soggiornò per circa 70 giorni) ha preso parte anche Juan Manuel Suarez Japon, membro della comunità di circa 700 persone discendenti della suddetta Missione Hasekura, attualmente residenti a Coria del Rio, nella provincia spagnola di Siviglia. Oltre a Coria del Rio, durante la cerimonia si sono collegate con Roma in diretta video le piazze di alcuni dei villaggi maggiormente colpiti dallo tsunami, come Iwate ed Ishinomaki e la città di Hiroshima, che ricorda ogni anno, con processioni e preghiere, le vittime del disastro.
Il Comitato ‘Amici di Roma per Tohoku’, promotore dell’evento, ha chiamato a partecipare anche lo stilista Kenzo Takada, da anni sostenitore di iniziative di solidarietà per il Giappone e i gruppi corali ‘Diapason’ e ‘Cantores Musicae Mundi’, che hanno eseguito alcuni dei brani più popolari della tradizione giapponese e in particolare “Hana Wa Saku” (I fiori sbocceranno), il brano composto appositamente per sostenere le vittime del disastro dello Tsunami del 2011. Prodotto dalla Tv di Stato giapponese NHK e interpretato dai più famosi cantanti e artisti giapponesi, il canto esprime un messaggio da chi ha perduto la vita a chi è stato lasciato indietro (“Fior di ciliegio, fior di ciliegio/Per il cielo di primavera/Fin dove puoi vedere/È nebbia o nuvola?/Profumo nell'aria/Vieni, vieni!/Andiamo a vedere!”). Il testo del brano trascritto è stato distribuito a tutti i partecipanti.
Al termine della cerimonia, i cori hanno intonato il ‘Va Pensiero’ di Giuseppe Verdi, mentre fiori bianchi, colore utilizzato in Giappone nelle cerimonie funebri e simbolo di purezza ed innocenza, sono stati deposti dai partecipanti su una composizione floreale, in segno di omaggio e rispetto dei caduti.
Correlati