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di Silvio Rossi
Roma – Quel giorno di 35 anni fa, il 16 febbraio 1980, i cittadini romani hanno vissuto l’illusione di trovarsi in una capitale moderna, efficiente. Una speranza che, negli anni successivi, si è scontrata contro una realtà tutta italiana fatta di continui rinvii di opere necessarie per una serie di motivi, dei quali solo alcuni condivisibili. Quattordici chilometri, che si aggiungevano ai dieci circa della metro B, da Anagnina a Ottaviano, una diminuzione drastica dei tempi di percorrenza in un quadrante della capitale molto popoloso, sulla direttrice della Tuscolana, una rivoluzione per il trasporto pubblico romano.
Scrive il Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti: “Nel ricordare questa data, che ha radicalmente cambiato il modo di viaggiare a Roma, vogliamo rendere il doveroso omaggio a tutte le persone che prima come STEFER, poi come ACoTraL/CoTraL, poi come Met.Ro. ed ora come ATAC hanno reso e rendono possibile, con il loro lavoro, lo svolgimento quotidiano del servizio, garantendo il diritto alla mobilità di romani e turisti. E a queste persone, gli uomini e le donne della metropolitana di Roma: agenti di stazione, operai, macchinisti, personale del movimento, della direzione d’esercizio…va il nostro più sentito grazie”.
Bisogna però aggiungere che da allora, se in altre città europee come Madrid la rete ha visto un’espansione di circa duecento chilometri di linee, a Roma le uniche variazioni fino a poco tempo fa sono stati i prolungamenti da Termini a Rebibbia per la metro B, realizzato in occasione dei Mondiali del ’90, e da Ottaviano a Battistini pronto per il giubileo del 2000. Così come per la linea A nel 1980, anche in questi anni la rete metropolitana sta ampliandosi. Da una parte è stato realizzato il ramo “B1”, che da Piazza Bologna porta fino a Conca D’Oro, e tra breve a Viale Jonio, e da qualche mese è stato aperto un tratto della metro “C”, che fra alcuni mesi verrà prolungata fino a Piazza Lodi, a due passi dalla stazione San Giovanni della metro A. C’è da dire però che, mentre l’apertura della linea A trentacinque anni fa fu un evento perché la nuova infrastruttura attraversava completamente il centro storico, con stazioni a Piazza di Spagna, a Piazzale Flaminio, a Piazza Vittorio, il tratto già funzionante della nuova linea è troppo periferico per rappresentare, ancora, una soluzione al traffico. Inoltre nel 1980 si sperava che in futuro per le successive linee non si sarebbe dovuto attendere anni di rinvii prima dei lavori reali, come fu anche in quel caso, oggi invece i romani sono rassegnati al fatto che ogni opera che si vuole costruire in città, la data di fine lavori resta sempre un’utopia.
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