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CIVITAVECCHIA-FIUMICINO, OLEODOTTO: CONSIGLIO COMUNALE VOTA ODG PER CHIEDERE A ENI MONITORAGGI E VIGILANZA

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Tempo di lettura 2 minuti Montino: “Serve un presidio continuo lungo l’oleodotto”

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Redazione

Civitavecchia – Fiumicino (RM) – Il sistema di monitoraggio "vibro-acustico" è pronto sul tratto di oleodotto tra Pantano di Grano e Seram Fiumicino. Un sistema che permetterebbe un rilevamento più puntuale su qualsiasi tentativo di effrazione e di intervento non autorizzato sull’oleodotto.
Lo ha annunciato Eni Spa nel corso del Consiglio comunale straordinario di Fiumicino convocato sul sequestro dell'oleodotto Civitavecchia-Fiumicino  al quale hanno partecipato i rappresentanti istituzionali dei Comuni Roma Capitale, Civitavecchia, Ladispoli, Cerveteri, delle società ENI S.p.A., Aeroporti di Roma, Raffineria di Roma e SERAM S.p.A., e della Capitaneria di Porto.

Nel corso dell’assemblea è stato votato un ordine del giorno che dà mandato al sindaco di Fiumicino di costituire una Commissione straordinaria che coinvolga tutti i Comuni con il compito di monitorare e vigilare che ENI S.p.A., Raffineria di Roma e SERAM S.p.A. relazionino settimanalmente, ognuna per le proprie competenze, sulle forme di approvvigionamento alternative degli aeromobili in partenza e in transito dall’Aeroporto Leonardo Da Vinci. Si è chiesto inoltre a ENI S.p.A. di relazionare con cadenza quindicinale lo stato di avanzamento dell’iter necessario all’installazione del nuovo sistema di monitoraggio sulla tratta interessata e successivamente dei lavori in essere.

“Serve un presidio continuo lungo l’oleodotto”, ha dichiarato il sindaco di Fiumicino Esterino Montino. “È necessaria – ha aggiunto – una maggiore vigilanza, senza abbassare mai la guardia, fino a quando non usciamo dall’emergenza. Serve anche un lavoro di prevenzione, fatto non solo con strumenti tecnologici nuovi, che non garantiscono l’intervento immediato, ma anche attraverso un sistema di sorveglianza che preveda l’impiego di uomini sulla tratta dell’oleodotto. Noi come Comune siamo disponibili a collaborare in questo senso, così come gli altri Comuni coinvolti, trovando forme di convenzione e mettendo le nostre forze a disposizione per controlli e verifiche. Bisogna passare a una fase operativa. Mi auguro che il 10 febbraio, data prevista per la conferenza di servizio la discussione riguarderà non solo la caratterizzazione e il piano di bonifica, quindi anche la seconda fase da portare avanti, e il sistema della prevenzione e dei controlli”.

“Sarà compito del Consiglio comunale e delle associazioni preposte in occasione della conferenza dei servizi – ha detto il Presidente del Consiglio comunale Michela Califano – aprire una discussione, così come ci chiedono i cittadini e come richiede la trasparenza con cui fin dal primo momento abbiamo affrontato quest’emergenza. Ringrazio tutti i rappresentanti istituzionali dei Comuni intervenuti, la Capitaneria di Porto, le Forze dell’Ordine e gli Enti preposti ad affrontare la fase successiva all’emergenza. Voglio sottolinearlo, una fase che durerà a lungo e sarà non meno difficile e impegnativa”.

“Gli sversamenti dovuti alle effrazioni – ha spiegato l’assessore all’Ambiente Roberto Cini – hanno interessato canali di scolo che hanno riversato il prodotto nel Rio Palidoro e nel Fiume Arrone. Già negli anni scorsi ci sono stati altri interventi: al 31 gennaio 2012 risale un episodio di cui in Assessorato non esiste atti dell’Amministrazione a riguardo. Ma è certo che la bonifica dei terreni circostanti è in corso ancora oggi. Ricordo che gli ultimi episodi di sversamento che hanno causato il disastro ambientale hanno provocato nei canali e sui terreni circostanti la fuoriuscita di cherosene. Secondo le ultime stime dell’Eni tra sottrazioni e sversamenti dalla condotta sono uscite 49 tonnellate di cherosene. Maggiori delucidazioni saranno fornite nella conferenza di servizio prevista il 10 febbraio prossimo.“
 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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