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CERVETERI, SCARICHI AUTORIZZATI ILLEGALMENTE: 6 INDAGATI, ACCERTAMENTI TECNICI CONLUSI
Tempo di lettura 3 minutiMundula: “Non è nostro interesse sanzionare chi effettivamente non ha responsabilità”.
Tempo di lettura 3 minutiMundula: “Non è nostro interesse sanzionare chi effettivamente non ha responsabilità”.
Published
10 anni faon
di Matteo La Stella
Cerveteri (RM)
In seguito alla conferenza stampa indetta dalla Guardia Costiera di Civitavecchia, incentrata sugli interventi in materia di ambiente, svolti nel 2014, sono emerse nuove indiscrezioni: 6 persone indagate riconducibili alla cerchia comunale, oltre alla moviola delle fasi operative con dovizia di particolari . Il discorso viene coordinato dal Capitano di Vascello Giuseppe Tarzia che introduce da solista la conferenza, lasciando poi la parola al Sottotenente di Vascello Francesco Luciani, incaricato di sviluppare le varie fasi della “parabola cerveterana”. Seguono gli interventi di altri due colleghi, impegnati a presentare altre operazioni riguardanti sempre la zona nord della Regione Lazio. Il Sottotenente Luciani ripercorre il viaggio delle acque reflue, che in grande quantità si riversano nel Fosso Manganello, mutando ovviamente la qualità delle acque a valle della struttura che intuba, quasi come fosse l'intestino di Cerveteri, il corso del Manganello e il seguito di liquami che sfociano in un altro fosso, il Vaccina, che “scarica” poi nel mediterraneo , “liquidi” caratterizzati da una contaminazione del 90% superiore alla norma. Per portare alla luce gli illeciti, sono stati messi in campo mezzi innovativi. È intervenuto un drone dotato di sonda filoguidata, telecamera e gps; utile , assieme ai coloranti, a trovare la testa del lombrico, l'area di provenienza dello scarico di acque impure.
Indagati dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, in qualità di “mandanti degli illeciti”, vi sarebbero sei persone. Tra di esse ci sarebbero personalità transitate all'interno dell'amministrazione comunale di Cerveteri che qualora venissero condannate, dovranno fare a pugni con la propria coscienza sporca, come le acque che ci hanno lasciato.
Persiste invece il problema dei verbali che condannano anche chi è provvisto di regolare agibilità.
In un'intervista rilasciata all'Osservatore Laziale interviene l'Assessore all'Ambiente del Comune di Cerveteri, Andrea Mundula, dato che è compito del Comune destinare le multe. L'intervista si può ascoltare nella sua versione integrale nel link sottostante. L'Assessore, dopo averci offerto lo storico fedele degli illeciti, afferma che la soluzione primaria deve essere conferita all'ecosistema maltrattato. Successivamente suddivide i colpevoli in due gruppi. Il primo, collocato nella zona nord del Fosso Manganello, raggruppa i cittadini -”formalmente autorizzati allo scarico”- che, tecnicamente, invece, allacciano lo scarico delle proprie acque reflue ad un condotto sbagliato, il Manganello, in assenza di una condotta apposita per le acque nere. Per loro la risoluzione sarebbe completamente a carico del Comune e di Acea Ato 2 , che, nei prossimi giorni, si incontreranno allo stesso tavolo per pianificare il progetto dell'opera e scongiurare l'inquinamento. Le multe che riguardano questo gruppo di cittadini, secondo Mundula, potrebbero essere archiviate al termine delle indagini. -“Tutt'altra storia”- afferma, per coloro che sono a valle. Quì si corre sul filo del rasoio, le competenze sarebbero in bilico tra costruttore e cittadino. Gli abitanti effettuano nel corso del tempo l'allaccio abusivo direttamente nel condotto deputato alle acque bianche( il Fosso Manganello). Per loro sarebbe ancora tutto nelle mani degli inquirenti, la colpevolezza e le multe, data la presenza nella zona di altri metodi di depurazione. L'Assessore cerveterano però, sa' che anche molti di essi non erano al corrente dell'illecito, e che sarà arduo dei pm: olio di gomito, muniti di pala per scavare all'origine dell'illecito, lì dove “l'edificazione selvaggia” degli anni 70 e 80 sembra aver colpito ancora. Mundula ci dichiara anche che -”non è nostro interesse sanzionare chi effettivamente non ha responsabilità”-, facendosi rappresentante di tutta l'amministrazione comunale. Questa affermazione ci fa appunto ben sperare per la conclusione delle indagini e le relative, giuste, competenze attribuite alle parti. Mentre tutta l'intervista ci rasserena per le sorti dell'ecosistema della zona, che oggi appare come uno scudo ammaccato al ritorno dalla battaglia, ma che un domani, qualora le opere di bonifica venissero attivate realmente, tornerebbe a splendere di luce propria, genuino come all'alba dei tempi.
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