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Redazione
Valmontone (RM) – Il Comune di Valmontone dichiara guerra a chi, pur di non fare la raccolta differenziata nel proprio paese, utilizza i cassonetti dei rifiuti solidi urbani di Valmontone per gettare i propri sacchetti della spazzatura. Il sindaco Alberto Latini dice basta e firma un’ordinanza che stabilisce, “con decorrenza immediata, il divieto assoluto di conferimento nel territorio comunale di qualsiasi tipo di rifiuti, con qualsiasi modalità, da parte di cittadini non residenti e dei titolari delle varie attività non insediate nel territorio comunale e comunque non iscritti negli elenchi delle utenze domestiche e non domestiche”.
Per dissuadere chi non ha alcun senso civico, il sindaco “avverte che l’inosservanza dell’ordinanza comporta l’applicazione di una sanzione pecuniaria che va da un minimo di 300 euro ad un massimo di 3000 euro, con le procedure sanzionatorie previste dalla Legge n.698/81 e successive modificazioni. Le sanzioni sono applicabili ad ogni singola trasgressione”.
Mano pesante, quindi, contro chi fa gravare la propria inciviltà sulla comunità valmontonese, caricando nel conto totale decine di tonnellate di rifiuti indifferenziati che il Comune deve smaltire insieme ai propri, raggiungendo indici ben al di sopra della media regionale e nazionale, per una spesa di circa 3 milioni e mezzo di euro l’anno. L’azione di repressione avviata dall’Amministrazione si integra con il percorso che, entro pochi mesi, porterà finalmente Valmontone ad estendere la raccolta differenziata ad ogni tipologia di rifiuto e su tutto il territorio comunale.
“Il modello al quale ci ispiriamo – spiega l’assessore all’ambiente Veronica Bernabei – è quello di organizzare la gestione ambientale con politiche e azioni che mirano, innanzitutto, a ridurre la produzione dei rifiuti. Un percorso avviato un anno fa, per il quale chiediamo a tutti, alle forze politiche, alle associazioni, ai cittadini di fare uno sforzo per cambiare le nostre abitudini”. “Dopo diversi tentativi – prosegue la Bernabei -, che non sono mai andati a buon fine, oggi possiamo definitivamente affermare che a breve partiranno i lavori per la realizzazione del centro di raccolta di rifiuti, lungo la Via Casilina, sul terreno che abbiamo recuperato in proprietà a seguito di una permuta a costi zero con L’università Agraria. Una volta fatto, entro il 2015, potremo costruire, tutti insieme, politiche alternative che siano rispettose del territorio e con ricadute e benefici diffusi”.
“Dobbiamo mostrare il coraggio – precisa la Bernabei – di affrontare l’argomento rifiuti con una politica capace di individuare azioni concrete verso obiettivi raggiungibili, per dimostrare che tutti possono ricavarne benefici: i cittadini, l’ambiente, i lavoratori addetti ed il decoro urbano. Per anni abbiamo ascoltato troppi slogan e assistito a politiche sul territorio che hanno visto crescere discariche pubbliche e impianti che oggi vengono messi in discussione per non essere stati capaci di portare benefici”.
“Ce lo dice l’Europa – ribadisce il sindaco, Alberto Latini – con una direttiva del 19 novembre 2008 in cui sottolinea che gli Stati membri ‘non dovrebbero promuovere, laddove possibile, lo smaltimento in discarica o l'incenerimento di materiali riciclati’, ma regimi di raccolta differenziata, almeno per la carta, il metallo, la plastica e il vetro, questa è ormai la strada segnata e imposta che nessun paese può abbandonare o preferire ad altre soluzioni. Questa è la direzione del percorso che stiamo affrontando, superando le criticità antiche e quotidiane, per migliorarci e migliorare i servizi”.
In tal senso i primi passi significativi riguardano l’avvio della raccolta di carta e cartoni e il recupero degli abiti usati, su cui un consigliere di minoranza ha voluto di recente gettare discredito. “Chi si è aggiudicato la gara – precisa Latini – non ha mai avuto alcuna menzione nell’inchiesta romana, a differenza di altre partecipanti che sono in qualche modo implicate. Evidentemente abbiamo lavorato bene, con onestà e trasparenza, e chi continua a sollevare polemiche e sospetti su atti così importanti, per tutta la collettività, non va certo nella direzione della sensibilizzazione dei cittadini su un uso oculato dello smaltimento all’insegna del bene comune, di una città più pulita e di un risparmio nei costi per la collettività”.
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