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Roma

ROMA CITTA' VERDE

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Tempo di lettura 2 minuti Si vive nell’ assoluta libertà di fare ciò che si vuole, ma, la cosa più importante, è quella di poter godere di tanto verde

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di Mario Torosantucci

Roma – Siamo molto fortunati a vivere nella più bella città del mondo, ROMA. Si vive nell’ assoluta libertà di fare ciò che si vuole, ma, la cosa più importante, è quella di poter godere di tanto verde, che ci consente di respirare a pieni polmoni e ci favorisce nello smaltire qualche rifiuto senza sacrifici.

Certo ogni sindaco che viene eletto, vorrebbe, prima delle elezioni, levarci questi privilegi, mantenendo pulite le strade, i marciapiedi, i parchi, i cassonetti, gli escrementi dei cani, ma poi avendo la facoltà di decidere, capisce le nostre esigenze, ed ha l’ intelligenza di adeguarsi ai suoi predecessori.

I marciapiedi, spesso sono malridotti, si può inciampare, oppur si può calpestare qualcosa, che ci porta tanta, ma tanta fortuna, ma è bello lasciarli rovinare sempre più, così riusciamo a dare l’ impressione, specialmente agli stranieri, di quanto la città sia antica.

Non dimentichiamo, che con questa politica, si riesce a risparmiare tanto, e magari si possono fare dei pranzetti in più con gli amici, con qualche regalino per fare bella figura. Camminando sul marciapiede vicino largo Beltramelli, nel quartiere Tiburtino, ho notato saltellando qua e là, (perché di fortuna, ne ho già abbastanza, ed essendo altruista, vorrei lasciarne un pò agli altri,) dei cespugli, alti, favolosi. Innanzitutto, coprono bene, rifiuti di vario tipo, gettati per caso da persone leggermente pigre, che magari vogliono mettere alla prova, le imprese di pulizia, ma la soddisfazione più grande, è immaginare questi cespugli quando saranno più alti, sicuramente daranno ombra ai passanti nei periodi estivi. Forse, questo è il vero motivo, per cui le autorità competenti, vengono incontro ai desideri dei cittadini, lasciando che questo degrado pilotato, possa proseguire.

Dietro le scuole (asilo ed elementari  ) di via Filippo Meda, si può trovare di tutto, fra le panchine rimaste (perchè alcune, compresa una fontana, servivano a qualcuno), e la via ciclabile, bottiglie sane e rotte, rifiuti di ogni genere, sparsi con molta intelligenza. E’ il sistema migliore, per insegnare come stare attenti a ciò che si calpesta, e far capire particolarmente ai bambini, che i vetri rotti possono tagliare e far male. Tornando ai cespugli sui marciapiedi, un domani, questi rappresenteranno nuove fonti di ossigeno, creando di fatto dei nuovi polmoni in città. Poichè, io ho fatto l' esempio soltanto di due strade, immaginate, che meraviglia, una foto della città completa.

Probabilmente, si creerà tanto verde ovunque, ed imparando a stare attenti dove si metteranno i piedi, si terrà sempre attivo, il motore del nostro cervello. Un encomio particolare, deve essere fatto all' educazione ed alla sensibilità dei cittadini, perchè hanno un tale rispetto per l' AMA, società di raccolta, che, per non sporcare i cassonetti, depositano per terra i propri rifiuti. Quando però, qualcuno si dimentica di adempiere a questo dovere, c'è la buona volontà dei rom, che pazientemente, prendono le cose dentro i cassonetti, e li adagiano con cura e delicatezza per terra. Una approfondita riflessione, deve essere fatta sulla sicurezza della città, ma lo faremo la prossima volta. Per ora, limitiamoci a dire, che fortunatamente i cittadini cominciano a fare più sport, per il bene della propria salute. Peccato però, che spesso bisogna correre, per evitare le violenze di qualche squilibrato, arrabbiato con il mondo intero ed importato con tanto amore.

Roma

Omicidio a Roma, venti anni a chi uccise e lasciò Michelle in un carrello

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“Ho commesso un reato gravissimo e voglio pagare per quello che ho fatto”.

Una lettera, poche righe, prima che il giudice del tribunale per i minori si ritirasse in camera di consiglio, prima che gli venissero inflitti 20 anni di carcere. E’ quanto ha letto in collegamento video dal carcere di Treviso l’imputato, il giovane di origini cingalesi che nel giugno dello scorso anno ha ucciso a coltellate Michelle Causo a Roma per poi lasciare il cadavere, chiuso in una busta di plastica, in strada abbandonato in un carrello a poca distanza da un cassonetto per l’immondizia nel quartiere Primavalle.

“L’ho uccisa ma non ho premeditato l’omicidio”, ha aggiunto l’imputato, all’epoca dei fatti 17enne come Michelle, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente uno sconto di pena. I genitori della ragazza erano presenti in aula al momento della lettura del dispositivo.

Con questa sentenza – ha detto la madre – riusciamo un pochino a dare giustizia a Michelle. È la prima volta che un minore prende 20 anni, ma se li merita tutti. Adesso andiamo avanti, ho un altro figlio e mi dovrò dedicare completamente a lui”. Il tribunale ha, di fatto, recepito l’impianto accusatorio della Procura.

Le aggravanti sono legate al tentativo di sbarazzarsi del cadavere, infilandolo in una sacca nera dell’immondizia. L’aggressione avvenne in un appartamento di via Dusmet. Il minore, nel tentativo di sbarazzarsi del corpo, non si preoccupò di ripulire la scena del crimine, tracce di sangue furono trovate ovunque a cominciare dall’androne del palazzo. L’esame autoptico svolto sul corpo della ragazzina confermò il drammatico quadro emerso subito dopo il ritrovamento del cadavere.

Tra i ragazzi si consumò una prima discussione accesa con urla, percepite distintamente anche dai vicini, e poi l’aggressione. Dalle ferite riscontrate nel corso dell’esame è emerso che il giovane colpì la ragazza utilizzando un coltello da cucina. Un’azione omicida che forse era iniziata con un fendente alla schiena per poi proseguire con almeno altri cinque colpi sul resto del corpo della minorenne. Un vero e proprio massacro che si sarebbe consumato in pochi minuti.

Altra certezza è che dopo il delitto, messo in atto dal ragazzo in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di alcol e droga, ci fu il drammatico e velleitario tentativo di lasciare il corpo lontano dal luogo dell’aggressione, la casa dove il ragazzo viveva. La madre, infermiera di origini cingalesi, era fuori mentre il padre era in Sri Lanka.

Madre e figlio si erano trasferiti da poco nell’immobile dove nel corso di una perquisizione venne trovata della droga, sostanze utilizzate per produrre mix di stupefacenti sintetici. Nel corso dell’udienza del 29 maggio scorso l’imputato aveva fornito la sua versione di quanto accaduto in quella tragica giornata. Il giovane ha affermato di avere aggredito la ragazza con una prima coltellata perché si era sentito offeso da alcune affermazioni fatte da lei.

In merito alla ricerca su internet, effettuata il giorno prima dell’omicidio, su “come sferrare colpi letali”, l’imputato ha sostenuto di averla fatta perché doveva recarsi in una zona isolata e voleva capire come comportarsi in caso di eventuali attacchi. In base ad una perizia psichiatrica disposta dal tribunale l’imputato era, comunque, capace di intendere e di volere al momento del fatto.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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