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Redazione
Roma – Dalle prime luci dell’alba, nelle province di Roma e Livorno, i Carabinieri di Roma, stanno dando esecuzione a una misura cautelare a carico di 7 persone (2 custodie cautelari in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 3 sottoposizioni all’obbligo di presentazione alla P.G.). Decine le perquisizioni tuttora in corso nei confronti di altrettanti indagati, ritenuti responsabili a vario titolo di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti contro il patrimonio, in particolare truffe e ricettazioni, nonché delitti contro la fede pubblica, quali la fabbricazione di documenti identificativi e reddituali falsi.
In pratica gli indagati fabbricavano documenti d’identità, buste paga, cud e altra documentazione falsa, utilizzata dalla stessa organizzazione o ceduta a terzi per l’erogazione di finanziamenti, l’acquisto di autovetture e l’apertura di conti correnti, facendo figurare quali titolari dei vari rapporti gli ignari soggetti a cui era stata rubata l’identità. Il volume d’affari, quale provento delle truffe, è di diversi milioni di Euro.
L'indagine, avviata nel febbraio 2013 e condotta dalla Stazione Carabinieri di Roma IV Miglio Appio, dipendente dalla Compagnia Roma Eur, convenzionalmente denominata “Reddito Facile”, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, PM – Dott.ssa Cristiana MACCHIUSI. L’attività ha consentito di acclarare e circostanziare le responsabilità penali di un totale di 15 soggetti di nazionalità italiana. Il gruppo operava avvalendosi di base logistica, costituita da un ufficio ubicato in Roma, zona Torpignattara, noto in zona quale generico centro di consulenza ed elaborazione dati, ove lavoravano stabilmente due degli indagati, i quali avevano elaborato dei data base informatici al cui interno veniva fatta confluire una serie illimitata di dati anagrafici di ignari cittadini, il tutto utilizzato fraudolentemente per la realizzazione di falsi documenti di identificazione, patenti, tessere sanitarie, codici fiscali e buste paga. Tale documentazione veniva poi utilizzata dalla stessa organizzazione o ceduta a terzi per l’erogazione di finanziamenti, l’acquisto di autovetture e l’apertura di conti correnti, facendo figurare quali titolari dei vari rapporti gli ignari soggetti a cui era stata sottratta l’identità. Il gruppo criminale era specializzato nella realizzazione di documenti d’identità con generalità di soggetti realmente esistenti e l’apertura a loro nome di conti correnti su cui far confluire i finanziamenti. In alcuni casi la banda ha preso di mira dei pensionati: con documentazione creata ad hoc, comunicavano all’Inps nuove coordinate bancarie sulle quali accreditare la pensione, danneggiando in questo modo l’ignara vittima che non si vedeva più recapitare mensilmente le somme spettanti.
Nel corso delle perquisizioni svolte nell’ambito dell’operazione, sono state sequestrate centinaia di falsi documenti di identificazione, numerosa documentazione reddituale e pratiche di finanziamenti richiesti sotto falso nome, nonché un vero e proprio archivio dati informatico contenente migliaia di informazioni, tra cui albi professionali di medici ed ingegneri e format di denunce presentate presso uffici delle Forze di Polizia delle quali veniva mantenuta solo intestazione e generalità del denunciante, fraudolentemente privandole della parte testuale attraverso alcuni programmi informatici e scanner.
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