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Roma

ZAGAROLO: L’ASCENSORE “FANTASMA” A BORGO SAN MARTINO – CONTINUA LO SPRECO DI DENARO E IL DISSERVIZIO PER GLI UTENTI

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Tempo di lettura 3 minuti l’ascensore appare nuovo esternamente, ma dentro versa in condizioni di totale abbandono con i fili strappati, e la placchetta esterna completamente rotta e deteriorata.

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[ CLICCARE QUI PER ASCOLTARE LA TELEFONATA ALLA DITTA DI MANUTENZIONE DELL'ASCENSORE A BORGO SAN MARTINO ]

 

di Cinzia Marchegiani

Zagarolo (RM) – Continua l’inchiesta de l’Osservatore d’Italia, redazione Lazio sulle opere fantasma che sono disseminate in tutt’Italia che fagocitano denaro pubblico in costruzioni mai aperte al pubblico, che con la sola presenza diventano una beffa per l’utente che nonostante veda la presenza dell’opera, non può utilizzare il servizio. Insomma sembra una patologia grave da curare e forse in questo periodo storico di acclarata crisi economica, la malagestione dei beni collettivi non è più accettabile e giustificabile…

L’ascensore a Borgo San Martino a Zagarolo in provincia di Roma sembra non essere mai stato in funzione, già dal 2011 era stato fatto presente questao disservizio..

 

IL FATTO

Esiste un ascensore a Zagarolo e precisamente presso Borgo San Martino, che collega un parcheggio ampio e facilmente accessibile al Centro Prelievi e Centro Socio Sanitario Distretto Palestina Zagarolo, che permetterebbe agli utenti, soprattutto con difficoltà deambulatorie, di salire al piano di sopra con facilità e direttamente, invece di percorrere un tragitto impervio. Infatti per accedere al servizio analisi e/o Centro Distretto Sanitario esiste una salita non proprio confortante per persone che hanno difficoltà sia a camminare e altrettanto se munite di carrozzine. E’ vero che esiste piazzale davanti al distretto, ma non è accessibile alle macchine, mentre quello al centro prelievi ha poca capienza. Così se qualcuno deve portare un anziano, arriva direttamente con la macchina davanti all'entrata dei servizi sanitari e poi è costretto a lasciarlo solo. L’ironia della sorte vuole che spesso, l'utente deve rifare il giro del paese e ritornare a posteggiare la propria auto al parcheggio sottostante a quei servizi sanitari, poiché al centro si ha molta difficoltà a reperire un posto libero.
L’ascensore al livello del parcheggio, ancora ad oggi è serrato da un cancello di ferro e un bel lucchetto. Al piano di sopra l’ascensore appare nuovo esternamente, ma dentro versa in condizioni di totale abbandono con i fili strappati, e la placchetta esterna completamente rotta e deteriorata.

 

L’INCHIESTA DEL GIORNALE

Uno spreco e mancato servizio del genere non passa certo inosservato, così il nostro giornale si è attivato cercando un contatto telefonico della ditta che dovrebbe gestire la manutenzione. Sull’ascensore è evidente, anche se il tempo ha deteriorato il colore, la placchetta della KONE, dove è ben visibile ancora il numero dell’impianto e il numero verde per le emergenze. Noi abbiamo telefonato al servizio assistenza, fornendo il numero dell’impianto richiesto dall’operatrice, che tramite un controllo interno ci ha confermato che corrisponde a quello situato a borgo San Martino. Abbiamo cercato di capire come mai non hanno gestito la manutenzione e l’eventuale danno, ma l’operatrice spiegherà che non sono loro a dover provvedere a tale disservizio, poiché nel lontano 2012, è stata fatta una verifica della Asl di appartenenza e la stessa ha comunicato, tramite un verbale, al Comune le prescrizioni dei lavori da effettuare affinché si potesse portare a norma l’impianto e successivamente rivalutare la situazione per rilasciare l’autorizzazione. Come dice l’operatrice, evidentemente non hanno provveduto a tale compito. La telefonata continuerà spiegando che non è l’assistenza dell’ascensore a dover provvedere alle direttive impartite dalla Asl, ma esclusivamente il Comune di Zagarolo.

Così giace da anni un ascensore, che attualmente non sappiamo quanto è costato, che ogni giorno con la sola presenza, sia al parcheggio che nel piazzale del Centro Prelievi di Zagarolo, rappresenta la solita gestione allegra di questo bel paese Italia, che intrappola il denaro del contribuente in opere fantasma, con la beffa che non potrà essere utilizzata.

Questo è il cancro dell’Italia e di tanti comuni che gestiscono soldi dei cittadini incapaci di ottimizzare le risorse, danneggiando le entrate che dovrebbero servire per dare servizio al cittadino e che ora con tanta parsimonia vengono elargite… forse dovute alla verifica di questi sprechi di allegre gestioni che seminano le solite cattedrali nel deserto, belle e inaccessibili. Anzi, dovrebbe essere una regola, non si dovrebbero finanziare progetti sociali e pubblici, se i Comuni non dimostrano la propria capacità di concretizzarle nel tempo. 

Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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