Rieti
AMATRICE: TRA OSPEDALE E SECESSIONE IL GRUPPO CONSILIARE DI MINORANZA DENUNCIA IL CAOS TOTALE
Tempo di lettura 9 minuti"Nel Consiglio Comunale del 20/08/2014 non si è proceduto a nessuna votazione per quanto attiene la proposta di un referendum consultivo sul distacco dalla Regione Lazio"
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10 anni faon
Redazione
Amatrice (RI) – Il Gruppo Consiliare di minoranza del Comune di Amatrice in riscontro all'articolo pubblicato su questo quotidiano lo scorso 25 agosto a firma del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi [ AMATRICE, OSPEDALE E SECESSIONE: QUELLA "PATATA BOLLENTE" PER NICOLA ZINGARETTI ] ha inviato la seguente nota:
Nota del Gruppo Consiliare di Minoranza di Amatrice:
"Egregio Sindaco Pirozzi,
nel leggere il comunicato stampa che LEI ha inviato in 24 agosto 2014 “LA FORZA DELLA RAGIONE” rimaniamo un po’ attoniti ed un po’ basiti nel credere che stiamo prendendo atto di quanto licenziato dall’Amministrazione Comunale di Amatrice sulla problematica dell’ ospedale locale nella seduta del Consiglio Comunale del 20 c.m.. E sulla quale vicenda, da qualche giorno si riversano fiumi di inchiostro sui giornali e per cui assistiamo a innumerevoli interviste al Sig. Sindaco e non solo, sui canali televisivi nazionali e non.
Se l’obiettivo da raggiungere fosse stato e fosse ancor oggi, quello di dare visibilità sui media, al Sindaco Pirozzi, certamente potremmo dire che Lei e la sua magnifica squadra c’è riuscita in pieno. In particolar modo il suo “servizio stampa”.
Ma siccome l’intento che si prefiggono gli amministratori seri ed impegnati, è quello di risolvere i problemi dei cittadini, attraverso i canali che le istituzioni prevedono, e cioè trattare, trattare e trattare ancora; nel caso specifico, con la Regione Lazio, a cui spetta la programmazione sanitaria ed ospedaliera; ci saremmo aspettati che invece di fare tanto baccano, si fosse cercato un contatto diretto, immediato, con la Presidenza della Giunta Regionale del Lazio, con la Presidenza della Commissione Sanitaria Regionale, pretendendo di ottenere quello, che conoscendolo loro già, al nostro territorio e ai nostri cittadini, spetta.
Del resto quanto sopra esposto non è altro che quello che sta perseguendo il Sindaco di Magliano Sabino, Alfredo Graziani, il quale, vedi il messaggio di lunedì 25 agosto, sostiene che a mezzo di una continua e fruttuosa trattativa spera di portare in porto risultati positivi.
Ma veniamo un po’ più nella specificità del tema che stiamo esaminando.
Premesso che, nel Consiglio Comunale del 20/08/2014 non si è proceduto a nessuna votazione per quanto attiene la proposta di un referendum consultivo sul distacco dalla Regione Lazio; ma ci sono state soltanto delle dichiarazioni di voto dei due gruppi consigliari di maggioranza e di minoranza.
Le ricordiamo, infatti, Sindaco, che lo hanno constatato e pubblicizzato che la votazione non c’è stata, i “media”, che Lei, ha fatto intervenire a quel consiglio. Noi da parte nostra, siamo ancora in attesa del verbale dello stesso, per eccepire nei modi e nei tempi sanciti dai regolamenti, con contestazioni legittime.
Ci permettiamo di ricordare a Lei Sindaco, che in Consiglio Comunale può esserci la votazione di un argomento senza che ci siano le dichiarazioni di voto, ma non possono esserci le dichiarazioni di voto, senza la successiva doverosa, palese votazione.
Se così non è, non vi è nessun atto che può essere dimostrato che sia stato votato.
Sindaco Pirozzi, Lei che dal 1994 -20 anni- calca la scena politica amministrativa locale e provinciale, conosce o dovrebbe conoscere tali procedure, e non scivolare su simili quisquilie da “regazzi”, e non avrebbe bisogno di consultare “esperti “ di diritto come da Lei dichiarato a stampa, che hanno confermato questa “superficialità”, considerato anche la delicatezza del tema all’ordine del giorno.
Nonostante la mancanza di atti deliberativi a riguardo, Lei Sindaco Pirozzi sbandiera ai quattro venti che il Comune di Amatrice ha deliberato la secessione dal Lazio.
Ma tant’è, Lei continua a proclamare che ha una maggioranza “coesa”, per carità nessuno di noi potrebbe mai immaginare il contrario, ma ci tolga un dubbio, perché deve sempre sentire il bisogno di riaffermarlo, forse per farlo capire ai suoi?
