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Redazione
Cori (LT) – Il 23 dicembre 2014 i Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia hanno tratto in arresto Bruno Pasquale, 26enne di Cori, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il 18.12.2014 dal GIP presso Tribunale di Latina Giuseppe Cario per il reato di “tentato omicidio” nei confronti del 28enne cittadino romeno Pascariu Sebastian.
I fatti risalgono al 21 novembre 2014, allorquando alle ore 02.00 circa, in Cori, Il Pascariu veniva attinto agli arti inferiori da sette colpi d’arma da fuoco esplosi da una persona travisata in quel Vicolo Straccia n. 8. La vittima, subito dopo, dichiarava di non aver riconosciuto l’autore del reato, non fornendo elementi utili alla sua identificazione. Le indagini, condotte dalla locale Stazione CC congiuntamente con la Sezione Operativa del NORM del Reparto Territoriale, coordinate dal P.M. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina Dott.ssa Simona Gentile, consentivano di acclarare le responsabilità dell’arrestato in ordine ai fatti.
Il Pascariu, in evidente stato di alterazione psico-fisica da alcool aveva infastidito ed offeso alcuni avventori di un bar, tra i quali il Bruno, che dapprima lo aveva malmenato, ed il giorno successivo aveva completato la vendetta per le offese subite sparando al cittadino rumeno.
La competente A.G., concordando con le risultanze investigative comunicate dai citati Reparti dell’Arma, emetteva il provvedimento in esame cui veniva data esecuzione nella mattinata, con l’ausilio di due unità del Nucleo Cinofili di Roma.
Nel corso delle relative perquisizioni presso l’abitazione ed il garage in uso al Bruno, al fratello D.B., 18 enne di Cori, ed alla compagna del primo D. S. R. S., 20 enne di Latina, venivano rinvenuti 118 grammi di cocaina, 409 grammi di sostanza da taglio, un bilancino di precisione, nonché materiale vario per il confezionamento delle dosi. Al termine delle operazioni, il Bruno è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Latina, mentre gli altri due soggetti, venivano anch’essi tratti in arresto per il reato di “detenzione illecita di stupefacente”, ed, in attesa del rito direttissimo, il D. B. veniva trattenuto presso le camere di sicurezza, mentre la donna sottoposta agli arresti domiciliari.
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