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Roma

BRACCIANO, OSPEDALE PADRE PIO: UN CALVARIO VERGOGNOSO AL PRONTO SOCCORSO

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Purtroppo, quanto vissuto sabato sera al pronto soccorso dell'ospedale Padre Pio di Bracciano non è frutto di una serata sbagliata. Chi ha avuto a che fare più volte con la realtà del pronto soccorso braccianese, afferma che è la normalità. Ma non è accettabile che in un paese definito eccellenza nel servizio sanitario, esistano situazioni come questa.

 

di Silvio Rossi

Bracciano (RM) – Da una ricerca di Bloomberg, pubblicata sul Sole 24 ore, che ha classificato la qualità dei servizi sanitari nazionali, analizzando tre parametri tra cui l’aspettativa di vita media, la spesa sanitaria in rapporto al PIL e la spesa pro capite, l’Italia è risultata terza al mondo (dopo Singapore e Honk Kong), davanti agli altri stati occidentali.

Scendendo nel particolare della sanità laziale, pochi giorni fa è stato elogiato il miglioramento dell’efficienza degli ospedali regionali, misurati su parametri specifici, come la percentuale di operazioni al femore effettuati in due giorni dall’evento traumatico. Questi risultati che, all’apparenza, potrebbero dimostrare un livello ottimale delle prestazioni mediche, celano le piccole inefficienze delle singole strutture. Lacune che appaiono però enormi al cittadino in cerca di cure che poco ha da rallegrarsi dei risultati statistici se, nel momento del bisogno, non riceve risposte accettabili da parte del personale preposto.

Succede così che, giunti al Pronto Soccorso dell’ospedale Padre Pio di Bracciano (che nella ricerca sopra citata ha visto un miglioramento prestazionale notevole), si abbandonano le statistiche, i conti fatti di percentuali sulla spesa e sui giorni di ricovero dopo un’operazione, e si affronta una dura realtà composta di strutture sottodimensionate, inadeguate, colme di pazienti (nel vero senso della parola) ormai rassegnati a lunghe attese per qualunque tipo d’intervento richiesto.

Un ospedale che è l’unico presidio in un territorio vasto e densamente popolato, ma che come altre strutture dell’hinterland capitolino ha subito le “attenzioni” della scure regionale sui costi sanitari, sul cui futuro si alternano voci di ridimensionamento e di riqualificazione, che ha un pronto soccorso rinnovato completamente, e inaugurato un paio di anni fa, come al solito, in questi casi, in pompa magna, alla presenza di amministratori dei comuni del distretto, di rappresentanti dell’ormai ex Provincia di Roma e della Regione Lazio.

Risulta quindi incomprensibile il livello di disorganizzazione confrontato alla recente realizzazione della struttura. Una volta giunti nella sala d’aspetto, nessuno che comunichi informazioni a chi, spaesato, avrebbe bisogni d’indicazioni chiare. Fortunatamente, la solidarietà degli altri pazienti, supplisce a questa lacuna della struttura. Il Triage non è uno sportello aperto al pubblico, ma è svolto dagli infermieri tra una medicazione e l’altra.

La sala d’aspetto è un luogo insalubre, pieno di zanzare (siamo a ottobre, ma le temperature serali ricordano più le serate estive che l’autunno), senza un adeguato filtro con l’esterno.

Il medico di servizio, lo scorso sabato 11 ottobre 2014, era uno solo, e nonostante il suo impegno, le ore di attesa per essere assistiti erano numerose, esclusi quel paio d’interventi d’urgenza giunti con l’ambulanza. Sia chiaro, al medico e agli infermieri non si può imputare nulla: il loro lavoro l’hanno svolto con dedizione, e le persone sono state curate adeguatamente. Ma un medico in un pronto soccorso ospedaliero è assolutamente troppo poco. Non è possibile attendere cinque o sei ore (e non stiamo parlando di codici bianchi) per essere chiamati.

Non era presente un ortopedico, ne è stato chiamato uno reperibile, sebbene la maggior parte dei pazienti ha subito eventi di tipo traumatico. Non c’era personale che potesse dare indicazione ai parenti degli infortunati riguardo le loro condizioni (abbiamo saputo alcune notizie dagli altri pazienti usciti, con tutta l’indeterminatezza del caso), perché le poche unità presenti erano impegnate a curare chi era dentro le sale mediche.

Purtroppo, quanto vissuto sabato sera al pronto soccorso dell'ospedale Padre Pio di Bracciano non è frutto di una serata sbagliata. Chi ha avuto a che fare più volte con la realtà del pronto soccorso braccianese, afferma che è la normalità. Ma non è accettabile che in un paese definito eccellenza nel servizio sanitario, esistano situazioni come questa.