Il consiglio del 20.08.14 si apre con una mozione a firma Catenacci capogruppo di maggioranza, dove si ribadisce la volontà di aprire una seria trattativa con la Regione Lazio per rimodulare i servizi sanitari del locale presidio ospedaliero; domanda: ma la Catenacci ed il suo Sindaco, LORO, non noi, si parlano? visto che propongono soluzioni differenti al problema, visto che il motivo dell’ordine del giorno del Consiglio Comunale era: “PROPOSTA INDIZIONE REFERENDUM CONSULTIVO PER DISTACCO DEL COMUNE DI AMATRICE DALLA REGIONE LAZIO AI SENSI DELL’ ARTICOLO 30 DELLO STATUTO COMUNALE” quindi che motivo c’era di proporre una mozione? Vedremo di seguito….
Il gruppo di minoranza in Consiglio Comunale prende atto della volontà riportata nella mozione a firma Catenacci, dichiara di condividerla ma eccepisce che la procedura seguita non rispetta la normativa vigente, per la quale la mozione Catenacci doveva essere portata a conoscenza della minoranza almeno 24 ore prima dei lavori del Consiglio Comunale, e per questo aspetto procedurale ma non solo, preannuncia un voto di astensione.
Domanda: se anche noi avessimo votato a favore della mozione, Lei Sindaco, avrebbe rinunciato a procedere nel consiglio, e a mettere ai voti la richiesta di proposta del referendum consultivo? Abbiamo seri dubbi che lo avrebbe fatto, anzi siamo sicuri del contrario, e lo spieghiamo subito.
La presentazione di questa mozione è pretestuosa, ha il solo scopo di tentare di sminuire, con un bieco tentativo, l’opposizione.
Infatti ribadiamo, come minoranza, che il nostro intendimento è quello di difendere a tutti i costi quello che ci spetta, tentando e percorrendo tutte le strade, perché Amatrice , i suoi cittadini, le sue tradizioni e i suoi valori sono per noi, sacri, e non li abbandoniamo, né vogliamo caricare loro di responsabilità di scelte che riteniamo scellerate.
Per questo coerentemente ci siamo astenuti, perché riteniamo inutile richiedere , come espresso dalla mozione , ancora una volta, alle istituzioni regionali, quello che loro conoscono da tempo.
Vogliamo solo passare all’incasso, non serve ribadirlo, e questo compito, è nostro, in qualità di amministratori, none compito dei cittadini che già subiscono attraverso il pronunciamento in un referendum.
E poi Sindaco, la mozione Catenacci è stata votata , Lei la ha “protocollata” alla Regione Lazio? Noi e i cittadini non ne abbiamo notizia, quindi a che serve?!
Ma a questo punto con la mozione Catenacci votata dalla maggioranza con l’astensione della minoranza i lavori del consiglio , ripetiamo, si sarebbero potuti chiudere, con un risultato di positiva risoluzione, senza procedere al dibattito sulla indizione del referendum che cozza con quanto ripetuto nella mozione Catenacci, appunto.
Ma Lei sarebbe andato avanti comunque , e ci avrebbe propinato “il piano B”, cioè che,” per provocazione”, saremmo potuti arrivare anche alla secessione.
E tutto sarebbe finito in gloria.
NON ci caschiamo Sindaco!
Le ribadiamo, che i giochi si fanno a carte scoperte, e si lavora, tutti, per il solo bene di AMATRICE.
Se si ritiene di dover trattare con la Regione Lazio non occorre, anche per un aspetto formale e di buon gusto o di buona educazione, di indire nello stesso tempo un referendum per staccarsi dal Lazio, da farsi, come sempre da Lei dichiarato alla stampa “…nella primavera 2015”, e rivestire il Palazzo Comunale di striscioni o manifesti con frasi che certamente non favoriscono i buoni rapporti istituzionali con i nostri interlocutori.
Perché non subito, come da Lei invocato ?
Lei quindi, sempre in Consiglio Comunale, ci propina Le sue personali ragioni sulle motivazioni di cui all’ordine del giorno, che a ben guardare rappresentano(le si possono riascoltare tranquillamente) la SUA volontà di ergersi a capo di una “chiamata alle armi generale”( vedi il tentativo di difendere altre situazioni similari sia regionali che extraregionali) che trova motivazioni solo in parte riconducibili a solo esigenze amatriciane, e che a ben vedere con il Nostro Ospedale hanno ben poco a che fare.
Ci mette dentro di tutto e di più, dalla Salaria, alla Sanità, alla vessazione tributaria ecc….ecc.. finché si arriva al “sorcio” …. ed al “biscottificio” ipotizzando che la Regione Lazio ce l’abbia con Amatrice, che il Lazio non ci merita ecc….ecc….
