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Roma

CIVITAVECCHIA: L'APPELLO DELLA COOPERATIVA IMPRESA LAVORATORI PORTUALI ALLE ISTITUZIONI

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La ricerca delle responsabilità non è nostro compito, è compito di chi è istituzionalmente preposto, di chi ha fornito in concessione vaste aree del nostro territorio, anche urbanizzate con fondi pubblici, in cambio di lavoro, di un’occupazione che doveva essere stabile, non transitoria.

 

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Massimo Soppelsa – Presidente C.I.L.P. COOPERATIVA IMPRESA LAVORATORI PORTUALI

Civitavecchia (RM) – I lavoratori della Servizi Integrati non sono le sole vittime della vicenda Elia-Ambrosetti. Tra le vittime di una situazione che, dopo gli entusiasmi iniziali, è andata progressivamente peggiorando c’è la nostra cooperativa con i suoi lavoratori.

In questi giorni abbiamo assistito in silenzio alle varie prese di posizione sulla vicenda. Non era nostra intenzione entrare nel dibattito, poi, dopo un intervento a nostro giudizio fuorviante, abbiamo deciso di far sentire la nostra voce. E la nostra è la voce di chi, già alla fine degli anni ’90 ha creduto fermamente nel traffico di autovetture nuove per il porto di Civitavecchia. Ci ha creduto al punto da sposare tenacemente, anche rimettendoci finanziariamente attraverso tariffe bassissime prodotte solo nell’interesse esclusivo di mantenere e far crescere quel traffico nuovo per il nostro scalo marittimo, le politiche di sviluppo del settore. Si era partiti dal piazzale Decar in zona industriale. Progressivamente sono nati altri, enormi piazzali destinati ad accogliere le autovetture nuove. Si è arrivati, alla metà del decennio scorso, a toccare le 200.000 autovetture nuove movimentate in un anno nel porto di Civitavecchia. E in questa fase di costante crescita noi e le nostre maestranze eravamo lì, rimettendoci soldi giorno dopo giorno per rispondere a quelle che erano le richieste di chi aveva le reali responsabilità del traffico, nell’unico esclusivo interesse di dare comunque lavoro. Un sacrificio enorme, il nostro, pagato regolarmente attraverso bilanci che si chiudevano in perdita.

Poi è arrivata la crisi internazionale del settore automobilistico. Ma quanto sta avvenendo a Civitavecchia non può essere spiegato solo con il crollo della vendita di auto. Peraltro, proprio in questi ultimi mesi il mercato è in ripresa e la ripresa continuerà attraverso gli incentivi riproposti recentemente dal Governo. Andare a ricercare le cause di quanto, negativamente, sta avvenendo a Civitavecchia non è difficile. La ricerca delle responsabilità non è nostro compito, è compito di chi è istituzionalmente preposto, di chi ha fornito in concessione vaste aree del nostro territorio, anche urbanizzate con fondi pubblici, in cambio di lavoro, di un’occupazione che doveva essere stabile, non transitoria. Ripeto, noi siamo tra le vittime di questa situazione e, per primi, vorremmo essere protagonisti del rilancio del settore. Affinché ciò accada, però, sono necessarie la massima chiarezza e esame congiunto dell’attuale situazione e delle reali prospettive di crescita al quale devono concorrere congiuntamente tutte le istituzioni preposte.