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VIGILI, CAMPIDOGLIO: CHIUSO PRIMO STEP INDAGINE, ORA TUTTI I DATI A AUTORITHY, PROCURA E MINISTERO

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Tempo di lettura 3 minuti Il dibattito sul salario accessorio ha aperto una conflittualità, più o meno esplicita, iniziata con il rifiuto dello straordinario

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Redazione

Roma – Con la relazione consegnata oggi dal comandante degli agenti della polizia locale di Roma Capitale, Raffaele Clemente, e dalla vicecomandante Raffaella Modafferi, incaricata dell’inchiesta, si chiude il primo step dell’indagine su quello che è avvenuto la notte del 31 dicembre 2014. Tutto il materiale ora verrà inviato al Ministero della Semplificazione e Pubblica Amministrazione, all’Authority garante per gli scioperi e, per verificare l’esistenza di reati penali, alla Procura della Repubblica di Roma.
Il quadro che ne esce è di notevole gravità: l’assenza improvvisa di 745 vigili per malattia, di 89 perché hanno donato il sangue, di 249 per la legge 104, di altri 140 per altre motivazioni (articolo 19 e legge 53) si configura come una assoluta anomalia che non può essere frutto del caso e che anzi appare organizzata. L’indagine ha un primo esito immediato e tutto interno all’amministrazione, che ha riguardato la verifica sulla correttezza formale delle giustificazioni delle assenze, e che ha condotto all’identificazione di 31 procedimenti che sono stati consegnati all’Ufficio provvedimenti disciplinari di Roma Capitale per i quali le sanzioni previste superano gli 11 giorni di sospensione, e possono arrivare al licenziamento. Altri sette casi (per cui le sanzioni sono all’interno dei 10 giorni di sospensione) sono stati, invece, affidati ai diversi gruppi del corpo.
Resta però la questione più rilevante e che la relazione indica: le assenze della notte del 31dicembre si sono verificate dopo la proibizione (decisa dal prefetto e dall’autorità garante sugli scioperi) di assemblee sindacali indette per la stessa notte del 31 come replica all’annuncio, fatto il 17 dicembre, dell’avvio della rotazione a partire da gennaio 2015. Da qui la decisione che il materiale sia consegnato alla magistratura, all’Authority e al Ministero. Torniamo ai fatti di quei giorni: il dibattito sul salario accessorio ha aperto una conflittualità, più o meno esplicita, iniziata con il rifiuto dello straordinario.
A questo il comando aveva replicato riorganizzando i turni di lavoro, in modo tale che nei turni della serata e notte del 31 vi fossero solo agenti in servizio ordinario. A quel punto le organizzazioni sindacali avevano convocato assemblee a cavallo dei due turni di lavoro (seminotturno del 31 dicembre e notturno del 1° gennaio) poi fatte ritirare da Prefetto e Autorità e da una esplicita richiesta del comando.
Dalla relazione emerge come negli ultimi due giorni la situazione sia andata precipitando (grafico 1). A quel punto il comando, davanti a pesanti indizi di una assenza generalizzata ha fatto ricorso all’istituto della reperibilità. Grazie a questo è stata possibile, malgrado le assenze assicurare positivo servizio dei vigili per tutelare il concerto del Circo Massimo e la festa dei Fori. Così ai 165 in servizio nella seminotte e i 35 della notte (i “sopravvissuti” alle assenze) si sono potuti aggiungere i 120 della reperibilità e lo spostamento di una parte dei 150 già in servizio in altre zone.
Per comprendere la totale anomalia della situazione e delle assenze della serata del 31 dicembre basta vedere questi riferimenti: nel 2010 gli assenti per malattia sono stati 217, solo 2 nel 2011, 131 nel 2012, 130 nel 2013, 754 nel 2014. I donatori di sangue nel 2010 sono stati 3, zero nel 2011, 2 nel 2012, 2 anche nel 2013, 89 nel 2014. Le persone che hanno fatto ricorso alla legge 104 168 nel 2010, 9 nel 2011, 158 nel 2012, 178 nel 2013 e 249 nel 2014, gli assenti per l’articolo 19 e legge 53 sono stati 85 nel 2010, 1 nel 2011, 36 nel 2012, 84 nel 2013, 140 nel 2014 (grafico 2).
La cronologia dei fatti, i numeri e la gravità della crisi che si è innescata in poche ore ha fatto sì che questo materiale ora andrà nelle mani della Procura della Repubblica, del Ministero della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione e dell’Autorità di garanzia sugli scioperi. Lo comunica, in una nota, il Campidoglio.

 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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