Nella foga del discorso, Lei sindaco Pirozzi, talmente preso dal ruolo di colui che è il “Braveheart” di Amatrice e non solo, come da Lei suggerito, non si rende conto di non aver fatto votare i Consiglieri Comunali e pertanto chiude i lavori del Consiglio Comunale.
Si è nella più totale confusione in quanto Lei Sindaco, e con Lei la maggioranza e la squadra di coloro che partecipano ai lavori per battere le mani, pensate che si sia deliberata l’indizione del referendum, ma così non è.
Tant’è vero che Lei è costretto ad indire un nuovo Consiglio Comunale per lunedì 1 settembre 2015 alle ore 17,30.
Ma se anche lo fosse stato; il referendum, sarebbe in netto contrasto con quanto affermato nella mozione a firma Catenacci, e riaffermato da noi sopra.
In ultimo, sempre Lei Pirozzi, annuncia durante il suo intervento nel dibattito in Consiglio Comunale del 20 c.m. che nella seduta della Giunta Municipale (in cui poi abbiamo scoperto che eravate presenti solo Lei, il Vicesindaco, e l’Assessore Monteforte, assenti?! Invece, i Consiglieri delegati Catenacci e Palombini) del giorno 20.08 ore 17,15 si è dato incarico ad un legale per presentare come peraltro previsto ed anche possibile un ricorso al TAR avverso il decreto del commissario ad Acta del 25 luglio 2014 n. U00247 avente ad oggetto “adozione della nuova edizione dei Programmi Operativi 2013-2015 a salvaguardia degli obiettivi strategici di Rientro dai disavanzi sanitari della Regione Lazio” a firma Nicola Zingaretti.
Noi nel dichiararci favorevoli al ricorso al Tar, caro Sindaco, non disdegniamo di mettere in atto qualsiasi azione legale che comunque ci possa tutelare, nel malaugurato caso che non ci vengano riconosciuti i diritti non solo promessi, ma che ci spettano.
Ma questo non significa che vogliamo la secessione.
Ed anche questo potrebbe essere in contraddizione con il contenuto della mozione Catenacci, mozione, ripetiamo, da voi maggioranza votata.
La mozione, tra l’altro, ci risulta essere stata presentata in data 19 c.m. , la Giunta Comunale (presenti Sindaco, Vicesindaco e Assessore) si è riunita alle ore 17,15 del giorno 20 , meno di quattro ore prima del Consiglio Comunale; per chi vuole e può capire, non c’è bisogno di altro.
Ma Lei è il Sindaco, e se crede che noi abbiamo risentimenti personali, sbaglia di grosso.
Lei signor Sindaco Pirozzi, quando indossa il titolo di Sindaco, non è un capo popolo che lascia poi come Pilato, la responsabilità delle scelte al POPOLO.
Lei deve, perché investito di un mandato democratico del popolo, che lo ha eletto, (tutto il popolo, anche di quella parte che non lo ha scelto), deve, dicevamo, saper condurre il suo Comune in porti certi e sicuri, come eventuali alternative. E questo Lei non lo ha ancora chiaro.
Lei non lo sa ancora, e ci spiace ricordarglieLo, non sa ancora, dove dovremmo andare, altrimenti avremmo potuto già esserci, se fosse stato tutto vero quello per cui discutiamo.
Se lo sarà, per quanto ci riguarda, non avremo discussioni da fare, saremo davanti a tutti, ma avendo però avuto concrete certezze da coloro che volessero accoglierci.
In conclusione Sig. Sindaco, Le saremo grati se nel prosieguo del suo mandato nei suoi vari interventi, Lei possa usare un linguaggio più consono alle istituzioni che Lei, la maggioranza, e noi di minoranza rappresentiamo.
Che ci sia più rispetto, per le procedure da seguire, “DURA LEX, SED LEX”, e che, come è scritto nel SUO comunicato “…per carità di patria non vado oltre, sarebbe come sparare sulla croce rossa…”, frase della quale poteva, se Lei ne è l’autore, farne a meno per la spocchia e la spavalderia che ne traspare. Usi un linguaggio che è più adatto ai livelli quali l’Istituzione di Amatrice che rappresentiamo, merita.
A questo punto crediamo, anche che, proprio per ”la forza della ragione”, dopo 20 anni di una sua ininterrotta attività amministrativa ancora intervenire sulle tematiche del linguaggio, sia tutto dire.
Questo è solo uno dei tanti nodi che verranno al pettine .
Se ne conclude, che la confusione addebitata al nostro gruppo di minoranza è poca cosa rispetto a quello che regna all’interno della sua compagine, “CAOS TOTALE”.
Anche noi, siamo fieri di procedere a testa alta, e con cuore sincero.
AMATRICE 29.08.2014
IL GRUPPO CONSILIARE DI MINORANZA
DEL COMUNE DI AMATRICE"
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