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“Viterbo è tra le province italiane che più di tutte hanno risentito della crisi occupazionale nel 2013. Assieme alla nostra, altre due province laziali: Latina e Frosinone”. A renderlo noto è il Segretario Generale della Uil Viterbo, Giancarlo Turchetti, a partire dai dati elaborati dalla Uil di Roma e del Lazio.
“Nello specifico – prosegue Turchetti – Frosinone registra una sofferenza che supera del 25% la media italiana, Latina del 10,7% e Viterbo del 4,3%. E sono sempre le stesse tre province a registrare un indice di sofferenza del mercato del lavoro e un tasso di disoccupazione superiori alla media”.
La sofferenza occupazionale è stata misurata prendendo come parametri tre indicatori: mercato del lavoro, ammortizzatori sociali e reddito da lavoro dipendente o assimilato.
“Maglia nera per Frosinone, Latina e Viterbo – spiega Turchetti – anche in riferimento alla richiesta di lavoro, la cui difficoltà è superiore, anche in questo caso, alla media nazionale. Il dato più allarmante riguarda la disoccupazione giovanile che nella nostra regione sfiora il 45% registrando un +7,1% rispetto alla media del Paese e inferiore soltanto ad alcune regioni del Sud (Sicilia, Calabria e Campania in testa). A ciò si aggiungono i 208 mila giovani che non studiano e non svolgono attività di formazione, oltre ai 76 mila disoccupati fra i 45 e i 64 anni”.
“Un quadro ben lontano dalla ripresa economica tanto annunciata – commenta il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Pierpaolo Bombardieri – che fa comprendere invece quanto il mercato del lavoro rimanga chiuso e spesso elitario, distante dai giovani e da un welfare sociale cui dovremmo aspirare concretamente per dare avvio alla ripresa reale e non a quella dei proclami. Dall’inizio della crisi a oggi in Italia sono andati persi un milione di posti di lavoro. Ciò significa meno produttività, minor distribuzione della ricchezza, meno servizi e, di conseguenza, una società più povera e in difficoltà e un Paese che se non attua a breve un cambiamento reale, avrà poche vie d’uscita. Per quanto riguarda il Lazio – sottolinea Bombardieri – negli anni passati è mancata una capacità di coordinamento e di programmazione, per una visione dello sviluppo del territorio regionale. Tanto che nell’ultimo anno il reddito pro-capite è diminuito del 2,9%, e di ben il 4,5% nell’ultimo quinquennio”.
“I consumi familiari medi nella nostra regione – conclude Giancarlo Turchetti – sono diminuiti del 2,2%, contribuendo così a rallentare ulteriormente la dinamica della domanda interna e un incremento del 12% delle sofferenze bancarie. Basti pensare che nel Lazio oltre 150 mila famiglie hanno una capacità di spesa inferiore ai 1.000 euro”.
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