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di Angelo Parca
Nemi (RM) – Se non si fossero sperperati 25 mila euro di soldi pubblici per il parco giochi ai Lecci vicino al Grembo, perennemente chiuso e con l’erba incolta, sarebbe stato meglio. Sarebbe stata senz’altro un’azione da buon padre di famiglia in un momento nel quale i cittadini vivono in pieno la morsa della crisi e subiscono la stangata Tasi.
Di fatto si tratta di un parco sostanzialmente inutile, realizzato con 20 mila euro di fondi regionali destinati alla risistemazione di aree verdi oltre a 5 mila euro di fondi del Comune di Nemi. Sono cifre che si sarebbero potute impiegare per rimettere a nuovo il parco giochi Andersen a Vigna Grande dove ci sono almeno 600 persone ed è una zona popolosa di Nemi. Per quest’ultimo parco sono stati spesi altri 14. 698,50 euro del Comune. Quindi, riepilogando, il Comune di tasca sua per fare tutti i lavori (parco dei Lecci e Vigna grande) ha speso 19.698,50 euro. Oltre i 20 mila del contributo.
Non sarebbe stato meglio fare tutto con i 25 mila euro, chiaramente con il parco giochi a fianco al Grembo ridimensionato? Parliamoci chiaro: a cosa serve il Parco giochi ai Lecci? L’area è perennemente chiusa, c’è un arbusto piegato, c’è la vegetazione incolta che fra poco coprirà i giochi, i rovi che non si accoppiano decisamente con la volontà di giocare dei bambini. Parliamo di mera volontà perché di fatto il cancello è serrato a tutte le ore del giorno e non c’è, dunque, possibilità alcuna di poter usufruire di uno spazio pubblico pagato con soldi della collettività. Di fatti, il bando Verde sociale III prevedeva la possibilità di utilizzare i fondi, oltre per la creazione di nuove aree attrezzate anche per la riqualificazione ed il completamento di aree attrezzate esistenti ( e a Nemi c'era Vigna Grande da risistemare). Come hanno fatto i comuni di Farnese, Atina. E invece perché a Nemi tutti questi soldi sperperati?
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