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FRASCATI: LA PREFETTURA COLLOCA 60 AFRICANI NEL CENTRO DI ACCOGLIENZA PER RICHIEDENTI ASILO

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Tempo di lettura 3 minuti Il Sindaco di Frascati Alessandro Spalletta: "La Prefettura ci ha comunicato la decisione di collocare 60 richiedenti asilo nella nostra Città"

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Redazione  

Frascati (RM) – I 60 uomini accolti nel Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA) di Frascati, in via di Vermicino 19, a ridosso del GRA di Roma, provengono tutti dall’Africa. Sono 45 persone del Mali, 14 del Senegal e 1 della Guinea. Tutte persone costrette a scappare dal proprio Paese di origine per un fondato timore di persecuzione a causa di razza, religione, nazionalità, gruppo sociale di appartenenza, opinioni politiche. Lo status di richiedente asilo è stato loro concesso dopo le attente valutazioni di una apposita Commissione, composta dai rappresentanti istituzionali della Questura e della Prefettura e dai membri di organizzazioni internazionali riconosciute come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). 

«La Prefettura ci ha comunicato la decisione di collocare 60 richiedenti asilo nella nostra Città – dichiara il Sindaco di Frascati Alessandro Spalletta -. È chiaro che non siamo in presenza di migranti per ragioni economiche, ma di migranti forzati, che seguono un programma di protezione internazionale, dati i rischi che hanno corso, e corrono tuttora nei loro Paesi di origine le loro famiglie. Siamo in costante contatto con Cosimo Zurlo, responsabile nazionale della Casa della Solidarietà, il consorzio di cooperative sociali che gestisce anche il Centro di Vermicino, in convenzione nel Complesso delle Suore Missionarie di Gesù Lavoratore, che ringrazio, per monitorare e tenere sotto controllo la situazione. Nel rispetto dei diritti di queste persone, che sono persone libere anche se richiedenti asilo, vogliamo tutelare e tranquillizzare il più possibile i nostri cittadini. Ringrazio per questo le Forze dell’Ordine e la nostra Polizia Municipale per la presenza e l’impegno profusi e per la disponibilità ad intensificare i controlli sulla struttura d’accoglienza. Infine vorrei ringraziare in maniera particolare i cittadini di Frascati, che hanno capito l’importanza di questa operazione umanitaria, dimostrandosi più intelligenti e lungimiranti delle strumentalizzazioni ideologiche di pochi».

«Tutte le persone accolte hanno superato i controlli sanitari e un team di psicologi ha constatato che possono vivere in comunità – dichiara Cosimo Zurlo, il responsabile nazionale della Casa della Solidarietà-. All’interno del Centro di Accoglienza c’è un servizio di assistenza di operatori sociali attivo sette giorni su sette h24, per garantire la presa in carico degli ospiti, soprattutto di quanti a causa di traumi pregressi (es. la storia di persecuzione nel paese di origine) abbiano delle vulnerabilità personali. È attivo anche un servizio di Security interna, per vigilare sull’incolumità degli ospiti».

All’atto dell’accoglienza e poi a cadenza mensile ai richiedenti asilo vengono forniti: lenzuola, coperte, e biancheria; capi di vestiario; kit per l’igiene personale (bagno schiuma, carta igienica, spazzolino e dentifricio, nonché schiuma da barba e lamette, e detergente per bucato a mano e in lavatrice); 2 schede telefoniche internazionali, per un importo di € 15,00. Inoltre, nel rispetto delle culture e religioni di tutte le persone ospitate, giornalmente ricevono pasti caldi (colazione, pranzo e cena) e un pocket-money di € 2,50 al giorno.

L’equipe di un centro di accoglienza ha il compito di “prendere in carico” quanti giungono sulle coste italiane in qualità di richiedenti asilo, al fine di ottenere lo status di rifugiato. Ciò equivale a dire che il centro, con tutti i suoi servizi interni e le professionalità ivi impiegate, deve: soddisfare tutti bisogni primari dei migranti forzati; garantire un percorso interno volto al supporto, all’orientamento e all’apprendimento dei diritti e doveri in Italia. Conclusosi il suddetto iter nel centro di prima accoglienza, con una permanenza che di solito dura circa 6 mesi, i migranti vengono trasferiti in Centri di secondo livello, facenti capo alla rete SPRAR (Servizio di Protezione di Richiedenti Asilo e Rifugiati).

Il centro di Frascati è gestito dalla Soc. Coop. Osa Mayor, ente con una notevole pregressa esperienza nel campo dell’immigrazione, per conto della Prefettura UTG di Roma ed è finalizzato a dare ospitalità a 60 migranti. L’apertura di una nuova struttura di accoglienza comporta in sé le visite e il monitoraggio dei seguenti Enti: la Prefettura UTG di competenza; le delegazioni del Ministero dell’Interno; le delegazioni estere; l’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati). Tali strutture sono gestite dal Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione per il tramite delle Prefetture UTG di competenza, che hanno indetto delle gare d’appalto per la gestione dei CARA, richiedendo che la gestione delle strutture di accoglienza venga demandata ad Enti con una pregressa e specifica competenza nel settore, sia perché debbono possedere cospicue capacità tecnico-organizzative capaci di rispondere con prontezza a qualunque emergenza di sbarchi su tutto il territorio nazionale, sia di strumenti specifici atti alla presa in carico tout court dei richiedenti asilo.

Il forte afflusso di migranti richiedenti asilo sul territorio nazionale (dal 1 gennaio al 31 giugno 2014 gli sbarchi sono stati circa 75.000) ha imposto delle misure d’urgenza, in particolare: l’operazione “Mare Nostrum”, ossia l’operazione militare e umanitaria a cura del Ministero della Difesa atta a salvaguardare le vite in mare e ad assicurare alla giustizia quanti lucrano sul traffico illegale di migranti. L’attivazione di CARA emergenziali, a cura del Ministero dell’Interno, che – con Circolare n. 7418 del 20 giugno u.s. a firma del Prefetto Morcone -, ha “formulato un piano di assegnazione dei migranti per un’equa e sostenibile distribuzione sul territorio, secondo contingenti progressivi” e su scala regionale, tenendo conto anche del pregresso numero di migranti già presenti sul territorio.

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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