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Redazione Lazio

TIVOLI, EMODINAMICA CHIUSA: PARTE LA DIFFIDA PER NICOLA ZINGARETTI

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Tempo di lettura 3 minutiOltre al presidente della Regione Lazio la diffida è rivolta anche al Ministro della salute e al direttore generale della Asl Roma G

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Cittadinanzattiva fa presente che nessuno degli atri punti della diffida hanno avuto una risposta:”Dispiace che questa amministrazione, dopo promesse di partecipazione, ascolto e cambio di sistema, consideri le diffide di Cittadinanzattiva e dei cittadini alla stregua di lettere di auguri.”

 

di Cinzia Marchegiani

Tivoli (RM) – Per Cittadinanzattiva Lazio – Tribunale per i Diritti del Malato il tempo delle parole è finito. Dopo la consegna della diffida al Presidente Zingaretti, al Ministro della Salute e al Direttore Generale della Roma G, l’associazione ricorda come rispondeva la Regione Lazio: “Per quanto riguarda l’emodinamica dell’ospedale di questa Amministrazione ha risolto in questi mesi tutti i problemi che ostacolavano la regolare e legale funzionalità del servizio e da settembre riprenderà a funzionare grazie anche all’apporto di due cardiologi.”

In merito ricordiamo che proprio il 18 settembre 2014 con un decreto n.289 firmato dal Commissario ad acta, Nicola Zingaretti la Regione ufficializza la conclusione del procedimento di accreditamento dell'emodinamica in funzione presso l'ospedale di Tivoli ed esprimeva parere favorevole alla sua messa in esercizio. Zingaretti ne commentava la notizia:” Questo provvedimento consegna alla sanita' di un'area densamente abitata del sublacense, una struttura fondamentale per fronteggiare i casi d'infarto in modo tempestivo e senza spostamenti in ospedali piu' lontani. Anche in questo caso si volta pagina con questo provvedimento si dota il sistema d'emergenza di un'area della provincia importante e densamente abitata, come quella di Tivoli e Guidonia, di un servizio essenziale e d'avanguardia su cui potranno fare affidamento i cittadini nel caso di gravi malattie cardiache''.

Ma Cittadinanzattiva Onlus fa i conti con la realtà e fa presente che ai primi di ottobre tutto ancora è chiuso e rincara:”dopo una paradossale, pubblica pantomima con scambio di accuse reciproche tra Regione e Direzione Aziendale sul personale mancante, questo è il risultato: nulla!" I pazienti rischiano la vita in caso di infarto come la stessa associazione dimostra con i dati ufficiali dei documenti presentati, dove emerge come in assenza di emodinamica la mortalità è molto più alta. Cittadinanzattiva inoltre fa presente che nessuno degli atri punti della diffida hanno avuto una risposta:”Dispiace che questa amministrazione, dopo promesse di partecipazione, ascolto e cambio di sistema, consideri le diffide di Cittadinanzattiva e dei cittadini alla stregua di lettere di auguri.”

Cittadinanza riporta i dati pesanti sull’emergenza sanitaria del territorio, denunciando la mancanza dei centri i centri mobili di rianimazione (ce n’è uno solo dotato di equipaggio in tutta la ASL, la più grande di Roma, e ha ormai 580.000 km sulle spalle) e le ambulanze con medico a bordo;  la TAC attiva 24 ore c’è una sola, ed è a Tivoli, per la somministrazione di mezzo di contrasto in caso di necessità per casi urgenti; mancano anche le elisuperfici attrezzate per gli interventi di emergenza dell’elicottero (quindi si muove tutto su ambulanze assolutamente insufficienti in casi gravi, quindi la situazione è assai grave). Sul fronte posti letto il quadro fotografato vede numeri al di sotto delle norme previste, 0,98 posti letto per acuti ogni 1000 abitanti contro i 3 previsti. “Subiaco – continua Cittadinanzattiva- diventerà poco più di una casetta della salute, e dubitiamo che possa garantire il pronto soccorso perchè la chirurgia non è prevista ma solo un day-surgery (parola del viceministro della salute e il sovraffollamento drammatico dei pronto soccorso, la mancanza di personale che peggiora di giorno in giorno, e così via.”

Tutto questo a danno dei cittadini che hanno bisogno di assistenza e nonostante degli sforzi del personale sanitario. Abbiamo tentato in ogni modo di aprire una discussione, nessuna risposta. Adesso basta davvero, partono le azioni legali, come anticipate nella diffida precedentemente inoltrata.