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Roma

NEMI, PALAZZO EVACUATO: ANCHE PER QUESTA VICENDA IL COLPEVOLE E' SEMPRE LO STESSO

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Tempo di lettura 3 minuti Spulciando le carte è invece evidente che le responsabilità sono di chi non ha dato seguito a quanto puntualmente relazionato dal solito vigile urbano

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di Angelo Parca 

Nemi (RM) – Lo scorso marzo abbiamo dato notizia dell’ordinanza del Sindaco di Nemi Alberto Bertucci con la quale venivano evacuate otto famiglie dal palazzo di piazza Roma 28 (il condominio “I Gradoni”) a causa di copiose infiltrazioni d’acqua. L’ordinanza di sgombero firmata da Alberto Bertucci a tutela della pubblica incolumità e salute dei condomini stessi, riguarda la palazzina a ridosso della montagna in cima alla quale c’è una struttura adibita a parcheggio che è lì da tempo immemore. La questione ha avuto numerosi sviluppi e si sta trascinando da un ricorso all’altro nelle aule dei palazzi di giustizia amministrativa.

Ma anche per quella vicenda il Comune di Nemi, tramite la propria Commissione Disciplinare composta dal Segretario Comunale Ivano Moreschini, dal Responsabile dell’Area Tecnica l’Architetto Rosanna Galanti e dal Responsabile dell’Area Vigilanza Gabriele Di Bella, ha trovato il colpevole!

Si, avete indovinato, è sempre lui, il Maresciallo della Polizia Municipale di Nemi Filippo Merlonghi, sul quale da un po’ di tempo vengono scaricate le responsabilità di tutto ciò che non va nella città di Nemi. Peccato che basti poi spulciare le carte ed osservare con un minimo di equilibrio l’accaduto per rendersi conto che ancora una volta (l’ennesima) Filippo Merlonghi sembra essere stato usato come capro espiatorio come fosse un parafulmine di responsabilità imputabili a chi non ha dato seguito a quanto dallo stesso vigile urbano ha puntualmente relazionato.

Detto che la situazione dello stabile in oggetto, era già ben nota al Comune di Nemi da molto tempo, in data 31 gennaio 2014 il Maresciallo Merlonghi riceve nell’Ufficio di Polizia Urbana una segnalazione telefonica e si reca presso l’abitazione di una delle condomini della palazzina di piazza Roma 28 dove constata come la fuoriuscita di acqua chiara da un lato della parete perimetrale stava provocando l’allagamento della cucina. Il Maresciallo diligentemente generalizzava la signora quale richiedente l’intervento e non essendo un tecnico competente ad accertare le cause della fuoriuscita chiedeva un sopralluogo del competente settore tecnico del Comune di Nemi per una ulteriore verifica dello stato dei luoghi. Il tutto, nero su bianco, con una propria relazione protocollata ed indirizzata al proprio Comandante, Gabriele Di Bella ed al responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale “per opportuna e doverosa conoscenza per il prosieguo di competenza”.

A distanza di ben 16 giorni dalla presentazione della relazione, il Comandante della Polizia Locale scrive al Maresciallo Filippo Merlonghi chiedendogli “quali iniziative sono state poste in essere al momento al fine di valutare e rimuovere la situazione di pericolo”. Come se fosse nelle possibilità di un semplice vigile urbano risolvere in quattro e quattro otto l’annosa problematica della palazzina. Forse si pretendeva che il buon Merlonghi si dotasse di pantaloncini corti d’ordinanza, stivaloni di gomma e mocho vileda per presidiare il complesso edilizio?

Passano altri tre giorni ed il 19 febbraio finalmente il comandante Gabriele Di Bella effettua, insieme al personale della Asl, un sopralluogo congiunto nell’immobile di viale Roma e presenta una relazione che non si discosta da quanto già constatato nel sopralluogo dal Maresciallo Merlonghi.

Successivamente in data 1 marzo interviene il Comando Provinciale dei Vigili del fuoco di Roma che dopo un  precedente sopralluogo redige un fonogramma in cui attesta la presenza “di vistose infiltrazioni d’acqua nella parete in adiacenza al terrapieno sulla cui sommità insiste un parcheggio” richiedendo provvedimenti contingibili ed urgenti a salvaguardia dell’incolumità delle persone e alla preservazione dei beni. Il tutto “sotto la guida di tecnico qualificato e responsabile” e non certo di un semplice vigile urbano come qualcuno sembrava pretendere. Di conseguenza il 5 marzo il Sindaco di Nemi Alberto Bertucci emette l’ordinanza di sgombero dell’immobile che da la stura anche ad una serie di controversie legali con gli amministratori ed i proprietari dell’immobile ancora oggi in essere.

A questo punto ci sono responsabilità da scaricare ed allora ecco la solita vittima da immolare sull’altare sacrificale. Ancora una volta l’ultima ruota del carro, il vigile che doverosamente aveva risposto ad una segnalazione di un cittadino e, constatata la situazione, richiesto l’intervento di chi di competenza. Il Maresciallo Merlonghi viene accusato di “negligenza” e finisce sotto commissione di disciplina. Nonostante le sue giustificazioni a giugno viene addirittura condannato al pagamento di una multa di importo pari a due ore di retribuzione. E la motivazione? Secondo la Commissione Disciplinare il comportamento di negligenza nell’esecuzione dei compiti assegnati ( ????? ) del vigile urbano “ha posto il Comune in situazione di impossibilità ad intervenire senza l’ausilio non dovuto della Asl e dei Vigili del Fuoco”.

Un intervento “non dovuto” che si sarebbe potuto certamente evitare se chi di competenza avesse ottemperato prontamente alla richiesta di intervento contenuta nella relazione scritta rimessa dal Merlonghi nelle mani del Comandante della Polizia Locale con protocollo del 3 febbraio 2014.

Anche stavolta restiamo in attesa di una qualche risposta da parte del Sindaco di Nemi Alberto Bertucci, dal Consigliere con delega al Personale Sig. Ibba Gianni o dal Consigliere con delega all’Ufficio stampa e relazioni esterne Sig. Libanori Giovanni, che continuano a osservare il silenzio su situazioni che invece avrebbero bisogno di convincenti spiegazioni.

 

 

Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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